Kevin Mirallas non ha mai vestito i colori dello Standard in Serie A, ma ne resta un fervente tifoso. La situazione attuale del club ovviamente non gli piace.
Prima di andare in pensione, Kevin Mirallas gli sarebbe piaciuto davvero tanto vestire i colori della sua società di formazione: lo Standard de Liège. Nel 2021, prima di firmare per il Portogallo, ha mantenuto la forma con gli Espoirs Rouches, senza che questo lo portasse ad un’ultima parentesi in Belgio.
Oggi direttore sportivo dell’Eendracht Aalst, resta un fervente sostenitore dello Standard. “Sono uno dei rari giocatori belgi che non lo ha mai nascosto”, sorride quando gliene parliamo. “Naturalmente, quindi, è triste convivere con la situazione attuale del club”.
Per Mirallas è il prodotto di anni di cattiva gestione. “Questi sono i frutti raccolti da diverse stagioni, non solo da questa. La scorsa stagione c’è stato un miglioramento. E i nostri tifosi non si arrendono”, sottolinea.
Mirallas capisce Deila
“Questo miglioramento è dovuto in particolare al lavoro di Ronny Deila, che ha fatto la scelta di andarsene. Dovevamo rispettarlo. E se ha fatto questa scelta, è perché sapeva bene cosa sarebbe successo in questa stagione”, si rammarica Kevin Mirallas, allenato allo Standard dal 1995 al 2004. “Col senno di poi, possiamo dimostrargli che si sbaglia?”
Ivan Leko sembra rimpiangere la stessa situazione in questo momento e non sa davvero da che parte stare. “Sappiamo che la rosa verrà rimodellata, che i prestiti spariranno, che alcuni dirigenti verranno ceduti… su quali basi si ripartirà?”, chiede il direttore sportivo dell’Aalst.
Il tifoso che è in lui spinge Mirallas a dare un consiglio a Pierre Locht e 777 Partners: “Da tifoso quello che mi piacerebbe sentire è un discorso trasparente. Che si concentrino sull’Academy, sui giovani del club, per ricostruire in in modo sano”, ritiene. “Non ha senso promettere ai fan ogni sorta di meraviglie in modo che alla fine non vedano nulla in arrivo.”
