IF - Gli amici immaginari: recensione del film di John Krasinski
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    IF – Gli amici immaginari: recensione del film di John Krasinski

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    Per John Krasinski, il cinema è sempre una questione di famiglia. Lo è fin dai tempi della sua opera seconda The Hollars, in cui interpreta un figlio che corre al capezzale della madre, a cui hanno fatto seguito A Quiet Place – Un posto tranquillo e A Quiet Place II, dove una famiglia si stringe per sopravvivere in un mondo distrutto ed estremamente pericoloso. Non stupisce dunque ritrovare l’indimenticabile Jim Halpert di The Office coinvolto come sceneggiatore, regista e interprete di IF – Gli amici immaginari, film in tecnica mista con al centro un’altra famiglia spezzata dal dolore e dal destino.

    Dopo aver perso in tenera età la madre, la dodicenne Bea (Cailey Fleming) si trasferisce nel suo vecchio appartamento insieme alla nonna, in attesa di un delicato intervento al cuore a cui si deve sottoporre il padre (John Krasinski). Durante queste giornate di forte preoccupazione, in un appartamento vicino al suo Bea fa la conoscenza del bizzarro Cal (Ryan Reynolds) e di due creature che vivono con lui, Blue e Blossom (rispettivamente Steve Carell e Phoebe Waller-Bridge in lingua originale, Ciro Priello e Pilar Fogliati nel doppiaggio italiano). Bea scopre che questi esseri sono i cosiddetti IF, amici immaginari che Cal deve abbinare a nuovi bambini, dal momento che i loro bambini originali crescendo li hanno dimenticati. Inizia così un viaggio in bilico fra realtà e fantasia, che ci ricorda il potere salvifico dell’immaginazione.

    IF – Gli amici immaginari: il potere salvifico dell’immaginazione

    IF - Gli amici immaginari

    In IF – Gli amici immaginari si respirano atmosfere in linea con quelle della Pixar, capace di riunire tutta la famiglia davanti a una storia semplice ma emozionante, con diversi livelli di lettura. John Krasinski cerca infatti un difficile equilibrio fra il punto di vista fanciullesco e quello adulto, creando un mondo di simpatiche e variopinte creature che osservano silenziosamente gli umani da loro amati, in maniera analoga a quanto avviene in Inside Out. Il regista e attore rimescola però le carte, ritagliandosi il ruolo di padre amorevole e dall’ottimismo incrollabile e tratteggiando allo stesso tempo un racconto fatto di dolore e di fuga dalla realtà, con diversi punti di contatto con Sette minuti dopo la mezzanotte di Juan Antonio Bayona.

    Nonostante le batoste a cui Bea è sottoposta, prevalgono la leggerezza e la speranza, sostenute da un eccentrico Ryan Reynolds (di nuovo sospeso fra diversi piani di realtà, come in Free Guy – Eroe per gioco) e dalla pregevole caratterizzazione dei vari amici immaginari, che in lingua originale si avvalgono anche delle voci di interpreti del calibro di Brad Pitt, Bradley Cooper, George Clooney, Emily Blunt, Matt Damon, Blake Lively e Sam Rockwell. Un risultato che conferma la notevole abilità di John Krasinski nel world building, già evidente in A Quiet Place, capace anche di centrare momenti di struggente malinconia e di sincera commozione, sottolineati dalle sempre evocative musiche di Michael Giacchino e dalla suggestiva fotografia di Janusz Kamiński.

    Un film per famiglie dalla messa in scena inappuntabile

    IF - Gli amici immaginari

    Fra mestizia e umorismo, emergono sia la forza della fantasia, da sempre rifugio dal dolore e fondamentale strumento per rielaborare cadute e perdite, sia le sfumature proustiane, cavalcate dalla ricerca da parte dei personaggi di un’ideale madeleine, con la quale rievocare l’infanzia di adulti che ormai hanno smesso di sognare. Un cinema per famiglie intelligente e dalla messa in scena inappuntabile, il cui più evidente limite è paradossalmente la mancanza di un target ben preciso. Al contrario di quanto accade nelle opere Pixar più riuscite, le venature malinconiche e nostalgiche di IF – Gli amici immaginari rischiano infatti di non essere recepite dal pubblico dei giovanissimi, mentre l’ingenua giocosità con cui si smussano le note più dolenti del racconto può rappresentare un ostacolo per gli adulti più smaliziati.

    Nonostante ciò, il bicchiere è comunque mezzo pieno, grazie soprattutto all’evidente e sincera passione di John Krasinski, che dopo le escursioni nella dramedy familiare e nell’horror fantascientifico si destreggia con buoni risultati anche nel campo del fantastico, in un riuscito ibrido fra animazione e live action.

    IF – Gli amici immaginari è disponibile nelle sale italiane dal 16 maggio, distribuito da Eagle Pictures.

    Dove vedere in streaming IF – Gli amici immaginari

    Al momento non disponibile su nessuna piattaforma.
    Overall
    7/10

    Valutazione

    Dopo le escursioni nella dramedy familiare e nell’horror fantascientifico, John Krasinski firma un riuscito film per famiglie in tecnica mista, penalizzato solo dalla mancanza di uno specifico target.

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    Una storia nera: recensione del film con Laetitia Casta

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    Una storia nera

    Nel cinema, come nella vita, spesso il tempismo è fondamentale. Tempismo che non è certo perfetto per Una storia nera, nuovo film di Leonardo D’Agostini con Laetitia Casta e Andrea Carpenzano (già diretto dal regista nella sua opera prima Il campione), che arriva nelle sale italiane a pochi mesi di distanza dal successo planetario di Anatomia di una caduta, con il quale condivide diversi risvolti della trama. Una concomitanza del tutto casuale (il film è basato sull’omonimo romanzo di Antonella Lattanzi, pubblicato nel 2017), che tuttavia mette inevitabilmente in luce tutti i limiti dell’operazione.

    Al centro della vicenda c’è Carla (Laetitia Casta), che dopo anni di soprusi e maltrattamenti ha finalmente divorziato dal marito Vito (Giordano De Plano). Nonostante il burrascoso passato, i due si ritrovano per la festa di compleanno della loro figlia minore; al termine della serata, l’uomo scompare però nel nulla, fino al ritrovamento del suo martoriato cadavere nel Tevere. Il cerchio si stringe immediatamente intorno a Carla, che messa alle strette confessa l’omicidio, motivandolo però con la legittima difesa. Inizia così un lungo e teso processo ai danni di Carla, volto a comprendere la natura delle sue azioni e a valutare l’ipotesi di premeditazione del delitto. Fra le poche persone su cui Carla può contare c’è Nicola (Andrea Carpenzano), il suo figlio maggiore ben consapevole del rapporto tossico e violento fra i suoi genitori.

    Una storia nera: Laetitia Casta in un thriller sulla violenza domestica

    Una storia nera

    Dopo il già citato lavoro di Justine Triet, ci troviamo dunque nuovamente di fronte a una morte avvolta nel mistero di un uomo, a un processo in cui chiarire gli eventi e a un figlio chiamato a riflettere sulle azioni della madre. Materiale potenzialmente esplosivo, anche perché a differenza di Anatomia di una caduta in Una storia nera si parla apertamente di violenza domestica a senso unico. Una scelta che da una parte conferisce al lavoro di Leonardo D’Agostini profondità e modernità, ma dall’altra si rivela un boomerang a livello narrativo, portando immediatamente gli spettatori a parteggiare e comprendere Carla, caratterizzata invece fino all’epilogo con una notevole dose di ambiguità.

    Il semplice ma fondamentale dubbio messo in scena con certosino equilibrio da Justine Triet (colpevole o innocente?) lascia in questo caso spazio a una domanda molto meno suggestiva e abbastanza ininfluente ai fini del giudizio morale sulla protagonista, dal momento che decenni di maltrattamenti e l’alta probabilità di nuove violenze rendono la verità sull’accaduto rilevante solo dal punto di vista giuridico. Con un mistero principale così debole, tutto ciò che gli sta intorno fatica a destare interesse e curiosità. Una storia nera si trascina così stancamente attraverso un lungo e ripetitivo dibattito in aula, costellato da personaggi secondari poco approfonditi (il nuovo compagno di Carla), da analisi di dettagli ininfluenti (il funzionamento dell’auto della protagonista) e da forzature (la simulazione dello spostamento del cadavere).

    Non basta la buona prova di Laetitia Casta

    Laetitia Casta dà vita a una buona performance in sottrazione, che non basta però a conferire al suo personaggio la necessaria ambiguità (il paragone con la Sandra Hüller di Anatomia di una caduta è impietoso). Non giovano alla causa i tentativi di approfondimento attraverso salti temporali, che finiscono solo per mettere in luce alcune ingenuità a livello di trucco e acconciatura, con le quali si cerca di tratteggiare un cambiamento interiore attraverso uno esteriore. A tal proposito, per dipingere i primi anni di matrimonio di Carla, in fragile equilibrio fra felicità e tristezza, si ricorre infatti a uno sbarazzino taglio a caschetto, mentre per delineare la sua progressiva solitudine durante il processo si nasconde la bellezza di Laetitia Casta attraverso capelli spenti e ingrigiti.

    Conscio dei limiti del racconto e della sua protagonista, Leonardo D’Agostini cerca di rimescolare le carte, dando ampio spazio alla cinica PM dell’ottima Cristiana Dell’Anna e avventurandosi in riflessioni sull’ereditarietà della violenza e del patriarcato, attraverso una maldestra e contraddittoria caratterizzazione del personaggio di Andrea Carpenzano. Uno sforzo che non produce risultati apprezzabili e al contrario finisce per dare vita a inutili digressioni (l’intera sequenza al parco giochi) e per allontanare Una storia nera dal proprio baricentro emotivo e narrativo, che nel bene e nel male è sempre Carla.

    Una storia nera: il nuovo esperimento di Groenlandia

    Una storia nera

    Dopo The Hanging Sun – Sole di mezzanotte, la Groenlandia di Matteo Rovere e Sydney Sibilia produce un nuovo esperimento di thriller psicologico all’italiana, che guarda tanto al seminale La fiamma del peccato di Billy Wilder quanto al David Fincher di L’amore bugiardo – Gone Girl, con esiti purtroppo molto più modesti, nonostante l’importanza e l’attualità dei temi trattati.

    Una storia nera è disponibile dal 16 maggio nelle sale italiane, distribuito da 01 Distribution.

    Dove vedere Una storia nera in streaming

    Al momento non disponibile su nessuna piattaforma.
    Overall
    5/10

    Valutazione

    Leonardo D’Agostini dà vita a un thriller psicologico basato su temi importanti e urgenti, che però nonostante la buona prova di Laetitia Casta non riesce mai a generare suspense e mistero.

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    Horizon: An American Saga: trailer e poster del film di Kevin Costner

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    Horizon: An American Saga

    In occasione della presentazione Fuori Concorso al Festival di Cannes, sono stati diffusi i materiali promozionali di Horizon: An American Saga, sontuoso progetto di Kevin Costner. Un epico affresco western ambientato durante la guerra civile americana, che nelle intenzioni dell’autore dovrebbe essere composto da ben 4 capitoli. I primi due capitoli sono già stati realizzati e arriveranno nelle sale italiane rispettivamente il 4 luglio e il 15 agosto. Scopriamo cosa ci aspetta.

    Il trailer ufficiale di Horizon: An American Saga

    Questa la sinossi del film:

    Nella grande tradizione degli iconici western della Warner Bros. Pictures, Horizon: An American Saga esplora il fascino del Vecchio West e come è stato vinto – e perso – attraverso il sangue, il sudore e le lacrime di molti. Attraversando i quattro anni della Guerra Civile, dal 1861 al 1865, l’ambiziosa avventura cinematografica di Costner porterà il pubblico in un viaggio emozionante attraverso un paese in guerra con se stesso, vissuto attraverso la lente di famiglie, amici e nemici, tutto nel tentativo di scoprire cosa significa veramente essere gli Stati Uniti d’America.

    Horizon: An American Saga vede il ritorno alla regia di Kevin Costner, sulla base di una sceneggiatura scritta da lui stesso insieme a Jon Baird, incentrata sul genere e sulle atmosfere a cui ha dedicato buona parte della sua carriera davanti e dietro alla macchina da presa, con lavori del calibro di Balla coi lupi, Terra di confine – Open Range e Yellowstone. Kevin Costner è anche protagonista dell’opera e condivide lo schermo con un sontuoso cast, forte di interpreti del calibro di Sienna Miller, Abbey Lee, Jena Malone, Isabelle Fuhrman, Wase Chief, Ella Hunt, Luke Wilson, Hayes Costner, Sam Worthington, Michael Rooker e Jamie Campbell Bower. In conclusione, ecco il poster ufficiale del film che, lo ricordiamo, arriverà nelle sale cinematografiche in due parti il 4 luglio e il 15 agosto, distribuito da Warner Bros.

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    Hanno ucciso l’Uomo Ragno: il teaser trailer della serie sulla storia degli 883

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    È online il primo teaser trailer di Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, serie dramedy Sky Original disponibile da ottobre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. La serie è un racconto di formazione incentrato su Max Pezzali e Mauro Repetto, fondatori di uno dei più celebri e amati gruppi musicali pop italiani degli ultimo decenni. Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 si addentra nei mitici anni ’90 per narrare la genesi di alcune delle canzoni più famose degli 883, duo che contro ogni aspettativa, partendo da Pavia, ha cambiato la musica italiana sorprendendo tutti, in primis gli stessi Max e Mauro.

    Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 è una serie di Sydney Sibilia (Smetto quando voglio, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, Mixed by Erry), per la prima volta alla regia di una serie. Gli otto episodi dello show sono scritti da lui stesso insieme a Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone. Completano il team di regia Francesco Ebbasta (Addio fottuti musi verdi, Generazione 56k) e Alice Filippi (Sul più bello, SIC). Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli interpretano rispettivamente Max Pezzali e Mauro Repetto. Vediamo cosa ci aspetta.

    Il primo teaser trailer di Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883

    Questa la sinossi ufficiale della serie:

    Pavia, fine anni Ottanta. Max ama i fumetti e la musica americana. È un anticonformista in una città dove non c’è nulla a cui ribellarsi. In più, dopo aver trascurato il liceo per seguire nuove amicizie e serate punk, arriva inevitabilmente la bocciatura.
    Questo fallimento si rivela in realtà una nuova, fatale opportunità: nel liceo dove si trasferisce ha un nuovo compagno di banco, Mauro. La musica rende Max e Mauro inseparabili. Grazie alla forza trascinante di Mauro, Max abbraccia il suo talento e insieme a lui compone le prime canzoni che verranno prodotte da Claudio Cecchetto. Ma quando il successo li travolgerà, Max e Mauro, così diversi, riusciranno a rimanere uniti?

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