10 donne fatali del cinema

Nate la prima volta negli anni '60, portate a un nuovo livello da Besson e infine consacrate da Tarantino. Ora le eroine d'azione sono padrone del boxoffice

Menano come gli uomini, hanno le stesse avventure degli uomini e si portano sulle spalle il destino dell’umanità come gli uomini. Negli ultimi anni Hollywood ha scoperto il potere taumaturgico che un’eroina d’azione ha sul boxoffice, moltiplicando le donne che picchiano, saltano, fanno esplodere e sgominano villain. Ora gli action movie con protagonisti femminili sono una realtà non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente, una che non mette in crisi la controparte maschile (ci pensa Stallone a radunare la resistenza) e porta in sala sia i soliti ragazzi che le più inedite ragazze.

A far partire la moderna ondata di femmine fatali è stato Luc Besson con Nikita e questa settimana lo stesso regista francese ritorna al genere che l’ha reso famoso aggiornandolo agli anni del fumetto al cinema con Lucy.

Rilanciate da Quentin Tarantino per poi entrare nell’immaginario collettivo da Twilight in poi, le donne d’azione sono però una delle più grandi innovazioni del cinema mainstream degli ultimi anni, sebbene a nascere oggi sia solo il loro sfruttamento massiccio. Ovvero la proliferazione di film che usano le regole del cinema di genere piegandole agli obblighi del cinema femminile. Le eroine in realtà esistono da molto prima, quel che vediamo da Twilight in poi in realtà sono trame romantiche molto più legate con quelle d’azione, spasimanti multipli e un’inedita centralità di caratteristiche e tematiche femminili nella salvezza del mondo.

Tra le grandi attrici e i grandi personaggi che hanno interpretato donne fatali ci sono autentiche regine del grande schermo, talenti mostruosi e meteore passeggere. Vi abbiamo messo le migliori 10 in ordine di rivoluzionarietà.

10. Faster Pussycat! Kill! Kill!L’obiettivo di Russ Meyer era di eccitare gli uomini e non di fomentare le donne, lavorava sulle convenzioni e i limiti dell’epoca per mostrare una società diversa, una visione diversa del sesso e dei rapporti tra uomini e donne. Insomma gli importava poco delle eroine femminili ma le sue tre ragazze che nel deserto intrappolano e malmenano uomini (daranno poi vita al gruppo di A prova di morte) stanno nell’empireo delle femmine fatali.

9.Tris (Divergent)È un sottoprodotto, cioè ne segue altri, si instrada sul successo dei film tratti da libri per “giovani adulti” come Twilight (che ha cominciato tutto) e poi Hunger Games, riprendendo da quest’ultimo l’ambientazione di fantascienza distopica e la centralità della protagonista femminile, simbolo dell’unicità in un mondo omologato.

8.Coffy (Coffy)Idolo di Quentin Tarantino che l’ha sfruttata in Jackie Brown, Pam Grier in gioventù era la sexy eroina d’azione di molti film afroamericani per pubblico afroamericano: Coffy, Foxy e via dicendo. Ha segnato un’era.

7.Beatrix Kiddo (Kill Bill)La sposa di Bill, letale e inadatta alla vita normale (come le dice Bill stesso) ad inizio anni 2000 ha rilanciato con una forza inusitata il ruolo delle donne nei film d’azione. Il cinema di serie B di più rapido consumo ha subito recepito lo stimolo con film come Underworld o Aeon Flux.

6.Buffy (Buffy l’ammazzavampiri)Nella televisione degli anni novanta si consumava una piccola rivoluzione parallela, una che ereditava quel che avevamo visto decenni prima con Wonder Woman, La donna bionica e Charlie’s Angels ovvero una serialità d’azione a protagonista femminile. Il seguito, la fama e la popolarità raggiunte da Buffy tutt’oggi non le eguaglia nessuno.

5.Sarah Connor (Terminator)Molto passiva nel primo film (eccezion fatta per il finale) ma terribile e letale nel secondo, in cui si arma, mena e spara come un uomo, Sarah Connor è stata la prima eroina di James Cameron. Certo in quei film il cuore di tutto era la macchina e non l’uomo ma da lì in poi Cameron ha esplorato in diverse dimensioni il genere, lasciando sempre nei suoi film, anche quelli con protagonisti maschili, lo spazio per una donna forte.

4.Ellen Ripley (Alien)Era la fine degli anni ‘70 quando di tutto un equipaggio di camionisti dello spazio sopravviveva solo lei, una bella contro una bestia, la materializzazione dei peggiori incubi femminili (c’erano tutti dall’essere aggredita, alla mostruosità fino alle creture che escono dalla pancia). Nel secondo film grazie a Cameron Ripley è poi diventata una figura androgina, violentissima e così nei successivi, esplorando in tutta la saga le diverse dimensioni dell’azione al femminile.

3.Nikita (Nikita)Spietata, precisa e in un modo tutto suo sexy. Nikita era una vera bomba quando è uscito. Delle tante eroine lei era la prima ad essere davvero spietata, apparentemente priva di tutte le caratteristiche tipiche della femminilità, repressa, addestrata ma intimamente bestiale. Besson con un film aveva dimostrato che usare una donna per il ruolo che è solitamente di un uomo può fornire stimoli e idee fresche.

2.Alice (Resident Evil)Ci sarebbe da fare un monumento al valore filmico a Milla Jovovich. È stata un action hero per gran parte della sua carriera, prima grazie al sodalizio con Besson e poi principalmente con Alice nella saga di Resident Evil. Serie di film partita per sfruttare il successo videoludico ma in breve diventata qualcos’altro (su come la serie abbia avuto mille vite e tutte autonome tra anime e film ci sarebbe da scrivere un libro) anche grazie alla presenza della Jovovich, corpo filmico mostruoso capace di dare forza anche alle sceneggiature peggiori, più svogliate e cretine. Femmina fatale sopra ogni riga, paradossale e impossibile, immortale e letale. Alice non si poteva fare con un’altra attrice e in qualsiasi epoca fosse vissuta Milla Jovovich non avrebbe dovuto fare altro che questo.

1.Katniss Everdeen (Hunger Games)Ci sono moltissime ragioni per le quali è forse l’eroina d’azione più importante di sempre. La prima sarebbe l’incasso dei film (che significa anche potere d’influenzare i film che si fanno da ora in poi), la seconda potrebbe essere la complessità del personaggio assieme alla statura dell’attrice (non una normale star ma la migliore delle proprie coetanee e una delle migliori in assoluto), tuttavia in Hunger Games a colpire è come tutto ruoti intorno ai valori femminili, meglio che in Divergent e sfruttando i principi vincenti di Twilight. C’è una doppia storia d’amore che materializza la doppia anima femminile, c’è l’affermazione in un mondo di uomini, c’è il rapporto difficile con la madre e poi una trama nella quale la rivoluzione è fatta tanto attraverso l’azione quanto attraverso acconciature e i vestiti (il ruolo dello stilista interpretato da Lenny Kravitz è fondamentale). Katniss Everdeen abita il genere tipico degli uomini non imitandoli ma costringendo tutto quel mondo narrativo ad adattarsi al fatto che è una donna.