Disturbi alimentari. L’ossessione per il cibo fa 4mila morti. Tre milioni di persone in cura presso il Servizio sanitario nazionale e 4mila morti nel 2023.
Sono i numeri impressionanti legati ai disturbi dell’alimentazione. Che non si traduce soltanto in bulimia e anoressia, ma anche in ortoressia (la ricerca ossessiva di una dieta sana), vigoressia (eccessiva attenzione per la forma fisica), e Binge Eating Disorder (alimentazione incontrollata, le grandi abbuffate, per intenderci che portano all’obesità in molti casi).
“L’obesità è l’altra faccia dei disturbi del comportamento alimentare a causa dello stigma che discende dall’idealizzazione della magrezza nella nostra società. Per questo si diffondono sempre di più la chirurgia estetica e l’uso improprio di farmaci per la perdita di peso, come il semaglutide, farmaco antidiabetico e il cui uso inizia pericolosamente a diffondersi anche in Italia“, spiega Laura Dalla Ragione, psichiatra, direttrice della rete umbra contro i disturbi del comportamento alimentare.
In vista della giornata contro i disturbi dell’alimentazione, il prossimo 2 giugno, l’esperta individua nei social media un grande nemico. “Ragazzi e ragazze possono attingere a informazioni riguardo a metodi pericolosi per perdere peso sono moltiplicati a dismisura. E non solo: sono a portata di tutti app per il conteggio calorico o il dispendio energetico, e anche il semplice utilizzo dei social media ha un’influenza sull’autostima e contribuisce a cambiare l’immagine corporea di chi ne fa uso, determinando un aumento di sintomi depressivi, l’interiorizzazione di ideali di magrezza, pratiche di monitoraggio del corpo. Il tempo trascorso sui social media e lo sviluppo di disturbi alimentari appaiono quindi fortemente correlati” conclude Laura Della Ragione. (Libero)