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La contromossa del Politecnico: lezioni on-line per depotenziare il corteo dei pro Palestina

All'interno del rettorato dell' alcuni studenti universitari Pro Palestina hanno messo una tenda mentre erano in assemblea. Torino 16 maggio 2024 ANSA/TINO ROMANOuniversità
All'interno del rettorato dell' alcuni studenti universitari Pro Palestina hanno messo una tenda mentre erano in assemblea. Torino 16 maggio 2024 ANSA/TINO ROMANOuniversità  
All’Università i manifestanti interrompono i lavori del Cda. A dare sostegno alla protesta anche il musicista eporediese Cosmo
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Il Politecnico di Torino gioca la carta delle lezioni online contro le manifestazioni dei collettivi Pro Palestina. In vista del corteo annunciato stamattina che partirà da Palazzo Nuovo occupato verso corso Duca, l’ateneo ha disposto che la didattica oggi non sarà in presenza nella sede centrale, oramai invasa dalle tende nel cortile e nelle aule magne. La decisione, spiega in una nota l’ateneo, sarebbe stata presa «d’intesa» con le rappresentanze studentesche di Senato e Cda «al fine di garantire la sicurezza della comunità studentesca».

Restano aperte aule studio e ristorazione ma si accede solo attraverso due varchi, con la possibilità di dover mostrare il tesserino. Non sembrano concordare sulla decisione da Alter.Polis: sui social scrivono «l’interruzione delle lezioni non è mai stato l’obiettivo dell’occupazione».

Occupazione che sotto la bandiera di «intifada studentesca» a Torino continua ad allargarsi da lunedì con blitz paralleli nei due atenei dei collettivi, tra cui Progetto Palestina, Cambiare Rotta, Studenti Indipendenti e Cua. All’Università di Torino da quattro giorni è occupato Palazzo Nuovo e le lezioni proseguono online. Ieri i collettivi hanno sfilato in corteo fino al rettorato, già bersagliato da scritte durante la fiaccolata della sera prima, e hanno interrotto i lavori delle commissioni di istruttoria del personale di Cda. Hanno piantato una tenda nella sala e affisso dei cartelli con scritto “Wanted Geuna”. Dopo una lunga discussione, i collettivi esultano per «aver ottenuto la richiesta di una seduta congiunta e pubblica di Senato e Cda per martedì». Ieri sera invece sempre a Palazzo Nuovo è arrivato a dare «sostegno alla lotta» l’artista eporediese Cosmo, che già sul palco del Primo Maggio ha sventolato la bandiera Palestinese. «Viva l’intifada studentesca - ha detto - Siete la gioventù che dà speranza».

L’attenzione ora è tutta sul corteo di questa mattina. Anche perché la richiesta degli universitari è la stessa: «Rescissione degli accordi con le università israeliane e aziende della filiera bellica», e sono pronti a occupare a oltranza.

Anche la risposta degli atenei è chiara. Tanto che il rettore Geuna, ribadendo la posizione di «no al boicottaggio» ha ritenuto «strumentale» la richiesta degli occupanti a intervenire. In primis, spiega, perché «purtroppo non è stata accolta» la richiesta di interrompere l’occupazione e poi perché i temi, quindi rescissione degli accordi, «sono già stati discussi nelle sedi opportune».

Anche al Poli la palla resta agli studenti: l’ateneo fa sapere che si sta dando corso «a quanto concordato nei precedenti incontri» e che organizzerà entro fine maggio una conferenza degli studenti, ma non sembrano esserci nuove decisioni. Dalla politica, però, arriva la richiesta a un approccio più duro. L’assessora regionale all’Istruzione, Elena Chiorino, chiede lo sgombero: «Si è superato ogni limite, l’escalation di prepotenza di questi sedicenti studenti che non sono altro che i soliti centri sociali va interrotta».

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