Arcidiocesi di Napoli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Arcidiocesi di Napoli
Archidioecesis Neapolitana
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaCampania
 
Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
Acerra, Alife-Caiazzo, Aversa, Capua, Caserta, Ischia, Nola, Pompei, Pozzuoli, Sessa Aurunca, Sorrento-Castellammare di Stabia, Teano-Calvi
 
Arcivescovo metropolitaDomenico Battaglia
Vicario generaleFrancesco Beneduce, S.I.[1],
Michele Autuoro[2],
Gaetano Castello[3]
Provicario generaleGennaro Matino
(per la sinodalità)
AusiliariFrancesco Beneduce, S.I.[1],
Michele Autuoro[2],
Gaetano Castello[3]
Arcivescovi emeriticardinale Crescenzio Sepe
Presbiteri715, di cui 427 secolari e 288 regolari
1.993 battezzati per presbitero
Religiosi377 uomini, 1.440 donne
Diaconi321 permanenti
 
Abitanti1.751.800
Battezzati1.425.700 (81,4% del totale)
StatoItalia
Superficie274 km²
Parrocchie287 (13 vicariati)
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniSant'Aspreno
San Gennaro
IndirizzoLargo Donnaregina 22, 80138 Napoli, Italia
Sito webwww.chiesadinapoli.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
San Gennaro, patrono della città e dell'arcidiocesi di Napoli.
La cattedra episcopale.
Il seminario arcivescovile di Napoli.
Il palazzo arcivescovile di Napoli.
Il palazzo dove ha sede il museo del tesoro di San Gennaro.
La basilica reale pontificia di San Francesco di Paola in piazza del Plebiscito a Napoli.

L'arcidiocesi di Napoli (in latino Archidioecesis Neapolitana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2021 contava 1.425.700 battezzati su 1.751.800 abitanti. È retta dall'arcivescovo Domenico Battaglia.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende tutta la città di Napoli ad eccezione dei quartieri occidentali (vedi diocesi di Pozzuoli) nonché i comuni di Afragola, Arzano, Boscotrecase, Calvizzano, Casalnuovo di Napoli (in parte: vedi anche diocesi di Acerra e diocesi di Nola), Casavatore, Casoria, Cercola, Ercolano, Marano di Napoli (in parte: vedi anche Diocesi di Pozzuoli), Massa di Somma, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Pollena Trocchia, Portici, Procida, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Torre del Greco, Torre Annunziata (in parte: vedi anche diocesi di Nola), Trecase, Villaricca e Volla.

Sede arcivescovile è la città di Napoli, dove si trova la basilica cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta.

Il territorio dell'arcidiocesi, prima strutturato in zone pastorali e decanati, ora è stato riorganizzato in 13 decanati – ai quali presiedono altrettanti decani – che, a loro volta, sono suddivisi in 287 parrocchie.[4] I decanati sono: Centro storico, Sanità, Quartieri spagnoli, Posillipo, Vomero, Vasto, Secondigliano, Scampia, Ponticelli, Marano, Casoria, Portici e Torre del Greco.

Basiliche[modifica | modifica wikitesto]

In città
Altre basiliche

Santuari[modifica | modifica wikitesto]

Provincia ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

La provincia ecclesiastica di Napoli è costituita dalle seguenti 12 suffraganee:

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione Napoli sarebbe stata visitata da san Pietro e da san Paolo e sarebbe stato proprio san Pietro a consacrare vescovo sant'Aspreno. Il primo vescovo storicamente documentato è Fortunato I, che possedeva la cattedra napoletana attorno agli anni 342-344.

Quasi tutti i vescovi fino al VI secolo e altri nel VII secolo sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica.

All'inizio dell'XI secolo Sergio II fu il primo a fregiarsi del titolo di arcivescovo. Durante il periodo di dominazione bizantina gli arcivescovi di Napoli erano sempre stati consacrati a Roma, nonostante nominalmente tutti i possedimenti in Italia fossero sottoposti alla giurisdizione del patriarca di Costantinopoli. A Napoli erano in uso sia il rito romano sia il rito bizantino.

Dal 1458 al 1575 la cattedra arcivescovile fu appannaggio di diversi esponenti della famiglia Carafa, che si succedettero con un'unica interruzione di cinque anni.

Due arcivescovi di Napoli furono elevati al soglio pontificio: papa Paolo IV Carafa nel 1555 e papa Innocenzo XII Pignatelli nel 1691.

Nel 1598 fu istituito l'Archivio Storico Diocesano di Napoli dal cardinale Alfonso Gesualdo[5].

Dal 19 al 22 novembre 1891 Napoli ospitò il primo Congresso eucaristico nazionale italiano.

Dal 1958 al 1966 la diocesi di Pozzuoli fu unita in persona episcopi alla sede partenopea.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Due sono gli antichi cataloghi napoletani giunti fino a noi, il Gesta episcoporum Neapolitanorum databile all'VIII-IX secolo, e il Catalogus episcoporum Neapolitanorum del X secolo. Come da consuetudine, questi antichi cataloghi riportano per ciascun vescovo gli anni totali di governo e in alcuni casi anche i mesi e i giorni di episcopato con la data della deposizione, ma non riportano mai l'anno dell'inizio e della fine dell'episcopato stesso.[6] Secondo lo storico Francesco Lanzoni, «l'autenticità e l'interezza del catalogo napoletano non è posta in dubbio da alcuno».[7]

Nella presente cronotassi si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Santi e beati dell'arcidiocesi[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 1.751.800 persone contava 1.425.700 battezzati, corrispondenti all'81,4% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 1.382.000 1.390.000 99,4 1.622 912 710 852 690 912 240
1970 ? 1.613.351 ? 685 685 ? 286
1980 1.830.000 1.840.000 99,5 925 557 368 1.978 46 749 4.250 287
1990 1.586.000 1.616.000 98,1 1.138 508 630 1.393 97 787 3.100 282
1999 1.592.235 1.600.000 99,5 987 453 534 1.613 159 704 2.300 287
2000 1.593.835 1.601.600 99,5 991 457 534 1.608 175 706 2.305 287
2001 1.580.000 1.600.000 98,8 972 462 510 1.625 175 672 2.300 287
2002 1.580.000 1.600.000 98,8 981 471 510 1.610 175 606 2.300 287
2003 1.580.000 1.600.000 98,8 984 474 510 1.605 175 666 2.010 287
2004 1.600.000 1.608.000 99,5 1.003 453 550 1.595 214 716 2.300 287
2013 1.715.000 1.744.000 98,3 1.053 433 620 1.628 292 1.488 1.925 287
2016 1.705.000 1.806.000 94,4 1.073 454 619 1.589 300 1.461 1.925 288
2019 1.442.850 1.772.860 81,4 1.073 443 630 1.344 326 1.477 1.926 288
2021 1.425.700 1.751.800 81,4 715 427 288 1.993 321 377 1.440 287

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Vescovo titolare di Gaudiaba.
  2. ^ a b Vescovo titolare di Passo Corese.
  3. ^ a b Vescovo titolare di Nove.
  4. ^ I tredici nuovi decanati della diocesi, su chiesadinapoli.it. URL consultato il 26 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
  5. ^ san.beniculturali.it, http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-conservatore?codiSan=san.cat.sogC.20315.
  6. ^ Le date che tradizionalmente vengono attribuite a ciascun vescovo non sono identiche negli autori citati tra le fonti; si è preferito riportare nella seguente cronotassi (fino a Stefano III all'inizio del X secolo) solo le date certe in cui i vescovi sono menzionati da fonti e documenti esterni ai due cataloghi antichi.
  7. ^ Lanzoni, op. cit., p. 220.
  8. ^ Questo è il periodo in cui, con tutte le cautele del caso, potrebbe essere vissuto sant'Aspreno in base alle date riportate dal Catalogus; cfr. Lanzoni, op. cit., pp. 221-222.
  9. ^ San Fortunato è il primo vescovo napoletano storicamente documentato; a lui e ad altri vescovi fu indirizzata una lettera scritta dai partecipanti ad un conciliabolo ariano celebrato a Filippopoli contestualmente a quello di Sardica fra il 342 e il 344.
  10. ^ Nelle Gesta e nel Catalogus l'ordine dei vescovi, dopo Fortunato, è il seguente: Massimo, Zosimo, Severo e Orso. Successivamente alcuni autori (dei quali si fa voce Cappelletti) hanno inserito, modificando l'ordine originario delle due fonti antiche, i nomi dei presunti vescovi Marciano e Calepodio, che Lanzoni esclude: Marciano sarebbe un santo venerato a Benevento, Frigento e Napoli; Calepodio fu un vescovo campano presente al concilio di Sardica, che alcune lezioni chiamano erroneamente Calepodius neapolitanus (Lanzoni, op. cit., p. 220-221).
  11. ^ La lettura e l'interpretazione dei manoscritti non è unanime negli storici; Lanzoni indica gli anni 579 e 582, Cappelletti invece il 581 e il 584.
  12. ^ È documentato con certezza nel dicembre 590.
  13. ^ Gregorio Magno non approvò l'elezione di Paolo di Nepi come successore di Demetrio, avvenuta nel dicembre 591; e nemmeno quella di Fiorenzo, fatta nel dicembre 592; cfr. Lanzoni, op. cit, p. 227.
  14. ^ Fortunato II era ancora vivo nel mese di aprile del 600, mentre a luglio papa Gregorio Magno disapprova l'elezione del suo successore; cfr. Lanzoni, op. cit, pp. 227-228.
  15. ^ Queste sono le date approssimative dell'episcopato di Agnello secondo il Dizionario Biografico degli Italiani (volume I, 1960). Storicamente l'unica attestazione certa è la sua partecipazione al sinodo romano del 680.
  16. ^ Questo episcopus electus è menzionato da Cappelletti, che gli assegna gli anni 811-818, ma è assente nei due cataloghi antichi ed è omesso da Gams. La cronologia dei vescovi del IX e X secolo sono diverse in questi due autori.
  17. ^ Documentato nell'861.
  18. ^ Documentato dall'878 all'881.
  19. ^ Stefano III è l'ultimo vescovo menzionato negli antichi cataloghi episcopali napoletani. Secondo Cappelletti, il suo successore Atanasio III iniziò il suo episcopato nel 937, mentre il Catalogus attribuisce a Stefano III otto anni di episcopato.
  20. ^ Menzionato da Gams, ma assente, secondo Eubel, nella bolla di nomina di Aiglerio.
  21. ^ Archbishop Guglielmo Vasco [Catholic-Hierarchy], su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 21 gennaio 2023.
  22. ^ Napoli {Naples} (Archdiocese) [Catholic-Hierarchy], su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 21 gennaio 2023.
  23. ^ La nomina di Bernardino Carafa, vescovo di Chieti, alla sede di Napoli è menzionata dalle principali fonti storiche sull'arcidiocesi, ma è assente in Eubel, il quale inoltre sembra confondere la nomina di Bernardino Carafa con quella di Gianvincenzo Carafa. Bernardino morì prima di prendere possesso dell'arcidiocesi.
  24. ^ Eletto papa, mantenne la sede napoletana, ove vi nominò dei vicari o degli amministratori apostolici: Eubel menziona un Giulio Quinziano, nominato nel maggio 1555; per Cappelletti fu vicario Giulio Pavesi, vescovo di Vieste.
  25. ^ Secondo Gams e Eubel muore il 24 agosto.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN163477867 · ISNI (EN0000 0001 1224 0878 · SBN NAPV101431 · LCCN (ENn80048488 · BNF (FRcb119486635 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n80048488