Francis Walsingham, il padre degli 007 britannici

di Giuseppe Gagliano

Elisabetta I (1558-1603), l’ultima regina della dinastia Tudor, aveva al suo servizio un notevole Spymaster nella persona di sir Francis Walsingham, che è stato considerato il padre fondatore del MI5 e del MI6. Chi era Walsingham? Come arrivò a ricoprire le successive funzioni di ambasciatore, segretario di Stato e capo della sicurezza? Quali furono le sue missioni? Con quali mezzi risolse gli enigmi della crittografia? Come riuscì a mettere in piedi una rete di spionaggio che si estendeva da Costantinopoli ai nuovi territori del Canada e della Virginia? Per quali ragioni si dedicò così tanto (fino a compromettere la propria salute) per servire la regina Elisabetta I? Se oggi è possibile dare alcune risposte a queste domande, è grazie a numerose testimonianze e lavori di ricerca. Nato sotto il regno di Enrico VIII, è ancora un bambino quando il re rompe con Roma e si autoproclama, nel 1534, “Capo supremo della Chiesa d’Inghilterra”. Ha una ventina d’anni quando Maria Tudor, nel 1553, sale al trono e tenta di restaurare il cattolicesimo, facendo perseguitare numerosi protestanti. Rifiutando ogni compromesso, Walsingham sceglie l’esilio: parte per Basilea e Padova, soggiorna nelle città protestanti di Francoforte, Strasburgo, Ginevra e Zurigo, e torna nel suo paese solo nel 1559, un anno dopo la morte di Maria Tudor e l’incoronazione di Elisabetta I. Durante il massacro di San Bartolomeo nell’agosto 1572, Walsingham, ambasciatore d’Inghilterra a Parigi da un anno, accoglie a rischio della propria vita i protestanti inglesi terrorizzati che cercano rifugio presso l’ambasciata. Ne resta duramente segnato. Se rimane al servizio della Corona fino alla fine dei suoi giorni, è certamente per lealtà verso la sua regina e il suo paese, ma anche per prevenire un’invasione cattolica e evitare che un sanguinoso conflitto tra cattolici e protestanti si verifichi sul suolo inglese. L’obbligo che Walsingham sentiva verso Elisabetta I e l’Inghilterra era strettamente legato al dovere che aveva verso Dio; così le sue priorità non erano dissimili da quelle di Thomas More, quando quest’ultimo era segretario di Enrico VIII e aveva come motto: “the king’s servant, but God’s first” (al servizio del re, ma servitore di Dio prima di tutto). Si comprende quindi perché Walsingham non cessò mai di infiltrare le comunità cattoliche all’interno e all’esterno del suo paese. Bisognava a tutti i costi sventare i complotti di queste ultime, che miravano a detronizzare Elisabetta I per mettere al suo posto Mary Stuart, in particolare i complotti Throckmorton (1583) e Babington (1586), e contrastare la minaccia di invasione spagnola con l’Invincibile Armada nel 1588.

Il giovane Walsingham studiò a Cambridge, più precisamente al King’s College, il cui ethos era fermamente riformista dopo il 1547. Qui imparò a interpretare le Scritture, a maneggiare la retorica e a costruire una dialettica studiando i testi classici dei greci e dei latini (Aristotele, Platone, Cicerone), ovvero una competenza nel costruire un argomentario o nel ribaltare uno già esistente, che si ritroverà senza dubbio più tardi nella sua capacità di convertire le spie nemiche in agenti doppi. Studiò anche il diritto e le lingue vive in cui eccelleva, il francese e l’italiano in particolare. Il suo esilio in Europa (1555-1559) gli permise di perfezionare le sue competenze linguistiche, tanto che continuò a esercitarsi quotidianamente nella traduzione (non lo sapeva ancora, ma questo interesse per le lingue straniere e per la traduzione troverà un proseguimento con la crittografia). Infine, lesse i racconti storici, le Vite parallele degli uomini illustri di Plutarco, la Storia di Roma dalla sua fondazione di Tito Livio, ma anche tutti gli scritti formativi nell’arte del buon governo. Queste letture gli saranno certamente preziose quando sarà nominato segretario di Stato da Elisabetta.

Certamente Walsingham eredita la rete di relazioni di suo padre William, avvocato che aveva sposato la figlia di sir Edmund Denny di Cheshunt, e di suo zio, sir Edmund Walsingham, che occupava il posto importante di governatore della Torre di Londra (“lieutenant of the Tower of London”). Ma sa consolidare e ampliare questa rete durante i suoi anni di esilio in Germania, in Svizzera e in Italia, e attraverso il suo matrimonio. Nel 1562 sposa la giovane vedova Anne Carleill, il che presenta diversi vantaggi in termini di relazioni e reti politiche: il padre di Anne Carleill, sir George Barnes, è stato sindaco di Londra nel 1552-1553 e ha lavorato a favore della successione di Jane Grey, di fede protestante, e non di Maria Tudor, la cattolica; suo padre e il suo primo marito hanno fondato la Compagnia di Mosca, il cui scopo è favorire gli scambi commerciali con la Russia; la figlia che Anne Carleill ha avuto dal suo primo matrimonio ha sposato Christopher Hoddeston, un mercante baltico. Così Walsingham può essere informato dei movimenti dei dissidenti cattolici, diventerà infatti direttore o vicedirettore della Compagnia di Mosca nel 1569. Due anni dopo la prematura morte di Anne Carleill nel 1564, Walsingham si risposa con Ursula St Barbe, figlia di un gentiluomo, con la quale ha una figlia, Frances, che sposerà due dei cortigiani più brillanti dell’era elisabettiana: il poeta sir Philip Sidney, figura di spicco della causa protestante, e, dopo la morte di quest’ultimo, il conte di Essex, che per un certo periodo fu il favorito della regina Elisabetta I. Le scelte di Walsingham, per sé e per sua figlia, testimoniano la sua solida fede protestante, la sua vicinanza alla sfera politica e agli ambienti aristocratici, e il suo interesse per le relazioni internazionali.

Nominato ambasciatore d’Inghilterra a Parigi alla fine del 1570, Walsingham riceve incarichi di natura economica e politico-religiosa. Deve prima di tutto preservare il flusso di libero scambio tra la Francia e l’Inghilterra, assicurarsi che i mercanti inglesi possano mantenere le loro attività commerciali e, se necessario, intervenire in loro favore. Deve anche assicurarsi che il re di Francia Carlo IX faccia rispettare i diritti ottenuti dai protestanti durante la pace di Saint-Germain-en-Laye, firmata l’8 agosto 1570, poco prima dell’arrivo di Walsingham all’ambasciata. Infine deve farsi portavoce di Elisabetta I nelle negoziazioni politico-religiose riguardanti il matrimonio della regina con il duca d’Anjou. Walsingham probabilmente non ha alcuna voglia di vedere diventare re d’Inghilterra questo giovane effeminato di appena diciannove anni, Elisabetta I ne ha trentasette – che ha preso parte contro gli Ugonotti. Ma lo stratega politico in lui riconosce la necessità di questo matrimonio: il duca d’Anjou non sarebbe più sotto l’influenza del duca di Guisa che radunava i sostenitori di Maria Stuart con l’obiettivo di detronizzare Elisabetta I per mettere al suo posto la regina di Scozia, di fede cattolica; potrebbe dare un figlio a Elisabetta I, risolvendo così la questione cruciale della successione; l’alleanza tra l’Inghilterra e la Francia indebolirebbe la Spagna, le cui forze cattoliche stavano guadagnando potere. Tuttavia bisogna superare un ostacolo importante: se Elisabetta I si dice pronta ad accettare che il duca d’Anjou non segua alla lettera il rituale protestante, rimane fortemente contraria al fatto che possa praticare il culto cattolico in Inghilterra, poiché ciò creerebbe un precedente e potrebbe essere interpretato come un’incitazione. Walsingham è così convinto della qualità strategica di questa unione che prende l’iniziativa personale di attenuare un po’ le richieste della regina in materia di religione, ma l’inflessibilità di Elisabetta I ha la meglio sui suoi sforzi: dopo diversi mesi di negoziazioni matrimoniali, dalla primavera all’estate del 1571, il progetto di matrimonio fallisce. Fallisce anche, l’anno successivo, la proposta di un matrimonio con il duca d’Alençon, l’ultimo figlio di Caterina de’ Medici. Se il 1572 vede la firma del trattato di Blois (in aprile), questa alleanza difensiva che stipula che né la Francia né l’Inghilterra sosterranno paesi stranieri che attacchino uno di loro, la Francia accettava quindi di non intervenire in favore di Maria Stuart in Scozia, vede anche il massacro di San Bartolomeo (in agosto) e l’aumento delle fazioni pro-cattoliche in Francia. Walsingham non tarda a essere richiamato in Inghilterra dalla regina per diventare il suo segretario di Stato (1573), poi il suo capo della sicurezza (1577); così abbandona le sue funzioni di ambasciatore e amministratore per quelle di uomo di Stato e Spymaster.

Negli anni 1570 Walsingham si occupa principalmente di affari internazionali, del possibile matrimonio della regina con il duca d’Anjou e della spinosa questione dei Paesi Bassi. Tuttavia nel novembre 1577, con l’esecuzione pubblica del sacerdote cattolico Cuthbert Mayne, sostenitore convinto della Controriforma e molto attivo politicamente, Walsingham prende coscienza della crescente presenza dei sacerdoti missionari in Inghilterra e del pericolo crescente che rappresentano. Diverse missioni cattoliche sono state create, a Douai e a Reims, così come nei Paesi Bassi, per educare gli emigrati cattolici provenienti dalle università inglesi. Il fondatore della Missione di Douai e poi del suo seminario, William Allen, istituisce allora il modello del sacerdote missionario, il quale ha il compito di rilanciare la Controriforma recandosi direttamente presso le famiglie. Questi sacerdoti missionari viaggiano in incognito, cambiando regolarmente abiti e cavalli per cancellare le loro tracce. Nel 1580 William Allen ne ha già inviati un centinaio in Inghilterra. I cattolici non esiliati, che fino a quel momento si limitavano a non attirare l’attenzione su di sé adottando la dottrina della non resistenza, entrano in una forma di resistenza attiva, con la speranza che Maria Stuart finisca per prendere il posto di Elisabetta I. Questa radicalizzazione del cattolicesimo in Inghilterra costringe Walsingham a ridefinire cosa si intenda per “cattolico”: questo termine diventa sinonimo di traditore; i sacerdoti cattolici sono allora considerati fuorilegge. Walsingham si impegna a infiltrare le comunità cattoliche, per arrestare i missionari che vi diffondono i semi di una nuova Controriforma e scoprire gli agenti cripto-cattolici che operano per conto di Maria Stuart. L’arrivo della Missione inglese porta Walsingham nei meandri oscuri dei complotti e delle trappole, degli informatori e dei rinnegati, dei messaggi cifrati e delle pratiche che includevano la tortura. Walsingham fa tutto il possibile per far fallire le cospirazioni che mirano nientemeno che alla vita della sua regina. Ne sventa un certo numero, i più celebri sono i complotti Throckmorton e Babington.

Francis Throckmorton era probabilmente solo un semplice esecutore, obbedendo alle istruzioni che venivano da Parigi e Madrid. Viene reclutato da Claude de Courcelles, dell’ambasciata di Francia a Londra, per svolgere una missione pericolosa: trasportare la corrispondenza segreta tra Maria Stuart e i suoi simpatizzanti inglesi. Walsingham è informato della cosa dal suo agente Laurent Feron che, in servizio presso l’ambasciata, ha accesso al contenuto della valigia diplomatica dell’ambasciatore Michel de Castelnau. Nel novembre 1583 Throckmorton viene sorpreso dagli uomini di Walsingham mentre scrive una lettera alla regina di Scozia. Prima di essere giustiziato nel 1584, viene imprigionato alla Torre di Londra e sotto tortura fornisce tutti i dettagli del complotto che porta il suo nome, ma che in realtà aveva l’ampiezza di una coalizione franco-ispano-britannica. In breve, si trattava di far coincidere l’insurrezione dell’aristocrazia cattolica inglese con un assalto navale guidato dal duca di Guise e finanziato da Filippo II di Spagna, per detronizzare Elisabetta I a favore di Maria Stuart. Il complotto e il suo fallimento, prova dell’efficacia formidabile degli informatori e degli agenti di Walsingham, sono raccontati in un pamphlet di propaganda, scritto da un collaboratore di Walsingham e pubblicato poco dopo l’esecuzione di Throckmorton con il titolo A Discoverie of the Treasons Practised by Francis Throckmorton. Questo pamphlet è la prima pubblicazione nella storia d’Inghilterra a lodare ufficialmente il ruolo dei servizi segreti nella scoperta del tradimento e nel suo fallimento.

Nell’ottobre 1583, poco prima dell’arresto di Throckmorton, un certo John Somerville dichiara pubblicamente di avere il compito di uccidere Elisabetta I. Viene arrestato per alto tradimento e trovato misteriosamente impiccato nella sua cella. Nel 1584 Walsingham sfrutta il tentato regicidio di Somerville e il complotto Throckmorton per promuovere un sentimento di unità nazionale e incoraggiare la lealtà verso la regina. Per prevenire i complotti contro Elisabetta I, propone di istituire un contratto morale, chiamato Bond of Association, che impegna i sudditi della regina a una vigilanza costante, una “vigilante giustizia”, chiamandoli così a difendere Elisabetta I a qualunque costo. Di conseguenza migliaia di persone promettono di perseguire fino alla morte chiunque tenti di imporre un successore con la violenza, o questo successore stesso, che approvi o meno il colpo di forza. Maria Stuart è ovviamente nel mirino. Quando la stessa regina di Scozia firma questo contratto per dimostrare la sua buona fede, Walsingham sa che questa firma vale oro: così potrà legalmente incriminare Maria Stuart quando i suoi agenti porteranno la prova che è coinvolta nei complotti contro Elisabetta I, cosa che non tarderà a verificarsi.

Il complotto Babington (1586) e l’esecuzione di Maria Stuart Anche se la missione cattolica diventa più segreta e i sacerdoti missionari più prudenti, Walsingham continua a raccogliere informazioni attraverso una rete di agenti infiltrati e di delatori ben posizionati. Nel 1586 riesce a ottenere prove schiaccianti contro Maria Stuart grazie al complotto Babington, il più famoso tra quelli orditi per detronizzare Elisabetta I. Anthony Babington, un giovane cattolico inglese, pianifica un attentato contro la regina con l’aiuto di sei gentiluomini e sotto la guida di John Ballard, un sacerdote gesuita. Walsingham e i suoi agenti intercettano e decifrano la corrispondenza segreta tra Babington e Maria Stuart, che approva il complotto. Le lettere incriminate vengono usate come prova per arrestare, processare e condannare Babington e i suoi complici. Vengono tutti giustiziati in modo crudele e spettacolare, come monito per altri cospiratori. Maria Stuart viene infine processata e condannata per alto tradimento. Il 8 febbraio 1587 viene decapitata nel castello di Fotheringhay.

Con l’esecuzione di Maria Stuart, Walsingham e i suoi servizi segreti riescono a sventare il pericolo immediato di un complotto interno per detronizzare Elisabetta I. Tuttavia la minaccia di un’invasione spagnola rimane. Filippo II di Spagna decide di lanciare una grande flotta, l’Invincibile Armada, per invadere l’Inghilterra e ristabilire il cattolicesimo. Walsingham, attraverso la sua rete di spie e informatori, tiene la regina e i suoi consiglieri informati dei piani spagnoli. Grazie a queste informazioni la flotta inglese è in grado di prepararsi e, con l’aiuto di condizioni meteorologiche favorevoli, sconfigge l’Armada nel 1588. Questa vittoria segna il culmine della carriera di Walsingham e consolida la posizione di Elisabetta I come una delle regine più potenti e rispettate d’Europa.

Walsingham continua a servire la regina fino alla sua morte nel 1590, lasciando un’eredità duratura nel campo dell’intelligence e della sicurezza nazionale. I suoi metodi e le sue innovazioni stabiliscono le basi per i futuri servizi segreti britannici, rendendolo una figura centrale nella storia dello spionaggio.

Sir Francis Walsingham è stato un pioniere dello spionaggio e della sicurezza nazionale nell’Inghilterra elisabettiana. La sua abilità nell’organizzare una rete di spionaggio, nel decifrare codici segreti e nel sventare complotti ha permesso di proteggere la regina Elisabetta I da numerose minacce interne ed esterne. La sua dedizione e le sue capacità hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’intelligence e hanno gettato le basi per le future operazioni di sicurezza del Regno Unito.