Il gusto delle cose: la spiegazione del finale del film di Tran Anh Hùng
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Il gusto delle cose: la spiegazione del finale del film di Tran Anh Hùng

Il gusto delle cose è un film del 2023 diretto da Tran Anh Hùng con Juliette Binoche e Benoît Magimel: ma qual è la spiegazione del finale?
Di seguito la spiegazione del finale del film Il gusto delle cose di Tran Anh Hùng

Vincitore del Premio Miglior Regia al Festival di Cannes76, Il gusto delle cose (La Passion de Dodin Bouffant) è un film del 2023 scritto e diretto dal regista vietnamita naturalizzato francese Tran Anh Hùng. Presentato in anteprima alla 18esima edizione del Festival del Cinema di Roma, Il gusto delle cose presenta un finale estremamente delicato e simbolico. Seguono il finale e la spiegazione del finale de Il gusto delle cose, il film di Tran Anh Hùng con Juliette Binoche e Benoît Magimel.

Il finale de Il gusto delle cose, il film con Juliette Binoche e Benoît Magimel

Prima di passare alla spiegazione del finale, occorre rammentare gli eventi chiave che portano all’epilogo del film in modo da poter comprenderlo al meglio. Dopo la grave malattia e la morte della sua amata Eugénie, collega ai fornelli e compagna di vita, Dodin decide di replicare la ricetta del pot-au-feu che solo Eugénie sapeva realizzare, un piatto a base di carne e verdura, apparentemente semplice da farsi per i suoi pochi ingredienti, ma di complessa preparazione, in modo da ricordarla tramite la passione che più li accomunava: la cucina. Nelle scene finali, Dodin riesce finalmente a trovare una cuoca che sappia ricreare il gusto originale di Eugénie e si reca a conoscerla. La camera, ruotando su se stessa, passa da inquadrare la porta della cucina attraverso cui vediamo Dodin andare via, al focolare rimasto acceso, fino a tornare al punto di partenza, compiendo un giro completo. In sottofondo sentiamo le voci di Eugénie e Dodin parlare:

Eugénie: Hai detto che noi siamo all’autunno delle nostre vite. Parla per te. Io mi sento in piena estate. E quando me ne andrò sarà sempre estate. Amo l’estate. voi no?”
Dodin: Amo tutte le stagioni. Le prime gocce della pioggia, i primi fiocchi di neve, i primi fuochi dei camini, i primi boccioli. Tutte queste prime cose che ritornano ogni anno mi affascinano.
Eugénie: Ma l’estate, il sole. Amo sentire il calore sul mio corpo. Come questa braci che uso ogni giorno. Per oltre vent’anni che viviamo sotto lo stesso tetto, come fai ad avere questa consistenza, questa perseveranza nei miei confronti?
Dodin: Sant’Agostino diceva che la felicità è continuare a desiderare ciò che già si ha, ma io ti ho mai avuta?
Eugénie: Posso farti una domanda? E’ molto importante per me. Sono la tua cuoca o… tua moglie?
Dodin: La mia cuoca.
Eugénie: Grazie.

La spiegazione del finale de Il gusto delle cose: l’amore è una ricetta da preparare pazientemente

Nella scena finale vediamo la camera ruotare su stessa fino a che non inquadra Dodin ed Eugénie seduti a tavola nella loro cucina. Dal modo in cui sono vestiti, con gli abiti indossati il giorno del loro matrimonio, comprendiamo che la scena li ritrae nel momento immediatamente successivo alla fine della festa svoltasi in giardino dopo essersi sposati. A confermare ciò la battuta che rompe il silenzio pronunciata da Eugénie in cui dice a Dodin che pensa che i loro amici sono stati bene, che hanno trascorso un bel momento. Il movimento rotatorio in senso orario della camera e quello del salto temporale indietro nel passato del flashback – in senso antiorario dunque rispetto al filo della narrazione del film – sono così antitetici, opposti.

A segnalare la transazione temporale vi è anche la comparsa della differente luce del sole in cui la stanza è immersa. Nelle ultime battute che Eugénie e Dodin si scambiano alla fine del film – che però costituisce una parte antecedente nella narrazione logica – è racchiusa la vera essenza in cui ricercare il significato dell’epilogo. La passione per la cucina che i due condividono non è altro che una passione per la vita, poiché per loro i due aspetti sono imprescindibili, così come oramai loro stessi sono diventati inseparabili l’una dall’altro. Il vero segreto della ricetta del loro amore è dunque fatta di ingredienti semplici, di piccole cose, come i ricordi dei momenti trascorsi insieme che sopravvivono a qualsiasi cosa, persino alla morte. Con la consapevolezza di amarsi e di appartenersi per l’eternità, senza mai intenderlo come possesso, come affermato da Dodin, è necessaria la memoria, e dunque i ricordi, affinché il gusto si formi, allo stesso modo basterà cucinare un piatto e immergersi nei suoi sapori e odori per ritrovarsi insieme – come una volta – seduti a una tavola a parlare del gusto delle cose.