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La Dipendenza Affettiva non romantica. Il caso dell’Amicizia

Spesso quando pensiamo o parliamo di una Dipendenza Affettiva facciamo riferimento a un amore tossico, cioè a un rapporto di coppia in cui tra i due membri non c’è reciprocità ed equilibrio, ma si è creata una condizione di sofferenza e oppressione che non permette di dare e ricevere in modo sano e costruttivo. In realtà le Dipendenze Affettive possono essere anche di tipo non romantico, sviluppandosi quindi in relazioni non amorose, come ad esempio può succedere nelle relazioni amicali, familiari o lavorative.

Dipendenza affettiva: come si esprime nell’amicizia?

Nel caso specifico dell’Amicizia, consiste in un rapporto affettivo che può svolgere funzioni complementari a quelle di una relazione amorosa, ma condivide con essa diversi aspetti e dinamiche. Come l’amore, così anche l’amicizia, per essere autentica e arricchire la relazione deve basarsi sulla cooperazione, la spontaneità e la reciprocità tra due (o più) persone in grado di stabilire i confini della propria autonomia e indipendenza.

Pur mantenendo una certa dose di bisogno sano e reciproco. Il dipendente affettivo in amicizia può instaurare relazioni non paritarie con gli altri, sopprimendo i propri bisogni e cercando di trovare nel rapporto la conferma del proprio valore personale e la possibilità di colmare il proprio vuoto interiore.


I sintomi a cui prestare attenzione

Le specifiche caratteristiche della dipendenza affettiva in ambito amicale sono simili (seppur con alcune differenze sostanziali) a quelle che riguardano la sfera amorosa e possono comprendere:
Gelosia: considerare i rapporti esterni (sia propri che altrui) come una minaccia per la relazione amicale;
Ossessione: perdita di interesse nei confronti delle relazioni che sono al di fuori di quella di cui si è dipendenti;
Esclusività: desiderare di trascorrere quanto più tempo possibile da soli con gli amici di cui si è dipendenti;
Angoscia: emozioni e sentimenti di sconforto, panico, frustrazione e umore depresso al minimo allontanamento fisico e/o emotivo della/e persona/e di cui si è dipendenti.

Com’è un’amicizia sana?

Mentre un’amicizia sana è caratterizzata da scambi reciproci, simmetria e dinamicità della relazione, quella dipendente è bloccata, stagnante e priva di prospettive di crescita personale. In essa l’individuo può giungere ad annullare se stesso (e le sue necessità) e dedicare tutte le (o buona parte delle) proprie energie e risorse per soddisfare le richieste e i bisogni degli amici, nel disperato tentativo di compiacerli e guadagnare la loro stima, fedeltà e accettazione.

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Dipendenza affettiva nelle amicizie, ecco i campanelli d’allarme

Alcuni comportamenti tipici della Dipendenza Affettiva nei rapporti amicali possono essere:

Uscire, anche controvoglia, quando i propri amici/amiche lo fanno;
Pagare il conto/offrire consumazioni;
Fare numerosi favori e/o regali (ciò che si definisce “comprare un’amicizia”);
Auto-attribuirsi impropriamente le colpe all’interno della relazione amicale.

Com’è l’amicizia senza dipendenza?

Gli ingredienti per un’amicizia sana e funzionale risultano invece essere:
Rispettare i tempi e gli spazi propri e dell’altro;
Accettare i propri e gli altrui limiti e confini;
Comprendere che le amicizie sono legami imperfetti e che, in quanto tali, possono procurare gioie, ma anche delusioni;
Imparare che le amicizie, come ogni altro rapporto interpersonale, possono essere segnate da ambivalenza: si ama e allo stesso modo si può invidiare, si spera il meglio per l’altro e al contempo si può essere concorrenti;
Capire che coltivare un’amicizia non significa subordinarsi all’altro;
Riconoscere che l’amico/a non ci appartiene, non può colmare i nostri vuoti, ma piuttosto ci accompagna e arricchisce il nostro percorso di vita.

Quando amare fa male, il libro sulla dipendenza affettiva

L’amore, nelle sue manifestazioni più sane e costruttive, rappresenta un profondo e innato bisogno umano, e implica un’importante motivazione e un attaccamento sicuro e funzionale verso gli altri. Viceversa, quando l’amore si trasforma in abitudine a soffrire, fino a diventare quella che viene definita una vera e propria “dipendenza affettiva”, si pone come un dolore capace di portare gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali.

In questa condizione, sempre più diffusa nel mondo contemporaneo, la relazione di coppia viene vissuta come un prerequisito indispensabile per la propria esistenza e ciò rappresenta l’antitesi dell’amore verso sé stessi.

In questo volume l’autore fornisce una disamina approfondita, completa e dettagliata della dipendenza affettiva, basata su un’analisi esaustiva della letteratura scientifica attualmente esistente.

L’obiettivo è quello di fornire al lettore un’idea chiara di cosa sia la dipendenza affettiva, di come venga concettualizzata e di come si possa manifestare. Oltre che delle sue cause e delle strategie e tecniche di intervento per affrontarla e superarla.

L’Autore

Il Prof. Paolo Antonelli.

 

Paolo Antonelli, Ph.D., psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, è Professore a contratto presso la Scuola di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze.

È inoltre docente presso supervisore e responsabile scientifico presso varie Scuole di Specializzazione in Psicoterapia, Master e Corsi di Alta Formazione. Responsabile della ricerca scientifica presso il Centro Integrato di Sessuologia Clinica Il Ponte di Firenze, svolge la pratica clinica specialmente in ambito di nuove dipendenze e problematiche (affettive e sessuali), spettro ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, tematiche LGBT+, psicopatologia perinatale e prevenzione e contrasto del rischio suicidario tra Firenze e Milano.

Il Professor Antonelli à anche Presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Affettive e Relazionali (ANDAR) per il trattamento, la formazione e la ricerca sulla Dipendenza Affettiva.

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