Italia tra i Paesi non firmatari del testo della presidenza belga Ue sui diritti Lgbt

Italia tra i Paesi non firmatari del testo della presidenza belga Ue sui diritti Lgbt

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Venerdì 17 Maggio 2024, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 16:52

BRUXELLES - La dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+ presentata dalla presidenza di turno belga ai Paesi membri dell'Ue non è stata firmata da nove Stati su 27. A non firmare la dichiarazione sono stati Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. La dichiarazione era stata preparata in occasione della Giornata Mondiale contro l'Omofobia, la Transfobia e la Bifobia. L'Italia, lo scorso 7 maggio, aveva aderito alla dichiarazione contro l'Omofobia, Transfobia, Bifobia del Servizio di Azione Esterna Ue e dei 27.

Secondo quanto previsto dal testo gli Stati firmatari "si impegnano in particolare ad attuare strategie nazionali per le persone Lgbtiq+ e a sostenere la nomina di un nuovo commissario per l'uguaglianza quando sarà formata la prossima Commissione. Chiedono inoltre alla Commissione di perseguire e attuare una nuova strategia per migliorare i diritti delle persone Lgbtiq durante la prossima legislatura, stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile". Nel corso della riunione di alto livello in cui è stata presentata la dichiarazione la segretaria di Stato per l'Eguaglianza di genere, Marie-Colline Leroy, ha sottolineato che "la Presidenza belga del Consiglio dell'Ue ha deciso di porre la questione dei diritti delle persone Lgbtiq al centro dell'agenda europea, riunendo a Bruxelles i ministri degli Stati membri dell'Ue responsabili dell'uguaglianza, il commissario europeo per l'uguaglianza e la società civile", che si è tenuta nei giorni scorsi. I Paesi firmatari della dichiarazione sono: Belgio, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Estonia, Austria, Finlandia, Germania, Portogallo, Slovenia, Francia, Svezia, Spagna.

Nella Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia (Idahot), Europa e la Nato hanno riaffermato il proprio impegno per la tutela dei diritti delle comunità arcobaleno. La presidenza di turno belga, nel corso di una cerimonia alla quale ha partecipato la commissaria all'Eguaglianza Helena Dalli, ha proposto gli Stati membri dell'Ue di firmare una dichiarazione sulla continua promozione dei diritti umani delle persone Lgbtqi+. La bandiera arcobaleno è stata issata davanti a tutti i palazzi delle istituzioni europee a Bruxelles.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, su X si è detta "orgogliosa di sostenere la comunità Lgbtiq+. Nella Idahot, riaffermiamo il nostro impegno per un'Europa in cui tutti siano liberi di amare e vivere senza paura, dove puoi semplicemente essere te stesso". "L'Europa - le ha fatto eco la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola - è sinonimo di libertà: libertà di vivere come si vuole, di essere chi si vuole essere, di amare chi si vuole amare senza discriminazioni, odio e pregiudizi". Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sottolineato invece l'unità dell'Ue per "garantire che nessuno venga lasciato indietro, perché - scrive - l'amore non conosce confini!". Nel ribadire, infine, che "la Nato esiste per difendere 32 nazioni e il diritto dei nostri popoli a vivere liberamente e in pace", il segretario dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, si è definito un orgoglioso "alleato" delle persone Lgbtq+ che "meritano rispetto e dignità" perché "tutto l'amore è uguale".

Fonti del ministero della Famiglia hanno spiegato all'Ansa che l'Italia non ha aderito "insieme a un terzo degli Stati membri" alla dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+ perché "era in realtà sbilanciata sull'identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan". È stata "una decisione presa giorni fa", riferiscono le stesse fonti, sottolineando che in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia sono stati prodotti diversi documenti e l'Italia ha aderito alla dichiarazione contro omofobia, transfobia e bifobia "perché era relativo alla non discriminazione rispetto all'orientamento sessuale".

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