Uno sguardo a Henry Cartier-Bresson, uno dei 'giganti' della fotografia (copia 1) - La Prima Linea

Cultura | 10 maggio 2024, 15:22

Uno sguardo a Henry Cartier-Bresson, uno dei 'giganti' della fotografia (copia 1)

Da Parigi, attraverso i cinque continenti, fino al famoso fotoreportage in Italia nel 1962, nell'isola sarda; uno dei maestri più iconici della fotografia in bianco e nero del '900 e di questo secolo

Siviglia, Spagna-1853 H.C.Bresson

Siviglia, Spagna-1853 H.C.Bresson

Henry Cartier- Bresson  e’ con tutta probabilità il fotografo piu’ influente del ‘900, tanto da essersi guadagnato il soprannome di  “occhio del secolo”. Anche se questa affermazione puo’ essere difficile da dimostrare, in pochi negheranno che le sue fotografie in bianco e nero, la sua estetica del “momento decisivo”,  siano stai il modello predominante di tutto il secolo scorso, e probabilmente anche di questo. Anche se al giorno d’oggi Cartier Bresson e’ principalmente riconosciuto come fotogiornalista e ritrattista, lui ha sempre sempre considerato la fotografia come una forma d’arte, un’estensione della pittura.

Nasce a Chanteloup nel 1908 . da una ricca  famiglia francese. Appartenente a una famiglia facoltosa e influente trascorre gran parte della sua giovinezza immerso nell’atmosfera bohemien di Parigi. Inizialmente appassionato di pittura, provò ad intraprendere  la carriera artistica divendando anche allievo del del pittore Andre’ Lothe. Negli anni '20  fu molto vicino al movimento surrealista da cui mutuo’ l’interpretazione dei dettagli disseminati nella vita quotidiana. Già allora però maturò la consapevolezza che solo la fotografia, come affermò, era in grado di fissare l'eternità in un solo istante.

E così fu in quanto successivamente a un lungo periodo di  frustrazione per gli scarsi risultati come pittore , approfondì la fotografia durante un periodo di convalescenza a Parigi che lo spinse fargli scegliere una Leica 35 mm come strumento espressivo. Usava la sua Leica come un “ album da disegno meccanico”, e si dimostro’ subito in grado di ritagliare immagini dalla vita quotidiana con una precisone e un tempismo ineguagliabili , ma soprattutto andando immediatamente al cuore del problema.

Dopo i primi anni, segnati dall’ influenza del Surrealismo,  maturo’ una coscienza politica e sociale, che lo porto’ a impegnarsi nel fotogiornalismo, un settore che successivamente nobilito’ fondando l’agenzia fotografica Magnum e pubblicando  “Il momento decisivo”. Molti sostengono che elevo’ il fotogiornalismo, fino a quel momento poco considerato, al livello di vera e propria arte. Il suo approccio prevedeva di allineare “ testa, occhio e cuore”, e di scattare piu’ fotografie possibili,  finche’ dalla massa non ne emerge una in cui tutti gli elementi sono disposti perfettamente e sono capaci di simbolizzare un evento, una persona o un luogo. , Questa filosofia ha ispirato migliaia di fotografi, professionisti e amatoriali.

Le foto surrealiste scattate durante i suoi viaggi in Messico e in Europa fra il 1932 e il 1935 lo resero famoso come art-photographer a New York. Al suo ritorno in Francia, nel 1937, inizio’ a dedicarsi al fotogiornalismo dopo un periodo di apprendistato come regista presso Jean Renoir. Durante la seconda guerra mondiale entrò a far parte della resisitenza francese. Catturato dai nazisti,  riusci’ a scappare e arrivare in tempo per documentare la liberazione di Parigi nel 1944.

Nel 1947 fu tra i fondatori della storica agenzia Magnum e nel ‘53 pubblicò  “Il momento decisivo”, considerato una vera e propria “Bibbia” per tutti i fotografi di reportage. Fu attivo come fotogiornalista fino alla fine deglia anni ‘70.

Nell’estate del 1962 il fotografo Henri Cartier-Bresson giunse anche in Italia e  trascorse alcune settimane in Sardegna, dai paesi interni fino a Cagliari, per realizzare un reportage che raccontasse dell’isola negli anni del boom economico.

«La macchina fotografica è il prolungamento del mio occhio» amava infatti dire il maestro Cartier-Bresson, sempre accompagnato dalla sua Leica.

Gli scatti dei  soggetti immortalati in Sardegna sono famore in tutte il mondo  per la loro raffinatezza e intimità e profondità.

Rappresentano al momento un documento storico di grande rilevanza in quanto l'artista è stato capace di raccontare con delle immagini, le tradizioni del luogo con abiti di donne, anziane e giovani del tempo; non solo ma anche le espressioni del viso e del corpo come se parlassero da soli, quasi come se i pensieri dei soggetti fotografati avessero voce per parlare. Tutto questo in un contesto nel quale il boom economico nazionale del tempo prendeva piede velocemente.

Di seguito alcune sue foto scattate in Sardegna, celebre è la foto scattata a Cala Gonone, dove il fotografo francese ha immortalato con efficacia uomini e donne in spiaggia, alle prese con le cosiddette “sabbiature”, indicate allora, per la cura di artrosi e reumatismi.

 

Nel 1979 fu organizzata a New York una mostra tributo al genio del fotogiornalismo e del reportage. Nel 2000, assieme alla moglie Martine Franck e alla figlia Mélanie creò la Fondazione Henri Cartier-Bresson, che aveva come scopo principale la raccolta delle sue opere e la creazione di uno spazio espositivo aperto ad altri artisti; nel 2002 la Fondazione fu riconosciuta dallo stato francese come ente di pubblica utilità.

Nella sua carriera ha ritratto personalità importanti in tutti i campi; Balthus, Albert Camus, Truman Capote, Coco Chanel, Marcel Duchamp, William Faulkner, Mahatma Gandhi, John Huston, Martin Luther King, Henri Matisse, Marilyn Monroe, Richard Nixon, Robert Oppenheimer, Ezra Pound, Jean-Paul Sartre ed Igor' Fëdorovič Stravinskij.

Henry Cartier-Bresson muore a Montjustin, il 3 agosto 2004, all'età di 95 anni.

 

red.laprimalinea.it

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