Fedez continua a fare battute infelici su Emanuela Orlandi: «Il Papa dice che è in cielo? Forse fa la pilota». Moni Ovadiasi scaglia contro l’invito di Zelensky a Sanremo: «Basta umiliazioni a Putin». Gli fa eco Matteo Salvini, più sprezzante del solito: «Zelensky? Non so come canta, ho altre preferenze». Nevica a Ragusa? Il senatore Lucio Malan: «Fiocchi che imbiancano la città. Il riscaldamento globale non perdona».
Ogni giorno registriamo ingiurie al silenzio. Tutti hanno accesso alla parola, e non è stata una conquista facile. Una volta acquisito il diritto, però, lo si è svuotato di valore.
Perché si parla senza più dare peso alle parole? Qualcuno sostiene che è colpa della tecnologia: le dinamiche comunicative dei social trasudano dell’immediatezza tipica di un dialogo al bar. Per emergere da un contesto sempre più frenetico, per avere visibilità c’è poi bisogno della battuta a effetto.
Qualcun altro sostiene che nel nuovo contesto mediale, così affollato, è venuta meno la passione per la verità: tanto nessuno più chiede conto di quello che si dice.
«Tutte le parole sono logore e l’uomo non può più usarle». Con sorprendente «modernità» l’Ecclesiaste (1, 8) coglieva nel segno uno dei punti deboli della comunicazione umana giunta oggi, come non mai, alla sua fase parodica.
28 gennaio 2023, 23:03 - modifica il 28 gennaio 2023 | 23:04
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