Alice di Battenberg, madre del Principe Filippo: una vita incredibile e disperata
di Rosanna Sabella
Di Alice von Battenberg si è sempre parlato poco, benché fosse sicuramente una figura femminile eccezionale, sia perché colpita da una serie di prove che affrontò con grande coraggio, sia perché il suo impegno sociale la portò sempre di più ad allontanarsi dagli sfarzi di corte e dall’imponente cornice dei titoli nobiliari.
Di lei rimangono alcuni ritratti – particolarmente vibrante e realistico quello realizzato nel 1922 dal pittore Philip de László – e poche foto ufficiali con la famiglia reale.
Sono davvero in pochi a conoscere la storia di questa grande donna che diede i natali al principe Filippo di Edimburgo, di cui proprio recentemente si è celebrato a Londra il 99° compleanno.
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Vittoria Alice Elisabetta Giulia Maria (questo il suo nome per intero) principessa di Battenberg, Grecia e Danimarca – fu anch’ella piuttosto longeva, sebbene non quanto il celebre figlio. E si spense a 84 anni dopo una vita densa di avvenimenti, ma tutt’altro che facile.
Era nata nel castello di Windsor, alla presenza dell’illustre bisnonna, la regina Vittoria.
I genitori, il principe Luigi di Battenberg e sua moglie, la principessa Vittoria d’Assia, non tardarono ad accorgersi che la fanciulla era lenta ad imparare fino alla scoperta di una forma di sordità congenita. Fu sua madre, la principessa Vittoria a spronarla a superare il suo limite affidandola a istitutori privati dai quali apprese il linguaggio dei segni e – attraverso il labiale – imparò ad esprimersi in ben tre lingue: l’inglese, il tedesco ed il greco.
La sua “diversità” non riusciva certo ad offuscarne la bellezza sobria ed eterea, quasi incorporea, che lasciava trasparire una sensibilità fuori dal comune.
Fu nel 1902 – in occasione dell’incoronazione del prozio Edoardo VII – successore della regina Vittoria – che sbocciò il suo amore per Andrea di Grecia, un Romanov da parte di madre. Si sposarono con matrimonio civile a Darmstadt, viaggiarono molto e a lungo ed ebbero quattro figlie femmine. Potevano fermarsi? Naturalmente no. E nel 1921 – nel bel mezzo dei tumulti e dei bombardamenti della Grande Guerra – nacque a Corfù – dove la famiglia era fuggita in esilio – l’agognato erede maschio. E fu chiamato Filippo.
Quasi una profezia la scelta di questo nome in quanto già l’omonimo Filippo I (Filipe I in portoghese) appartenente al ramo ispanico degli Asburgo, fu e rimase per tutta la vita re consorte d’Inghilterra dal 1554 al 1558, sebbene nell’ultimo periodo avesse fatto pressioni per diventare regnante, ma senza successo.
Probabilmente, la grave situazione greca, il perenne fuggire, il non avere mai una vera casa e la barbara uccisione delle zie e delle cugine russe provocarono ad Alice un gravissimo collasso nervoso. E da qui inizierà il suo calvario tra una casa di cura e l’altra, in Germania. Venne infine dichiarata affetta da schizofrenia e internata in un manicomio.
Per ben due anni, dal 1930 al 1932, la Principessa triste diventa una paziente del discepolo di Freud, il Dottor Ernst Simmel, e sottoposta a cure invasive, come i raggi X alle ovaie per sedarne la libido, e definite “innovative”, tutte senza il suo consenso.
Ma anche da questi anni bui, Alice riuscì a risollevarsi. Con coraggio tornò in Grecia accanto alla sorella Elena, dove lavorò per la Croce Rossa, dedicandosi di nuovo agli ultimi e ai bisognosi. Suo fratello Louis di Mountbatten le inviava denaro per vivere, ma lei devolveva tutto in beneficienza.
Rimasta vedova nel 1944, la Principessa decise d’indossare gli abiti monacali fino al termine della sua esistenza.
La storia ci racconta anche che quando Filippo chiese alla madre la sua parte di eredità per poter acquistare l’anello di fidanzamento all’allora Principessa del Galles Elisabetta, Alice poté dargli solo una piccola parte dell’unica tiara che le era rimasta. Da quel copricapo suo figlio estrasse il diamante più bello, facendolo montare sul solitario che è ancora oggi al dito della Regina d’Inghilterra. Fu lei, nel novembre del 1947 ad accompagnare il Duca d’Edimburgo all’altare, fiera e discreta, vestita da suora, come mai era accaduto prima nella storia d’Inghilterra.