Brigata XXVIII marzo

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Brigata XXVIII marzo
Attiva1980
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ContestoAnni di piombo
IdeologiaEstrema sinistra
Affinità politicheBrigate Rosse
Componenti
FondatoriMarco Barbone
Componenti principaliPaolo Morandini
Manfredi De Stefano
Francesco Giordano
Daniele Laus
Mario Marano
Attività
Azioni principaliOmicidio di Walter Tobagi
Primi collaboratori di giustiziaMarco Barbone

La Brigata XXVIII marzo è stato un gruppo terroristico di estrema sinistra formato a Milano nel maggio del 1980.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome fu scelto per ricordare un sanguinoso scontro armato del 28 marzo di quell'anno: i carabinieri del nucleo operativo di Genova fecero irruzione in un covo delle Brigate Rosse e, dopo un conflitto a fuoco, uccisero i quattro brigatisti che occupavano l'appartamento. L'avvenimento destò grande sensazione nella sinistra extra-parlamentare ed infatti la Brigata XXVIII marzo si proponeva di entrare in contatto, tramite la lotta armata, proprio con le BR. Le modalità dell'irruzione e l'esatta dinamica dei fatti rimasero non del tutto chiari e suscitarono polemiche, facendo sorgere dubbi sull'operato dei carabinieri e sull'effettiva necessità di uccidere tutti i brigatisti sorpresi nell'appartamento.

Il suo leader fu Marco Barbone, uno studente milanese, ed il gruppo era formato da persone provenienti da altre formazioni come Brigate Comuniste, Unità Comuniste Combattenti e Formazioni Comuniste Combattenti.

Oggetto della attività terroristica fu il mondo dei media, soprattutto i giornalisti della carta stampata. Nel maggio del 1980 a Milano ci fu il ferimento di Guido Passalacqua, giornalista di Repubblica e l'omicidio di Walter Tobagi del Corriere della Sera. Tobagi era uno dei più importanti giornalisti del momento e presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti; dalle colonne del quotidiano milanese aveva spesso analizzato in maniera fortemente critica gli anni di piombo in Italia.

Nell'ottobre del 1980 Barbone fu arrestato e la sua collaborazione con le forze dell'ordine portò all'arresto dei membri del gruppo. Grazie alla legge sui pentiti, e tra lo stupore e l'indignazione generale, poté uscire di prigione subito dopo il processo e godere di una nuova vita e identità. Il Pm Armando Spataro, che condusse l'indagine, disse: "[la legge sui pentiti] è una legge votata dal Parlamento, che ha salvato decine di vite umane, azzerando il terrorismo".

La Brigata XXVIII marzo ha operato solo in Lombardia e per la sua attività sono state inquisite 19 persone.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]