Gian Michele Accomasso: Storia della chimica - Sesta puntata

lunedì 20 marzo 2023

Storia della chimica - Sesta puntata

Le prime teorie atomistiche.

Introduzione.
Per tutto il Medioevo si credette fermamente nella teoria aristotelica della forma e della materia. Ogni reazione chimica era considerata una trasformazione completa della materia; i prodotti della reazione erano completamente nuovi e dei reagenti non rimaneva nulla. le proprietà delle sostanze erano dovute alle forme sostanziali e reali. Per esempio un corpo era bianco perché conteneva la "forma della bianchezza". Le sostanze, inoltre, erano dotate di personalità: esse amavano e odiavano rispettivamente se si combinavano facilmente o meno con altre sostanze.

Si inizia a mettere in discussione la teoria aristotelica.
All'inizio del XVII secolo si cominciò a mettere in discussione la teoria aristotelica. Si tradussero le opere degli atomisti greci come Lucrezio, Erone e Democrito. Alcuni chimici come Daniel Sennert, polacco ma professore in Germania, postularono l'esistenza nella materia di piccolissime particelle individuali chiamate "minima". Altri come il francese Pierre Gassendi accettarono anche l'esistenza del vuoto, spazio privo di materia, dopo le prove sperimentali di Evangelista Torricelli. Gli atomi si muovevano in questo vuoto, secondo Giassendi, il calore era dovuto a piccoli atomi tondi, il freddo ad atomi con punte aguzze e i solidi erano formati da atomi agganciati l'uno all'altro. Si ipotizzava l'esistenza degli atomi ma si continuava ad assegnare ad essi forme e proprietà derivanti dalla teoria aristotelica.

Boyle, il chimico scettico.
Robert Boyle, un appassionato di chimica inglese, nato in Irlanda, fece un ulteriore passo in avanti nella enunciazione di una teoria meccanicistica che spiegasse la natura della materia, superando la teoria aristotelica ed i principi di Paracelso. La sua attivitò sperimentale fu dedicata principalmente ai gas. Infatti ancora oggi a scuola si studia la legge di Boyle per cui pressione e volume di un gas perfetto, a temperatura costante, sono inversamente proporzionali (P x V = costante). Ma l'opera più importante di Boyle fu il libro "The Sceptical Chymist" (Il chimico scettico) in cui enuncia nuove teorie della chimica. 
A tal proposito riporto un frammento del suo libro:
"Ora, le ragioni che inducono gli uomini a pensare che esistano gli elementi, si possono ricondurre, assai verosimilmente , a due considerazioni: una, cioè, che la natura debba necessariamente fare uso degli elementi per comporre i corpi che sono ritenuti misti; e l'altra, che la scomposizione di questi corpi riveli che la natura li aveva composti con altri corpi elementari."
Boyle concepì delle particelle piccole, fisicamente indivisibili, che costituivano i blocchi della materia. Queste particelle avevano dimensioni e forma caratteristica per ogni sostanza ma anche il loro moto era importante e dava come risultato il mutamento delle proprietà nelle trasformazioni chimiche. L'affinità di una sostanza con altre era spiegata come un mutuo adattamento delle particelle in moto. Boyle, però, credeva ancora nella trasmutazione di alcune sostanze di base in tutte le altre sostanze, attraverso un nuovo ordinamento delle particelle. 

Il superamento del concetto di trasmutazione.
Col tempo anche il concetto di trasmutazione, la fissazione degli alchimisti, fu superato e si fece strada una teoria completamente atomistica. Gli atomi non potevano cambiare natura ed erano caratteristici di ciascuna sostanza chimica. Il francese Nicolas Lémery fu uno dei sostenitori principali di questa teoria; egli, però, manteneva ancora una visione aristotelica della forma degli atomi, che ne determinava le proprietà. Per esempio, gli atomi degli acidi avevano punte acute, gli alcali avevano atomi porosi nei quali penetravano le punte degli acidi che venivano rotte o spuntate producendo la neutralità

Verso una vera scienza.
Insomma alla fine del '600 non c'era ancora una teoria chimica specifica che raccogliesse il generale consenso. Ma si era avviato un metodo di studio della chimica basato sulla sperimentazione, la misura, la pubblicazione dei risultati e la loro revisione critica. La chimica si stava trasformando in una vera scienza.

Fonte: H.M. Leicester - Storia della chimica - ISEDI - capitolo 12

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