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Cagliari | Squadra tra alti e bassi, ma la tifoseria vale la salvezza

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Comunque vada sarà un successo. Non in campo, perché per il Cagliari il raggiungimento dell’obiettivo salvezza è condizione necessaria per guardare con il sorriso alla stagione che si sta per concludere. Sicuramente, però, lo sarà per un elemento fondamentale che ha accompagnato i rossoblù nel corso di tutto il campionato, alla Unipol Domus come in trasferta. I tifosi, gli unici che a prescindere da come terminerà la Serie A potranno guardarsi indietro senza rimpianti.

Condottiero

La garanzia, manco a dirlo, risponde al nome di Claudio Ranieri. Dal suo ritorno in Sardegna un tema su tutti ha tenuto banco in quasi ogni conferenza stampa, in quasi ogni dichiarazione davanti ai microfoni delle televisioni. Quello del pubblico, di un vento – parole dell’allenatore rossoblù – che con il suo soffio costante avrebbe dovuto spingere la squadra nei momenti difficili. Fin dal primo giorno del suo secondo mandato dopo quello di oltre trent’anni fa: “Voglio dire ai tifosi che possiamo giocare male, ma stateci dietro. Fischiate e contestate a fine partita, ma durante la gara soffiateci dietro. Stateci vicini e noi giocheremo con serietà per vincere”. Premessa di dichiarazioni simili pronunciate spesso nell’arco del quasi anno e mezzo sulla panchina del Cagliari. Con la necessità di ricordarlo all’ambiente in maniera netta quando la richiesta non è stata esaudita per la prima e unica volta. Era lo scorso dieci marzo, i rossoblù erano in svantaggio per 0-1 in casa contro l’Ascoli e all’uscita dal campo dopo la prima frazione cori di contestazione e fischi avevano accompagnato Nández e compagni. Una sveglia alla quale la squadra aveva risposto con il 4-1 finale, ma che non era andata giù a Ranieri: “Da soli non ce la facciamo, serve sostegno soprattutto nei momenti difficili. Quei fischi mi hanno ferito, la squadra stava correndo, male, ma stava correndo. Ho bisogno di uno stadio dietro, i fischi vanno bene a fine partita, durante sono brutti. I ragazzi mi stanno dando tutto, questo i tifosi lo devono capire”. Parole del post partita che hanno segnato una svolta definitiva nel rapporto tra squadra e ambiente, una svolta che ha silenziato qualsiasi tipo di contestazione e mugugno della Unipol Domus. Un atto di fede chiesto e ottenuto da Sir Claudio, un atto di fede che i tifosi hanno sottoscritto senza se e senza ma. In casa, con lo stadio se non sempre quasi sempre tutto esaurito, e in trasferta. L’esodo di Bari l’apice, con la ciliegina sulla torta della promozione all’ultimo secondo; quello ormai certo di Reggio Emilia per la prossima sfida contro il Sassuolo l’ultimo esempio. Senza contare la chiamata alle armi per l’allenamento a porte aperte di domani 16 maggio alla Unipol Domus, una sorta di rito nei momenti di maggiore importanza. Iniziato nella passata stagione durante la corsa playoff prima delle sfide contro Venezia, Parma e Bari. Proseguito in questo campionato, come nei giorni precedenti alla trasferta di Monza. Oltre ai numerosi allenamenti aperti nel centro sportivo di Assemini, alle amichevoli in diversi centri della Sardegna per avvicinare la squadra al pubblico anche fuori dal capoluogo. Con sempre Ranieri artefice di un nuovo legame, promessa fatta al suo ritorno e mantenuta nel tempo: “Poter seguire gli allenamenti? Ci sto pensando e credo che sarà possibile. Penso a far entrare anche alcune volte i tifosi. Vorrei portare in giro la squadra per fare delle amichevoli qui vicino a Cagliari, per andare a casa dei tifosi in settimana. Se sarà possibile lo faremo”.

Unione

Non sono mancate le critiche, soprattutto fuori dai novanta minuti. D’altronde alcune prestazioni del Cagliari, unite a una stagione comunque complessa e a un passato di lacrime e sangue, non potevano che portare a legittimi mugugni. Ranieri, in questo, è stato capace fin da subito di unire più che dividere. Se non in toto, sicuramente quando la squadra è in campo contro l’avversario di turno. Una vittoria di Sir Claudio, ma anche della piazza che ha seguito a occhi chiusi il condottiero. I tifosi rossoblù, non va dimenticato, avevano accompagnato la squadra anche nella notte di Venezia, nonostante speranze ridotte e l’ennesima annata di sofferenza. E così hanno fatto in Serie B dal ritorno di Ranieri, dopo che l’era Liverani si era chiusa con l’ultima partita in casa e le contestazioni al tecnico nonostante la vittoria contro il Perugia. Una prova di maturità, quella della piazza, che è frutto del lavoro mentale dell’allenatore romano, non solo sui calciatori, ma anche sul pubblico. Un lavoro che dovrà essere tutelato e custodito gelosamente nel futuro a prescindere dalla presenza o meno di Sir Claudio in panchina. Disperdere un legame sempre più solido sarebbe sportivamente criminale e non sembra un caso che finalmente, dopo anni di difficoltà, il Cagliari ha ritrovato nella Unipol Domus il proprio fortino (quasi) inespugnabile. Dal 29 ottobre giorno della rimonta contro il Frosinone, fino alla gara contro il Lecce, i rossoblù hanno perso soltanto due gare in Sardegna: quella contro il Torino e quella contro la Lazio. Ottenendo ventiquattro punti in quattordici partite, frutto di sei vittorie, sei pareggi e, appunto, solo due sconfitte. E proprio la gara interna contro i ciociari, quando è arrivata la sterzata dopo l’unico punto nelle prime quattro in casa, aveva segnato un’altra svolta. Con il pubblico della curva rimasto in silenzio per 45 minuti come segno di protesta per i Daspo post Firenze – quando i tifosi rossoblù rimasero peraltro fuori dal settore ospiti – e Ranieri che, pur dimostrando empatia per la decisione, chiese di andare oltre i problemi extra campo e di sostenere comunque la squadra. Detto, fatto: anche le contestazioni contro società e sistema hanno lasciato la Unipol Domus, in una perfetta unione definitivamente cementata e immune da fattori esterni o da risultati non esattamente positivi soprattutto in trasferta. Insomma, il Cagliari ha vissuto una stagione complessa, ricca di alti e bassi e con 180 minuti e due match point per chiudere la partita salvezza. Ma, pur nelle difficoltà, nessuno potrà mai contestare l’apporto della piazza durante le partite. In casa e fuori casa. Così come il diritto, accettato più volte anche da Ranieri, di criticare le prestazioni dopo il fischio finale e durante la settimana. Un patto d’acciaio, un atto di fede: “Risorgeremo, l’ha detto Claudio Ranieri”. E ciò che dice l’allenatore romano è, di fatto, legge.

Matteo Zizola

 
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