UniBg, sospensione delle proclamazioni delle lauree triennali: le reazioni
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Le reazioni degli studenti

UniBg, sospensione delle proclamazioni delle lauree triennali: “Cerchiamo una soluzione alternativa”

La delusione degli iscritti all'ateneo orobico di fronte alla decisione del Senato accademico: associazioni già in campo per cercare nuove modalità

Bergamo. Un misto di perplessità, stupore e rabbia, accompagnato da un profondo dispiacere per l’impossibilità di festeggiare questo importante traguardo per gli studenti.

Notizia di ieri è la sospensione delle proclamazioni delle lauree triennali all’Università degli Studi di Bergamo a partire dalla prossima sessione estiva, una decisione presa dal Senato accademico e motivata da una serie di problematiche che hanno compromesso la sicurezza e il decoro degli ambienti universitari in occasione delle passate proclamazioni.

La comunicazione è arrivata agli studenti tramite una mail firmata dal rettore Sergio Cavalieri e dal presidente della Consulta degli studenti Gianluca Messina.

“La sospensione delle proclamazioni delle lauree triennali mi ha lasciato perplessa e molto dispiaciuta – racconta Chiara Tam, 22 anni, iscritta al terzo anno del corso di laurea in Scienze della Comunicazione –. Le motivazioni sicuramente sono più che corrette, ma si potrebbe mettere a disposizione un usciere che controlli borse o zaini, un sistema già adottato da altre università”.

“Personalmente, ritengo ingiusto dover essere noi a subire la punizione – aggiunge Sofia Cristina Midali, 22 anni, studentessa del corso di laurea in Lingue e letterature straniere moderne – Si dovrebbero trovare delle alternative che vadano a punire i diretti interessati, magari mettendo delle telecamere”.

Come recita mail inviata nella mattinata di ieri (14 maggio), l’Università dovrebbe presto chiarire gli eventuali dubbi sui futuri sviluppi della questione, cercando nel frattempo di individuare una modalità che permetta a ciascun laureando di celebrare il proprio traguardo.

“Ho scoperto della sospensione della mail, dopo aver ricevuto un centinaio di messaggi in un gruppo WhatsApp dell’università – spiega Matteo Rizzi, 23 anni, iscritto al terzo anno di Scienze della Comunicazione –. Quando ho letto la comunicazione ho compreso il punto di vista del rettore e del presidente della Consulta, ma la decisione mi pare un po’ drastica. Spero che da un lato si cerchi una soluzione che protegga l’Università da coloro che pensano di essere in curva allo stadio, ma allo stesso tempo si pensi al grande traguardo degli studenti”.

Sul tema si sono espressi anche gli studenti di Azione Universitaria, un’associazione studentesca, che hanno proposto ulteriori alternative, nella speranza che queste possano venire prese in considerazione: “La nostra condanna nei confronti di coloro i quali non rispettano le regole o si fanno promotori di iniziative pericolose è ferma – si legge nella loro dichiarazione -. Questo non può però tradursi in un divieto assoluto di festeggiare e celebrare le proclamazioni dei tanti studenti che, giunti al termine del loro percorso di studi, hanno tutto il diritto di veder riconosciuto il loro risultato in un momento istituzionale, caratterizzato anche dal divertimento e dalla goliardia, senza che questa ecceda il comune buon senso”.

 

Foto di Laura Pietra (Sant'Agostino)

 

Uni+, la lista di rappresentanza dell’Università di Bergamo, sta promuovendo invece in queste ore una raccolta firme contro la sospensione delle cerimonie: in meno di 24 ore la mobilitazione ha raccolto oltre 1.400 firme. “Restiamo fortemente contrari alla sospensione delle proclamazioni, ma siamo favorevoli a trovare delle soluzioni future, che permettano di beneficare di questo momento cardine della propria carriera universitaria e proprio per questo abbiamo voluto organizzare la raccolta firme”.

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale bergamasco di Fratelli d’Italia Michele Schiavi, tra l’altro egli stesso iscritto al corso di laurea in Giurisprudenza di UniBg.

“Ritengo importante che coloro i quali compiano azioni contro la legge e contro i regolamenti universitari, come comunicato dal Rettore, vengano puniti – commenta -. Allo stesso tempo è necessario trovare il modo di garantire agli studenti che giungono a un risultato importante di poter celebrare e festeggiare il traguardo della laurea”.

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