Gli italiani in Russia: "Chi vive qui appoggia Putin, e gli affari vanno ancora bene"
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Mercoledì, 7 Giugno 2023
Le testimonianze / Russia

Gli italiani in Russia: "Chi vive qui sta con Putin, i ristoranti sono pieni"

Abbiamo intervistato due ristoratori che abitano e lavorano a Mosca e Chelyabinsk. Ecco cosa ci hanno raccontato

Il conflitto in Ucraina non ha per ora stravolto la vita e le abitudini dei russi. Questo almeno è quello che ci hanno raccontato due ristoratori italiani che vivono e lavorano a Mosca e Chelyabinsk (città alle pendici meridionali degli Urali, non lontana dal confine col Kazakistan) e che in Russia hanno intenzione di rimanerci, nonostante la "guerra fredda", passateci l'espressione, che si è aperta con l'Occidente e quella reale in corso con Kiev. 

Se per le agenzie di rating esiste il pericolo imminente che il Paese guidato da Putin vada incontro al default tecnico, il peso delle sanzioni non ha per ora mandato al tappeto l'economia reale. Così almeno assicura chi è lì. I ristoranti sono pieni? Di sicuro "non siamo sotto assedio" ci dice Ivan che vive e lavora a Mosca dove è titolare di una pizzeria e lavora come consulente nel settore della ristorazione. "Qui la vita è normale, c'è stato un leggero calo della clientela, ma parliamo di un 10%", una flessione che secondo l'imprenditore è dovuta più a una componente psicologica che a effettive difficoltà economiche. "Poi il futuro non lo leggo" precisa, "non so cosa accadrà tra un mese o tra tre mesi".

Putin Russia, EPA ANSA-2

Vero è che i prezzi dei prodotti importati sono già aumentati. Anche per il crollo del rublo. Un esempio è quello della farina: "Prima compravo un sacco da 2,5 kg a 2500 rubli, ora viene venduto a 8mila rubli. Tutto l'import ha avuto un incremento del 150-200%. Io mi sto già attrezzando per fare a meno dei prodotti europei perché a questi prezzi non si può lavorare". Un discorso a parte andrebbe fatto sugli insaccati "che al 90% erano già sotto sanzione", ma venivano importati da San Marino, e che ora, dopo la nuova stretta, vuole iniziare a produrre direttamente in loco. E la vita in Russia? "Finora posso dire di aver avuto molti più problemi in Italia che qua, il lavoro è molto più elastico e c'è meno burocrazia. Qui fare business è molto più semplice: chi ha voglia di lavorare non resta senza lavoro, esce da un posto e viene assunto in un altro".

"Il popolo appoggia Putin"

In Italia Ivan non ha alcuna intenzione di tornarci. Anche ora che la Russia è isolata dall'Occidente (e non solo). "Sono fiducioso che chi è al governo riuscirà a mettere le cose apposto, continuo a credere in questa nazione". E la guerra in Ucraina? "La Russia non sta facendo una guerra alla gente ucraina, me lo dicono i miei collaboratori che hanno parenti e familiari nel Donbass. Lì la gente viene aiutata dai soldati russi". Sulla base della sua esperienza, Ivan sostiene che i cittadini russi siano in gran parte favorevoli all'offensiva ordinata da Mosca: "Ci sono dei dissidenti, ma l'85% del popolo appoggia Putin" ci dice (un sondaggio indipendente realizzato da Russian Field stima invece una percentuale di favorevoli del 58,8%, con punte di oltre il 70% tra chi ha più di 60 anni, mentre l'adesione scende al 41,7% tra chi ha un'età compresa tra 18 e 29 anni). 

In Russia, dice il ristoratore, "la gente comune è triste per quello che sta succedendo". Sull'attacco mosso da Mosca Ivan ha una posizione che coincide sostanzialmente con la linea del Cremlino. E che noi per dovere di cronaca riportiamo. "Russi e ucraini sono popoli fratelli, la maggior parte dei miei clienti e dei miei colleghi ha un parente là", ma "quest'operazione era inevitabile per risolvere un problema che ormai si era incancrenito" perché il governo ucraino "voleva eliminare la razza russa nel Donbass". 

Luigi, ristoratore in Russia: "Qui la vita è normale"

Per capire come si vive in Russia abbiamo raccolto la testimonianza di un altro italiano espatriato, titolare di tre pizzerie a Chelyabinsk, città che ai più non dirà molto ma conta 1,3 milioni di abitanti ed è capitale di un Oblast grande come il Portogallo. Luigi ha deciso di partire dopo aver perso il lavoro. "Mi ero appena sposato con una ragazza russa e a 46 anni mi sono trovato spiazzato. In Italia non riuscivo a trovare nulla, qui la situazione è completamente diversa, il lavoro non manca anzi a volte ho difficoltà a trovare personale".

Dopo essersi formato in Italia come pizzaiolo, Luigi ha aperto nel 2017 la sua prima pizzeria insieme a un socio e poi ha deciso di mettersi in proprio. Ora gli affari vanno bene. "Mi sono fatto strada da solo, ho registrato il mio marchio e ora ho un nome e una posizione". Luigi sostiene di non aver sentito troppo il peso delle sanzioni, anche perché "cerco di usare prodotti a chilometro zero che vengono da questa città" o dal resto del Paese. "Prima importavo il prosciutto da San Marino, ora che è diventato un problema userò il tonno affumicato che è molto apprezzato e sta bene sulla pizza". La vita in Russia scorre normale. "Nei primi due giorni qualche cliente ha avuto dei problemi con i pagamenti elettronici, ma ora è tutto risolto. Nei supermercati si vende ancora pasta italiana e non ho visto i bancomat presi d'assalto. Anche facebook a me funziona benissimo. Qui si vive normalmente, è come se non fosse successo nulla. Questo è quello che vedo io".

Pizzeria-2

"Nessuno mi parla male di Putin, i russi incolpano la Nato"

Ma possibile che non ci sia almeno un po' di preoccupazione per quanto sta accadendo? "Il popolo russo è abituato a un clima un po' pesante, ma non li vedo assolutamente preoccupati. Nessuno parla di guerre, le persone che si siedono a tavola sono sorridenti e hanno voglia di divertirsi. Non ho avuto un calo della clientela, anzi paradossalmente se dovessero chiudere i ristoranti McDonald’s e Burger King (che però, a quanto ci riferisce sono ancora aperti, ndr) potrei anche avere più clienti. In questa città la gente è abituata a mangiare fuori, gli affari vanno bene". Su quanto sta accadendo in Ucraina "non ho visto nessuna manifestazione contro Putin" racconta. Anzi. "Tra le persone che conosco non c'è nessuno che me ne abbia parlato male". Propaganda o no, gli italiani in Russia ci raccontano che il capo del Cremlino è ancora molto apprezzato in patria.

Secondo i russi, dice ancora il ristoratore, "la colpa di questa situazione è della Nato, dell’Europa e degli Stati Uniti. Questo è un popolo molto orgoglioso e per loro è anche una questione di dignità. Per combattere i russi bisogna conoscerli. Non vogliono la morte di altri popoli, ma sono convinti che la Nato voglia sottometterli". Come il suo collega di Mosca, anche Luigi non pensa minimamente a tornare in Italia: "Io mi trovo benissimo in questa città e in questo Paese, questo è un popolo tranquillo che ama divertirsi, la Russia mi ricorda un po' l'Italia degli anni '80 e '90".  

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