Adam Driver compie 40 anni e lo fa da grande protagonista del cinema contemporaneo, anzi di più, visto che un regista come Martin Scorsese lo ha definito il miglior attore della sua generazione. Un’investitura non proprio da nulla, per l’ex Marine diventato attore quasi per caso, reso famoso dalla serie tv HBO Girls e poi dimostratosi l’unico ad aver guadagnato qualcosa dalla trilogia sequel di Star Wars grazie a un personaggio come Kylo Ren. Driver da allora ha messo la firma su alcune delle interpretazioni più importanti degli ultimi anni, collaborando con registi del calibro, oltre che di Scorsese, Ridley Scott, Noah Baumbach, Spike Lee, Jim Jarmusch, Terry Gilliam, Steven Soderbergh, Saverio Costanzo e Michael Mann. Quella che segue è una Top 5 dei film con Adam Driver, una lista delle sue interpretazioni più importanti, le migliori, con personaggi in grado di risaltare sempre e comunque.

BlacKkKlansman di Spike Lee (2018)

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20th Century Studios

Firmato da Spike Lee, BlacKkKlansman è ispirato alla vera storia di Ron Stallworth (interpretato da John David Washington), detective nero di Colorado Springs, incaricato di infiltrarsi nel Ku Klux Klan. Se telefonicamente Stallworth non ebbe problemi a catturare le simpatie di David Duke (Topher Grace) il Gran Maestro del Clan e Deputato ultraconservatore, ovviamente dal vivo gli serviva un complice. Fu il suo collega, Flip Zimmerman (Adam Driver), ad aiutarlo, infiltrandosi in quell’universo sordido, violento e ignorante. Prima candidatura all’Oscar per Adam Driver, con questo film dalla forte vocazione civile, capace di essere un ponte tra il passato e il presente di un’America ancora divisa dall'odio razziale. Il Flip di Driver è un detective molto sui generis, tanto ligio al dovere quanto in realtà distante dai cliché del ruolo, trasformista dotato di un sangue freddo incredibile, capace di essere il perfetto bifolco devoto alla causa della croce in fiamme. Interpretazione magistrale, soprattutto per la capacità di dare naturalezza e spontaneità al personaggio.

Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach (2019)

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Netflix

Presentato a Venezia 76, Storia di un Matrimonio vede una nuova collaborazione tra Adam Driver e Noah Baumbach dopo Frances Ha, Giovani si diventa e The Meyerowitz Stories, e rappresenta uno dei momenti più importanti della carriera di Driver. Qui è Charlie, regista teatrale newyorkese sposato con l’attrice Nicole (Scarlett Johansson), con cui ha sempre condiviso anche il palco. Nel momento in cui Nicole vede la sua carriera spostarsi a Los Angeles, tra i due comincerà un progressivo allontanamento, che finirà con una feroce battaglia per il divorzio e la custodia del figlio Henry. Mix tra commedia agrodolce e melodramma, Storia di un Matrimonio ha nella chimica incredibile tra Driver e Johansson l'arma più potente, che insieme fanno un ritratto profondo e toccante di una coppia alle prese con una dolorosa separazione. Charlie è perso di fronte al vuoto che si è creato al suo fianco, incapace di accettare il cambiamento. Bellissima interpretazione, che gli è valsa la seconda candidatura all'Oscar, in virtù anche di una varietà espressiva e la vulnerabilità con cui rende la figura del maschio moderno.

Silence di Martin Scorsese (2016)

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Paramount

Martin Scorsese sorprende tutti e nel 2016 con Silence ci trasporta nel Giappone del XVII secolo, durante l’era Togukawa, quando i cristiani venivano perseguitati spietatamente e i gesuiti massacrati per aver osato predicare tra la popolazione. Tratto dal romanzo di Shūsaku Endō, Silence vede Adam Driver interpretare Padre Francisco Garupe, gesuita portoghese partito con il confratello Sebastião Rodrigues (Andrew Garfield) alla ricerca del loro mentore, Padre Cristóvão Ferreira (Liam Neeson) che pare abbia abiurato la fede cristiana e sia integrato nella cultura giapponese. Interpretazione viscerale quella di Driver, che oltre ad aver perso 25 chili si è dedicato a uno studio meticoloso dello stile di vita e della mentalità dei gesuiti dell’epoca. Garupe è senza dubbio il missionario più coerente e allo stesso tempo anche il più chiuso dentro la fortezza della fede. Driver riesce a far arrivare l’ambiguità di un personaggio con una visione manichea del mondo.

The Last Duel di Ridley Scott (2021)

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20th Century Studios

Magnifico film storico, con cui Ridley Scott omaggia Kurosawa, Ėjzenštejn, Bergman e il suo stesso percorso, The Last Duel permette ad Adam Driver di calarsi per una volta nei panni del cattivo. Ispirato a un vero duello nella Francia del XIV secolo, The Last Duel ha al centro la rivalità tra Jean de Carrouges (Matt Damon) e Jacques Le Gris (Adam Driver), con quest'ultimo accusato di aver violentato la moglie di Jean, Marguerite (Jodie Comer). Il duello finale, brutale e spettacolare, è solo il culmine di un percorso in cui entrambi gli uomini hanno dato il peggio di sé in termini di prevaricazione e crudeltà. Apparentemente galante, attraente, elegante ed erudito, Jacques acquista grazie al carisma di Driver una luce sinistra fatta di narcisismo tossico, crudeltà e doppiezza.

Ferrari di Michael Mann (2023)

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01 Distribution

All'ultimo Festival del Cinema Venezia, il biopic dedicato al grande Enzo Ferrari da Michael Mann (nei cinema italiani dal 14 dicembre), non ha convinto la totalità della critica, ma Adam Driver ha convinto tutti. Ferrari è tratto dalla biografia di Brock Yates e riguarda il periodo più problematico per il fondatore del Cavallino Rampante, l'anno 1957 in cui correva il rischio di andare in bancarotta e le vittorie latitavano. Il film di Mann porta in dote un cast che comprende Penélope Cruz, Patrick Dempsey, Jack O'Connell, Sarah Gadon e Shailene Woodley ma è Adam Driver, dal primo all'ultimo minuto, a esserne anima e motore. Prova d'attore di grande caratura, con cui si stacca completamente dalla mitizzazione, con un Ferrari assediato da paura, sensi di colpa, dolore così come da ambizione e perfezionismo. Driver assieme alla Cruz crea un'immagine potente di un matrimonio finito, di un lutto che non riesce a risolversi. Allo stesso tempo, l'incedere glaciale e nervoso di Adam Driver è perfetto per ricreare la fortezza della solitudine in cui visse Enzo Ferrari.

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Giulio Zoppello

Sono nato a Padova nel 1985, da sempre grande appassionato di sport, cinema e arte, dopo dodici anni come allenatore e scoutman professionista nel mondo della pallavolo, ho deciso di intraprendere la carriera di giornalista.
Dal 2016 ho cominciato a collaborare con diverse riviste cartacee e on-line, in qualità di critico ed inviato presso Festival come quello di Venezia, di Roma e quello di Fantascienza di Trieste.
Ho pubblicato con Viola Editrice "Il cinema al tempo del terrore", analisi sul cinema post-11 settembre. Per Esquire mi occupo di cinema, televisione e di sport, sono in particolare grande appassionato di calcio, boxe, pallavolo e tennis.
In virtù di tale passione curo anche su Facebook una pagina di approfondimento personale, intitolata L'Attimo Vincente.
Credo nel peso delle parole, nell'ironia, nell'essere sempre fedeli alla propria opinione quando si scrive e nel non pensare mai di essere infallibili.