Il regista Béla Tarr: "Sono un vecchio anarchico. Ragazzi non bussate alle porte: sfondatele” - la Repubblica

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Il regista Béla Tarr: "Sono un vecchio anarchico. Ragazzi non bussate alle porte: sfondatele”

Il regista Béla Tarr: "Sono un vecchio anarchico. Ragazzi non bussate alle porte: sfondatele”

“Pasolini e Fellini, come loro non c'è stato più nessuno"

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«Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini rappresentano l'età d'oro del cinema italiano. Ora non vedo nuove produzioni italiane con la stessa forza». Il grande cineasta Béla Tarr, interprete di un cinema dell'eterno ritorno, con il suo nietzschiano "Il cavallo di Torino", (per ora il suo ultimo film), ha vinto nel 2011 l'Orso d'argento al Festival di Berlino, è a Napoli per la retrospettiva che gli dedica il Maggio dei Monumenti 2024 del Comune, fino al 2 giugno, con Ladoc "Senza fine - Il cinema di Béla Tarr", sedici proiezioni in giro per la città, tra il cinema Modernissimo l'Asilo Filangieri, Galleria Toledo, Sala Assoli, cinema la Perla e cinema Astra. "Non mi sono mai arreso alla censura", spiega a Repubblica.

Il cineasta, 68 anni, nell'ambito del progetto Cohousing Cinema Napoli del Comune terrà un workshop gratuito tra Palazzo Cavalcanti, il Riot e l'Asilo, destinato a un gruppo di giovani filmmaker. I registi emergenti si confronteranno con un grande maestro che nel suo cinema in bianco e nero racconta il destino dell'uomo in un'esistenza noiosa, spesso senza vie di fuga, e la sua impotenza davanti alla fine ineluttabile.

Il regista da anni si occupa di formazione in tutta Europa, soprattutto da quando ha smesso di far film dal 2011. La rassegna inizia stasera venerdì 17 maggio alle 21 al multicinema Modernissimo con la proiezione di “Le armonie di Werckmeister” (2000), introdotto da Antonio Biasiucci. La retrospettiva è curata da Ladoc con Armando Andria, Gina Annunziata, Marcello Sannino, Alessia Brandoni, Fabrizio Croce e Salvatore Iervolino.

Maestro, alcuni anni fa lei disse ai giovani filmmaker "Non bussate alle porte del cinema, sfondatele". Come si fa, da dove si inizia per diventare regista?

"Questa è sempre stata la mia posizione, la mia mentalità. Non ho mai bussato ad alcuna porta, e non mi riferisco solo al cinema. Ho sempre messo in atto una rottura, senza pensare alle conseguenze. Forse non è una posizione corretta. Ma sono ancora un vecchio anarchico, così come allora ero un giovane anarchico. Per me ha funzionato. Se anche loro, i giovani filmmaker, metteranno in atto questa posizione, funzionerà anche per loro".

Il cinema italiano nel mondo è amato soprattutto per il Neorealismo, questa cinematografia ha influenzato il suo modo di girare?

"Non mi ha influenzato molto il cinema neorealista visto che la questione della linearità della narrazione ha sempre rappresentato il più grande dei problemi".Pasolini disse Napoli è una tribù che rifiuta la modernità e il consumismo. Dopo mezzo secolo questa frase sembra ancora, spesso, vera. Pasolini amava i volti della gente.

Lei cosa ama della città, tornerebbe a girare film, magari partendo proprio da Napoli?

"Nel 1982 sono stato per la prima volta a Napoli e mi sono innamorato di questa città. Ci sono stato l’ultima volta due anni fa, lo spirito delle persone mi tocca, amo questa città, una delle mie città europee preferite".

In Italia la premier Giorgia Meloni è di destra e viene da formazione fascista, lei è molto amica del primo ministro ungherese Orbán a capo di in governo autoritario che si autodefinisce senza problemi illiberale. Lei ha mai provato la censura?

“Ho incontrato la censura una sola volta nella mia vita, ai tempi del mio secondo film, L'outsider del 1981. Una volta terminato il montaggio, facemmo una proiezione privata del film, alla quale vennero questi signori… Dopo la proiezione dissero che non avrebbero mai dato la “luce verde”, che avrei dovuto eliminare quella scena e quell’altra… Io dissi: “No, rimandiamo al prossimo incontro”. All’incontro successivo, circa 6 mesi dopo, vennero e mi chiesero di tagliare le stesse scene. E io risposi: “No”. Abbiamo fatto questo gioco per più di un anno, e alla fine furono loro ad arrendersi. Se tu sei davvero testardo, se sei totalmente convinto, sei tu a spuntarla. Questa è la mia esperienza. In seguito ho cercato di evitare rapporti con questi signori che arrivano alle proiezioni alle 9 del mattino in giacca e cravatta, in pieno luglio, e ti dicono che non sei abbastanza rispettoso perché al contrario di loro ti presenti in maglietta…" .

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