Ritratto del più longevo consorte reale della corona britannica.
Avrebbe compiuto 100 anni fra due mesi. Il principe Filippo, marito della regina Elisabetta II, è morto il 9 aprile 2021.
Il suo decesso è stato da Buckingham Palace. "È con profondo dolore che Sua Maestà la Regina ha annunciato la morte del suo amato marito, Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Sua Altezza Reale è deceduto serenamente questa mattina al Castello di Windsor", si legge nel comunicato della casa reale.
La nascita, la guerra e l'incontro con Elisabetta
In tutti questi anni, Filippo è stato un pilastro del regno di Elisabetta II, sebbene sempre un passo indietro, con stile e discrezione.
Il futuro Duca di Edimburgo nasce a Corfù il 10 giugno 1921. All'anagrafe è Philip Mountbatten, principe di Grecia e di Danimarca, carico di titoli araldici ma senza trono.
Si unisce alla marina reale come cadetto all'età di 17 anni sulla corazzata HMS Valiant, impegnata nella battaglia di Capo Matapan, al largo della Grecia. Qui si distingue per riuscire a far funzionare il faro di ricerca così da poter avvistare le navi nemiche al buio. Viene promosso sottotenente e assegnato al cacciatorpediniere HMS Wallace, dove nel 1942 diventa primo tenente di vascello, alla giovane età di 21 anni.
Proprio allora incontra la principessa Elisabetta durante una visita reale al Dartmouth Naval College, nel 1939.
Lui è biondo, aitante, sportivo ma, seppure imparentato con i Windsor e cresciuto in Gran Bretagna, si converte dall'ortodossia all'anglicanesimo solo al momento del sì. Il cognome Mountbatten lo aveva ereditato degli antenati isolani di parte materna, che l'avevano anglicizzato dal teutonico Battenberg.
Nel luglio del 1947 viene annunciato il fidanzamento, giorno del 21° compleanno della regina, e quattro mesi dopo, il 20 novembre, i due si sposano nell'abbazia di Westminster. L'evento, colorato e in pompa magna, fa notizia in tutto il mondo e risolleva gli animi segnati da anni di guerra.
I 74 anni di nozze con la Regina
Si rivelerà un'unione indistruttibile malgrado la difficoltà iniziale a ritagliarsi un ruolo, le rinunce legate alla necessità di camminare nel cono d'ombra di una consorte chiamata già nel 1952 ad indossare la corona e qualche sospetto di scappatella.
Un'unione benedetta da 4 figli (l'eterno erede al trono Carlo, nato nel 1948; quindi Anna, Andrea ed Edoardo) e consolidata dall'intesa personale, dal rispetto tetragono di un certo codice di regole, da un culto pragmatico della tradizione, dalla comune devozione a impegni pubblici e obblighi di corte.
Nella sua lunga vita Filippo è stato anche giocatore di polo, driver fino a tarda età di calesse (e di fuoristrada, tanto da scarrozzarvi 95enne Barack e Michelle Obama), pittore d'acquerelli. Ma soprattutto rappresentante infaticabile della 'Firm', la 'Ditta' familiare della dinastia, in centinaia di associazioni di volontariato.
Incredibilmente attivo nella vita pubblica britannica, negli anni Filippo ha patrocinato, è stato presidente o semplice membro di oltre 780 organizzazioni. Tra queste spicca il premio Duca di Edimburgo, un programma di formazione destinato ai giovani ed esportato in oltre 140 paesi.
Si stima che nel corso della vita abbia partecipato a 22.219 impegni, 637 visite all'estero non accompagnato dalla sovrana e 5.496 discorsi. In tutto questo, ha trovato il tempo di scrivere 14 libri.
Non se ne potrebbe avere tuttavia un ritratto completo senza accennare alle famose o famigerate gaffe, collezionate in quantità nei decenni: qualcuna tinta di pregiudizio, ma alla fine accettate da sudditi e media come un tratto tutto sommato divertente da 'nonno' della nazione.
Durante una visita in Australia, chiese ad esempio se gli aborigeni si stessero ancora tirando lance addosso gli uni con gli altri. Nel 1967 rispose così alla domanda: "Principe, accetterebbe di fare un viaggio a Mosca per alleviare la tensione della Guerra Fredda?" "Volentieri! Anche se quei bastardi hanno ammazzato metà della mia famiglia".
Il figlio primogenito della coppia, il Principe Carlo, venne mandato nel collegio scozzese di Gordonstoun, descritto poi da quest'ultimo con l'espressione "pena detentiva". E proprio in riferimento ai suoi quattro figli, ormai adulti, una volta il Principe Consorte affermò che "avevano fatto piuttosto bene in circostanze molto difficili ed esigenti".
"Viene definito scostante, ma non lo è - disse Dickie Arbiter, ex segretario reale - è solo il suo stile. Non si lascia andare a chiacchiere, di tanto in tanto si lascia sfuggire qualcosa che i media chiamano gaffe, ma probabilmente la maggior parte del tempo dice solo quello che la maggior parte della gente pensa comunque".
Scivolato spesso oltre i confini del politicamente corretto, a lui va il riconoscimento unanime d'aver contribuito da coprotagonista - a suo modo - a portare la monarchia britannica nel XXI secolo.