30 anni in un secondo: trama e perché vederlo

30 anni in un secondo: 4 motivi per cui questo film ha ancora qualcosa da dirci

Lunga vita a Jenna Rink

Ragazze, occhio (e, sì, diciamo ragazze perché ci rivolgiamo all'adolescente che è in voi): il film 30 anni in un secondo è disponibile su Netflix. Non fate finta che la cosa non vi interessi. Se c'è infatti una commedia, frivola e coloratissima, che nei primi anni 2000 è assurta a unanime guilty pleasure, ecco, quella è proprio 30 anni in un secondo o, se preferite, 13 going on 30. La piccola Jenna Rink che esprime con tutte le sue forze il desiderio di crescere e, di colpo, si ritrova nel corpo di se stessa a 30 anni (Jennifer Garner), ci aveva parecchio divertito all'epoca. Ebbene, oggi questa pellicola ha ancora molto da dirci: sono almeno quattro i motivi per cui vale la pena rivederla su Netflix, a quasi vent'anni di distanza.

Jenna Rink siamo (tutte) noi

Lo sappiamo: oggi il "vediamo come sarò da grande" è un cliché narrativo alquanto usurato sia al cinema che in tv. Da Big a 17 again, passando per The family man, verrebbe da dire che ormai abbiamo dato con i personaggi intrappolati nel corpo di un altro se stesso. Tuttavia in 30 anni in un secondo c'è dell'altro. Molto altro. Dentro, infatti, ci siamo noi vent'anni dopo. Per essere più chiari: nel 2004, quando abbiamo visto il film, probabilmente empatizzavamo con la 13enne Jenna. Non che avessimo la sua stessa età, ma sicuramente anche noi ci chiedevamo "chissà come sarò da grande". Bene, adesso, ossia quasi vent'anni dopo, lo sappiamo "com'è da grandi" e vedere quella ragazzina - per cui una volta facevamo il tifo - confrontarsi con la sua versione "trentenne, vincente e seducente" ci porta dritti dritti a farci la seguente domanda: "Sono felice di come sono diventata?". Improvvisamente, quindi, una pellicola senza pretese diventa un'occasione di riflessione perché ci mette davanti alla Jenna Rink che è in noi: cosa è stato dei nostri sogni di ragazzina? Siamo state all'altezza delle nostre aspettative? E soprattutto: siamo la versione migliore di noi stesse?

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Nostalgia canaglia

Mettetela come volete ma gli anni 80 continuano ad avere il loro dannato fascino. La storia inizia infatti nel 1987 e, già alla seconda inquadratura, adorerete il trucco arcobaleno della 13enne Jenna, così come i suoi outfit sgargianti, i nastri, le scarpe da ginnastica, gli scaldamuscoli con i brillantini... insomma, tutto. Quando poi la nostra viene sbalzata nel futuro, il mix tra il guardaroba dei primi anni 2000 e quello anni 80 è una gioia per gli occhi. Non che lo copieremmo, però è sicuramente un toccasana per l'umore.

Arnaldo MagnaniGetty Images

Per non parlare delle coreografie. Una delle scene cult di 30 anni in un secondo è indubbiamente il ballo sulle note di Thriller di Michael Jackson. Ve lo ricordate? Alla festa del magazine Poise, gli invitati si annoiano: nessuno balla, qualcuno inizia addirittura ad andare via. Così Jenna prende in mano la situazione: va dal dj e gli chiede di mettere su Thriller. La musica parte ma la pista resta ancora vuota. Così, si butta lei trascinando anche il suo amico di sempre Matt. Non appena i due iniziano a ballare, la coreografia diventa contagiosa e tutti si buttano in pista. E pure noi, dal divano, quasi quasi ci uniremmo volentieri...

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Romanticismo fuori dai clichè

Quindi sì: c'è l'effetto nostalgia e una trama all'insegna del disimpegno. Due cose che, soprattutto quando sono unite, funzionano sempre. Però c'è anche una genuina e sana dose di cattiveria. La storia fa infatti leva sugli equivoci comici solo il giusto: la Jenna 30enne ha comportamenti da adolescente, ma non è quello il fulcro del film. A tenere banco è invece una delle storie romantiche con il potenziale peggior finale di sempre. Non facciamo spoiler (magari non ve lo ricordate) ma a 10' dalla fine lo sceneggiatore si rivela duro ma giusto. Non ci sono sconti. Per nessuno. Se non vuoi "essere originale, ma fica" come reclamava Jenna a 13 anni, questo è quello che avrai: cuore infranto compreso. Inoltre tutta la trama è innervata da un tasso di cattiveria fuori dal comune per le commedie adolescenziali: la Jenna adulta è tremenda ma non è che quella del 1987 scherzasse. Anzi. Il candore che ha è solo frutto dell'età, non certo del carattere. La trama ha quindi un graffio che non ti aspetti.

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Cast

Last but not least, il cast. Nei panni dei due protagonisti, ossia di Jenna e del suo migliore amico Matt, ci sono Jennifer Garner e Mark Ruffalo. La prima è post successo Alias: la mitica serie che l'ha consacrata eroina action tanto da valerle poi il ruolo di Elektra nell'omonimo film e nelle due serie tv di Netflix (Daredevil e Defenders). Il passaggio alla commedia romantica fu quindi un bel cambio di registro per lei e, al netto di qualche smorfietta di troppo, l'attrice risulta convincente. Mark Ruffalo è invece pre successo di Avengers e, bisogna riconoscerlo, appare in forma smagliante: buca lo schermo e dal minuto 1 fai il tifo per lui. Per tutte coloro che sono ancora #TeamRuffalo: lui e Garner sono tornati a recitare insieme nel film The Adam project. Infine, chiudiamo con una piccola chicca: sulla copertina di Poise troneggia Jennifer Lopez. Ai tempi delle riprese, la Garner si era appena legata sentimentalmente con Ben Affleck che aveva rotto con JLo... Come sappiamo, però, i Bennifer si sarebbero ritrovati e vedere adesso quella cover della Lopez fa quasi pensare a un monito profetico...

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