Allegri, le donne, il calcio e i cavalli: il ritratto dell'ex Juventus | Corriere.it

Allegri, le donne, il calcio e i cavalli: il ritratto dell'ex Juventus

diMonica Colombo

Massimiliano Allegri conquista Berlusconi con lo stile, da seduttore finisce sulle copertine del gossip: lasciò Erika alla vigilia del matrimonio. La storia con Ambra Angiolini e la passione per il cavallo Minnesota

Conquistò la ribalta del grande calcio anche con lo stile. «Ha le phisique du rôle per allenare il Milan» disse Adriano Galliani un sabato di maggio del 2010 quando varcò il cancello di Arcore per presentare a Silvio Berlusconi il futuro tecnico. Elegante, prima di lanciare per aria giacche e cravatte, col fisico longilineo che gli ha propiziato il soprannome di Acciuga, Allegri è l’unico tecnico italiano in attività ad attirare la curiosità non solo degli appassionati di sport. Grande seduttore, ha consentito ai settimanali di gossip di impaginare copertine gustose: il rapporto con le donne è stato a dir poco travagliato dai tempi in cui giocava a Pescara con Ricky Massara, l’ex ds del Milan, e sotto la guida di Galeone. «Ancora con queste battute? Sono nonno adesso» si schermisce lui, che a 56 anni si gode nei momenti di relax Filippo, il figlio della primogenita Valentina.

La ricca aneddotica che lo riguarda ha origine dall’addio alla fidanzata Erika a pochi giorni dal sì. «Sono un bischero, ma non un traditore» si è sempre difeso lui, più incline a sottoscrivere contratti lunghi con le squadre che ha allenato (4 anni al Milan, 8 alla Juve) che con le fidanzate. Un matrimonio (con Gloria), due figli (il più piccolo è Giorgio che vive con la mamma, Claudia, a Torino), una relazione con Ambra Angiolini, terminata in maniera burrascosa. Bon vivant, legato in maniera viscerale a Livorno, dove sono rimasti il babbo Augusto e la sorella Michela, non rinuncia al rito estivo della gabbionata ai Bagni Fiume.

 L’appuntamento fisso di luglio è servito anche per rispondere all’eterno dilemma amletico: meglio il gioco o il risultato? «Nella vita esistono le categorie: ci sono allenatori che vincono ed altri che non vincono. Lo dico perché nel gabbione a Livorno i tornei li vincevo tutti, ne ho perso uno. E quelli che pensavano a giocare bene non vincevano mai». Con gli anni si è appassionato anche allo sci e ha acquistato una casa in Alta Badia. Se con le ex mantenere i rapporti si è rivelato uno sport no limits, con i dirigenti con cui ha lavorato non ha mai interrotto le comunicazioni. 

Chiedere a Massimo Cellino che lo ha lanciato al Cagliari e lo chiama ancora per sapere come schierare le sue squadre per sorprendere gli avversari. I cavalli sono la sua vera passione (da piccolo andava all’ippodromo col nonno), oltreché fonte principale di spese. Un giorno volendo scommettere sul cavallo Minnesota, l’allibratore gli rispose: «Più facile che tu alleni in Serie A che Minnesota vinca». I soldi non sono un’ossessione. «Non voglio diventare il più ricco del cimitero» rispose a giugno quando i più si stupivano della rinuncia all’Arabia.

18 maggio 2024 ( modifica il 18 maggio 2024 | 10:41)