Nocturna – Recensione: Of Sorcery And Darkness

Nocturna – Recensione: Of Sorcery And Darkness

Nel 2022 avevamo recensito in termini piuttosto positivi l’esordio symphonic-power dei Nocturna, progetto tutto italiano del chitarrista, compositore e polistrumentista Federico Mondelli (Frozen Crown, Be The Wolf, Volturian) che si caratterizza per la presenza di due cantanti: gli intrecci vocali di Greta “Grace Darkling” Cangelosi e Serena “Rehn Stillnight” Cetra hanno contribuito a tal punto alle fortune di “Daughters Of The Night” che un seguito appariva fin da subito meritato e scontato. Quel seguito assume oggi le fattezze di dieci nuove tracce registrate in quel di Settimo Torinese e, non potrebbe essere diversamente, si pone come diretta continuazione del discorso intrapreso due anni fa: sulle ritmiche travolgenti di tipico stampo power si stagliano infatti le voci di Grace e Rehn, capaci di reggere la scena sia quando impegnate singolarmente sia quando chiamate ad intersecare o sovrapporre le proprie parti (“Creatures Of Darkness”). Per quanto si tratti di due artiste assolutamente preparate, la loro interpretazione è – intelligentemente – funzionale allo stile scorrevole e contemporaneo che Mondelli ha pensato per i Nocturna: la sensazione è dunque quella di un symphonic equilibrato e frutto di un’idea precisa, piuttosto che un semplice progetto dato per dare visibilità a due nuove personalità. Come avevamo già rilevato in passato, qui l’idea è quella di un power quadrato, corale e curato in tutte le sue componenti (“Sapphire”), alla ricerca – riuscita – di un equilibrio che gli permetta di coniugare una discreta potenza espressiva con un’immagine tutto sommato lieve, e molto meno dark di quanto i materiali a corredo non farebbero anticipare.

Delle due cantanti non si può che parlare in termini entusiastici: perfettamente coinvolte nel progetto, sanno entrambe muoversi tra i registri con apparente facilità, alternando momenti che privilegiano la pura incisività con altri nei quali emerge il notevole bagaglio tecnico di entrambe. Si tratta di un elemento da non sottovalutare, e che contribuisce grandemente alle fortune dei Nocturna: al di là di un aspetto piacevole, ma sul quale per fortuna la band non indugia, c’è infatti la comprensione dei punti di forza delle creazioni di Mondelli, ed il ricorso ad approcci ed interpretazioni differenti per esaltarli senza che l’ascoltatore debba affaticarsi né preoccuparsi di nulla. Particolarmente degni di nota sono i momenti più intimi, nei quali rilevante è lo spazio per l’espressività e la rifinitura: è il caso ad esempio di una “Through The Maze” e di una “Last Day On Earth” che permettono alle voci di ritagliarsi uno spazio maggiore, alla ricerca di un’interpretazione più intensa e riuscita, di una sfumatura più personale e pronunciata che permetta al carattere femminile dei Nocturna di emergere con un piglio ed una fisicità che a tratti si vorrebbero ancora più decisi.

I suoni sono brillanti, le note raramente basse e forte è la componente aspirazionale che eleva gli animi e conduce ai ritornelli: un dark trascinante e luminoso, quindi, che vede ogni interprete evidentemente a proprio agio con i temi, le atmosfere e la rappresentazione di un immaginario non nuovo, ma ricostruito in modo efficace. La facilità con la quale tutto scorre e le scene cambiano non è sinonimo di superficialità: al contrario, i brani sono in gran parte riconoscibili e piacevolmente sintetici, facili all’ascolto (complice una produzione molto lineare e pulita a cura di Andrea Fusini) ma non per questo avari di dettagli, eleganti arrangiamenti sinfonici e momenti di interessante intensità ritmica (“Noctis Avem”).

Rispetto ai connazionali Deathless Legacy, per dire, l’immagine dei Nocturna è più visual, cosplay e barocca, maggiormente influenzata dai rimandi classici e più votata alla composizione di un’immagine d’insieme di ampia ed avvolgente portata: si tratta insomma di un power declinato in maniera diversa e più lineare, nel quale le orchestrazioni completano senza coprire, certamente più incline a quella ripetitività che la durata ridotta del disco (sui trentacinque minuti, al netto di un intrigante intermezzo strumentale) pare fatta apposta per scongiurare sul nascere. “Of Sorcery And Darkness” è un disco che esibisce un’invidiabile maturità ed unicità d’intenti, ancora più apprezzabile se consideriamo che si tratta solamente del secondo lavoro della formazione lombarda. La chiarezza dell’idea di base unita alla professionalità con la quale ogni aspetto è stato curato garantiscono una continuazione del percorso che aspira ad essere convincente, più che sorprendente: in questo senso le nuove canzoni dei Nocturna rappresentano più una conferma che una rivelazione, ma quando le basi sono buone in partenza – e dotate di una giovanile freschezza che questo disco sa come esaltare – si tratta di una scelta oculata e condivisibile, che garantisce un ascolto piacevole senza prendersi l’inutile rischio di cambiare qualcosa che funziona così bene.

Etichetta: Scarlet Records

Anno: 2024

Tracklist: 01. Burn the Witch 02. Sapphire 03. Noctis Avem 04. Creatures of Darkness 05. Midnight Sun 06. First Disobedience 07. Seven Sins 08. Through the Maze 09. Strangers 10. Last Day on Earth
Sito Web: facebook.com/officialnocturna

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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