Carol Maltesi massacrata, Davide Fontana fa ricorso in Cassazione per «alleggerire» l’ergastolo | Corriere.it

Carol Maltesi massacrata, Davide Fontana fa ricorso in Cassazione per «alleggerire» l’ergastolo

diLaura Tedesco

Uccise e fece a pezzi l’attrice 26enne che volva trasferirsi a Verona: dopo la sentenza in appello il 45enne ha presentato ricorso in Cassazione

Vuole essere riprocessato e ha quindi presentato ricorso in Cassazione, Davide Fontana. Ma, soprattutto, si auspica che in un nuovo giudizio di secondo grado gli venga alleggerita la pesantissima condanna all’ergastolo che tre mesi fa gli è stata inflitta dalla Corte d’assise d’appello di Milano per aver massacrato Carol Maltesi, 26enne attrice di film per soli adulti, uccisa dall’insospettabile bancario milanese di 45 anni «per un costante filo rosso, quasi un denominatore comune di delitti omologhi e della stessa indole - ha motivato la Corte presieduta dalla giudice Ivana Caputo -, perché non era un uomo ma una donna, con intento vendicativo». 

Lo scempio

Una barbara esecuzione attuata, per sua stessa ammissione, dal vicino di casa con la passione per i blog di food e cucina, tra il 10 e l’11 gennaio 2022 in quella casa di Rescaldina, vicino Legnano, che Carol si accingeva a lasciare per trasferirsi nel Veronese, dove aveva già trovato un appartamento in cui avrebbe finalmente potuto vivere più vicina al figlioletto di sei anni rimasto ad abitare con l’ex compagno in un grosso centro della provincia scaligera.
Reduce da una altalenante relazione con la giovane mamma italo olandese, Fontana non avrebbe accettato l’idea di perderla per sempre, di vederla uscire dalla sua vita, allontanandosi da lui e dalla sua sfera di controllo. Le tolse la vita crudelmente, dopo aver allestito un macabro set cinematografico a casa della vittima: mentre giravano un film hard per un fantomatico cliente che però non esisteva, le sferrò 13 martellate alla testa e un fendente alla gola. Lo scempio non si fermò lì, perché poi Fontana le dilaniò il corpo facendola a pezzi per poi conservarne le povere membra in un mini freezer ordinato appositamente su Amazon. La lasciò lì, in quel piccolo congelatore, per quasi due mesi, fingendo per tutto il tempo che lei fosse ancora viva: in una spietata messinscena, rispondeva via WhatsApp a familiari e amici di Carol usando il suo cellulare, assicurando a tutti che «sto bene, sono in viaggio, presto torno in Italia, non preoccupatevi per me». 

La confessione

Un atroce copione perpetrato da Fontana fino a marzo 2022, quando gettò i resti della vittima in un dirupo a Borno, nel Bresciano, dentro alcuni sacchi dell’immondizia che casualmente furono scorti da un passante: grazie al fortuito ritrovamento da parte di quest’ultimo, scattarono le indagini e, tassello dopo tassello, fu ricostruito dagli inquirenti uno dei femminicidi più sconvolgenti della cronaca recente. Messo alle strette dai carabinieri, Fontana crollò e confessò: da fine marzo 2022 si trova rinchiuso in carcere per l’omicidio volontario pluriaggravato e l’occultamento del cadavere della 26enne. In primo grado la Corte d’assise di Busto Arsizio gli inflisse 30 anni di reclusione nonostante già allora la Procura insistesse per l’ergastolo: un verdetto «scandalosamente troppo mite e che non rende giustizia a Carol e a suo figlio, rimasto orfano della mamma in modo tanto efferato e violento», insorsero le parti civili.

Il ricorso

La mamma Giuseppina e la zia Anna scoppiarono in lacrime in aula: «Questa non è giustizia», urlarono di dolore. Polemiche ancora più furenti divamparono al deposito delle motivazioni di primo grado, soprattutto per il passaggio in cui Carol fu definita «disinibita» dai giudici. «Così si processa e si condanna la vittima anziché il suo assassino» attaccarono ancora le parti civili, genitori ed ex compagno veronese della vittima con il loro figlioletto rimasto senza mamma. Ricorsero tutti in appello e in seconda battuta per Fontana è scattato l’aggravamento in ergastolo. Una «fine pena mai» che la difesa dell’ex bancario ha ora impugnato in Cassazione: la speranza, per il 45enne, è di ottenere un nuovo giudizio di secondo grado, magari già al via dopo l’estate, e di alleggerire quella condanna all’ergastolo motivata dai giudici scrivendo che aveva voluto punire la vittima perché lei «cercava nella carriera di attrice la sua indipendenza, economica e sociale». Allontanandosi così da lui e dal suo controllo.

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12 maggio 2024