L'America e il resto del mondo non sono esattamente alla ricerca di titoli drammatici, anzi hanno forse bisogno di qualche simpatica scemenza per alleggerire un poco l'atmosfera plumbea. Ci sono, infatti, barricate che sono state erette a New York dopo l'incriminazione di Donald Trump con accuse penali, in Ucraina continua una guerra sanguinosa e brutale e in Francia le rivolte contro la riforma del sistema pensionistico stanno continuando a scuotere il governo del presidente Macron. Per non dire, tornando agli Usa, dell'ennesimo mass shooting, avvenuto qualche giorno fa in una scuola di Nashville e che ha fatto 7 morti. Dall'inizio dell'anno, questa è la 129esima. 129 sparatorie solo da gennaio ad oggi. Tuttavia, probabilmente anche per il bisogno di una pausa da quelli che sono i veri drammi di una nazione che non sta trovando soluzioni a questa catena di stragi da armi da fuoco, per gran parte delle ultime due settimane un sorprendente grado di attenzione dei media si è concentrato su una piccola città di montagna nello Utah per una controversia legale di imbarazzante banalità avvenuta durante una vacanza sulla neve.

park city, utah march 24 actress gwyneth paltrow enters the courtroom for her trial on march 24, 2023, in park city, utah terry sanderson is suing actress gwyneth paltrow for $300,000, claiming she recklessly crashed into him while the two were skiing on a beginner run at deer valley resort in park city, utah in 2016 photo by rick bowmer poolgetty imagespinterest icon
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Lo scontro tra le parti, proprio per questa sostanziale irrilevanza della vicenda, si è svolto nelle aule di un tribunale civile. Ma, se non abitate su pianeti lontanissimi, saprete bene che il processo ha appassionato media, social e "pubblico a casa", perché ad essere coinvolta era una delle più famose celebrità, una di quelle di serie A, del mondo: l'attrice e guru del benessere Gwyneth Paltrow. Gwyneth Paltrow, ha seduto al banco degli imputati prima e dei testimoni poi del suddetto processo durato appena otto giorni nel tribunale di Park City, chiamata in causa da un oculista in pensione e veterano militare. E la sua prima apparizione in aula con la messa in piega perfetta e la mise perfetta (occhiali di varie fogge, giacca doppiopetto grigio oggi e total black con anfibio il giorno dopo) ha incantato tutti per un dettaglio da raffinatissima stratega dell'ottenimento di attenzione: una bottiglia d'acqua minerale in vetro in mano. Il contorno, e cioè la contesa, è noiosissima, non fosse stata raccontata con delizioso brio sia dai protagonisti che dai loro team, che si sono sfacciatamente divertiti durante quella poco più che settimana sotto i riflettori.

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I fatti risalgono al 2016, quando l'attrice si trovava insieme alla famiglia nello Utah, per una vacanza sugli sci. Proprio sulle piste è avvenuto l'incidente: mentre scendeva distratta dal pendio, l'attrice si sarebbe schiantata contro Terry Sanderson, infliggendogli danni cerebrali e rompendogli le costole, senza preoccuparsi di prestargli aiuto. O almeno questo è ciò che ha sostenuto (senza convincere la corte) l'accusa, che aveva chiesto un risarcimento di 300 mila dollari. Gli avvocati di Paltrow però non hanno fatto attendere la loro contromossa, con un altro colpo da maestra di Paltrow che ha contro-querelato l'uomo, chiedendo 1 dollaro di danni, più le spese legali. Perché, infatti, l'imprenditrice il cui patrimonio si aggira intorno ai 200 milioni di dollari (per altro la sua Goop ora attirerà ancora più acquirenti, che ve lo diciamo a fare), ha affermato che no, è stato Sanderson a infilarsi con gli sci dentro i suoi (la dinamica, almeno per come è descritta dall’attrice, è spassosa), e che lei non ha capito cosa stesse succedendo, fino poi a capitolare sulla pista insieme al tizio – che ha perso la (millantata?) GoPro quindi non può dimostrare nulla. E con quella richiesta di un dollaro, come ha fatto notare ridacchiando Kristin VanOrman, l’avvocata di Sanderson, Paltrow avrebbe "citato" la richiesta del 2017 di Taylor Swift per l’abuso subìto quattro anni prima da parte di un conduttore radiofonico; richiesta di un dollaro appena perché – sintetizzando – i danni per questo genere di violenza sono inquantificabili, dunque il dollaro è simbolo e monito per tutti e tutte.

Da questa comune richiesta, parte dell'interrogatorio a Paltrow è stato condotto intorno al suo legame con la pop star americana, in un reciproco e divertito scambio che tutto sembrava tranne che un frame di un processo. Quando una persona ricca e famosa finisce davanti alle telecamere di un tribunale, ci ricorda che il sistema giudiziario si muove su due livelli, favorendo in modo schiacciante i ricchi e, come visto in tantissimi altri casi decisamente più seri, punendo negli Usa in modo sproporzionato i poveri e le persone nere. Questo caso ci ha anche ricordato che il sistema giudiziario è facilmente sfruttabile in altri modi, legati al gossip e allo showbiz: perché di fatti, tutta questa attenzione dovrebbe essere posta sul fatto che Gwyneth Paltrow sia o meno amica di Taylor Swift? Un bel chi se ne frega no?

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Il processo è stato trasmesso da alcuni canali statunitensi e su YouTube (dove ha collezionato qualcosa come 80 milioni di visualizzazioni), ed è stato considerato a tutti gli effetti uno show televisivo di intrattenimento. Ma senza la drammaticità del re dei processi mediatici degli ultimi anni, il Depp Vs Heard, che è anche una delle più tristi storie hollywoodiane di reciproche e terribili accuse. Qui, nello Utah che mai come ora gode di popolarità, è tutta una caciara, e gli utenti di Twitter e di TikTok, infatti, oltre a condividere parti del processo sui social, hanno usato immagini e video come base per meme memorabili. Qui, inoltre, Paltrow ha incarnato allegramente la caricatura di sé stessa che è stata ripetutamente abbozzata nella cultura pop - ignara e impermeabile alle banalità della vita che la maggior parte delle persone incontra, il tipo di grane, insomma, che può essere evitato con tanti soldi e uno staff a disposizione. Molti imputati facoltosi arrivano in tribunale con abiti e contegno pensati per renderli più riconoscibili. Gwyneth Paltrow è arrivata con abiti che costano più delle mie rate mensili del mutuo, portando con sé un taccuino Smythson che costa 325 dollari. Anche questo fa parte del suo marchio, che assicura ai suoi clienti che la maggior parte dei nostri più variegati bisogni corporali può essere soddisfatta con un assortimento di prodotti disponibili su goop.com. Questa combinazione di ricchezza ostentata e un'affinità per lo stile di vita barocco conferisce all'attrice-imprenditrice un'aura da semi dea, che a seconda della vostra sensibilità potrà attrarvi o respingervi poderosamente.

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Ma niente di tutto ciò può spiegare perché il processo Sanderson-Paltrow si sia rivelato così avvincente e abbia indotto le reti di notizie statunitensi e persino la BBC ad allertare sui liveblog l'arrivo della sentenza. E allora torniamo all'incipit: la gente voleva qualcosa che non avesse importanza perché stavano accadendo tantissime cose orribili e spaventose. Secondo Bob Thompson, professore di media alla Syracuse University, scomodato dal The Guardian per avere un'opinione in merito, “Harvey Weinstein e OJ Simpson sono stati importanti a tutti i livelli, ma questo processo era un burlesque comico. C'era un optometrista che si scontrava con una star. Era il signor Magoo. Era un papà. Nella prima fase della sua vita, Paltrow era l'affascinante e algida celebrità di un sacco di film cult. Nelle fasi e stagioni successive è diventata incarnazione di uno stile di vita stravagante con le sue candele e le sue "cose" di auto-aiuto. È sempre stata al limite dell'auto-parodia. Ora i media sono entrati in azione e tutto questo reportage finisce per essere il fulcro di una serie tv, firmata e diretta da Gwyneth Paltrow". Perché, come abbiamo detto di Chiara Ferragni, le più lucide donne dell'imprenditoria e dello show business, hanno grande astuzia, e ci conoscono meglio di quanto immaginiamo. E sono proprio i meme che sanno di regalarci, per fa durare più a lungo di 15 secondi quelle loro apparizioni pubbliche, a doverci far capire che sono sempre un passo avanti a noi. Che di fatti siamo qui a commentarle.

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