The Surfer, di Lorcan Finnegan

Costruito sulla figura di Nicolas Cage, è un film che nonostante non sia perfetto, affronta in maniera originale importanti tematiche sociali, ecologiche e politiche. CANNES77. Fuori Concorso

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA POSTPRODUZIONE, CORSO ONLINE DAL 17 GIUGNO

--------------------------------------------------------------

Le onde di The Surfer nascondono mille insidie, riflettono la natura di un paese, l’Australia, fiero di essere incontaminato, uno scrigno pieno di tesori. Luna Bay è il posto dove il personaggio di Nicolas Cage, il surfista, è nato prima di trasferirsi in America. Ed è il posto dove vorrebbe tornare per provare a tenere insieme la famiglia minata da un imminente divorzio, e ritrovare le origini da trasmettere al figlio, comprando una casa che si affaccia sull’Oceano, quella dove è cresciuto, appena messa in vendita. Ma la sua volontà si scontra con un quella di un gruppo di autoctoni, i Bay Boy, ragazzi maleducati e prepotenti che presidiano la spiaggia e la considerano di loro proprietà. Capo e santone della setta è Scally, sotto la cui guida la vita dell’ospite indesiderato diventerà un incubo.

--------------------------------------------------------------
OPEN DAY SCUOLA SENTIERI SELVAGGI, IN PRESENZA/ONLINE IL 7 GIUGNO!

--------------------------------------------------------------

La trasformazione del protagonista porta alla memoria alcune delle più recenti interpretazioni di Cage, pensiamo ad esempio a Pig o a Mandy, con il quale condivide anche l’approccio psichedelico. Qui è il risultato di due giorni passati sotto un sole atroce in un parcheggio limitrofo al mare, due giorni nel quale perderà uno alla volta quegli oggetti, il cellulare, la macchina, l’orologio, che rappresentano l’America ed uno status socio economico, e fanno di lui un colonizzatore. L’attore porta ed indirizza il film, le espressioni, i silenzi, i mugugni di dolore. Gli sguardi allucinati sono il corpus di uomo diventato un’icona, un meme vivente. Contorno alla performance sono invece le ossessioni del regista, una sicuramente rivolta agli animali e disseminata ovunque nel suo cinema (in Foxes fin dal titolo). Rettili, uccelli, ragni giocano un ruolo primario nel raffigurare un progressivo decadimento fisico e psicologico, e sui loro dettagli insiste Finnegan per mostrare i custodi di un mondo profanato. Di Vivarium, presentato sempre a Cannes alla Semaine de la Critique, riprende invece le tematiche legate alla casa, che giocano un ruolo centrale in Nocebo e in Without Name.

----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

The Surfer pur con delle evidenti lacune nella sceneggiatura e qualche eccesso concettuale, trova un percorso alternativo nella sospensione tra reale ed irreale e nel ribadire l’ipocrisia della società capitalista, ribaltando di fatto il luogo comune della dicotomia buono e cattivo. Lascia emergere dalle immagini la maschera, seminando un evidente critica dei modelli acclarati e vincenti, apre delle crepe dove tutto sembra perfetto, ed insite nel ripetere come alcuni valori non siano in vendita, insieme ad una crociata ecologica in difesa di un pianeta trattato generalmente dall’uomo con poco rispetto.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *