Mi mancherai, di Firenze vanto e gloria

Stasera al Franchi con il Napoli "ultima volta" della Curva Fiesole. I ricordi di un ragazzo nel "fortino" viola

Paolo
Paolo Pellegrini
17 maggio 2024 16:50
Mi mancherai, di Firenze vanto e gloria

E così, questa sera ci salutiamo. Non ti vedremo più così come sei, come sei stata in decenni dei nostri ricordi: per me, più di cinquant'anni. E per quello che hai rappresentato e rappresenti. Sembra quasi impossibile, e ti acchiappa un irresistibile groppo alla gola, egli occhi si inuimidiscono. Anche se hai quasi settant'anni, anche se ne hai viste passare di tutti i colori, ne hai sentite e passate e sofferte di assai peggio. Eppure, finisce un'epoca. Venerdì 17 maggio 2024, ultima di campionato in casa, Fiorentina-Napoli. Chiude la Curva Fiesole. Sparisce la Curva Fiesole, almeno come siamo stati e siamo abituati a vederla praticamente da sempre. Se e quando tornerà, sarà tutt'altro. Probabilmente, sarà ancora il fortino del tifo viola, ma vuoi mettere: dicono che somiglierai alla curva del Gewiss Stadium di Bergamo. Mah.

C'eravamo tanto amati, se ti ricordi anche di me. Avevo quindici anni, e poi sedici e via ancora per qualche tempo. Lo scudetto, l'anno prima, l'avevo vissuto di là, in Ferrovia: eh già, perché anche questo è il bello del nostro "Franchi", che a quel tempi si chiamava semplicemente "Comunale", del vecchio "Berta" del Ventennio era rimasto solo il nome di battesimo negli annali di storia dell'architettura. E' il bello, avere due curve che hanno nomi significativi, macché gli insipidi Nord e Sud, qui le curve si chiamano Ferrovia perché i treni corrono a cinquecento metri, e Fiesole perché lì sopra c'è il Colle, di certo uno dei più belli del mondo, di certo i germi e il seme nobile di quello che sarebbe stata la magnifica, unica, inimitabile Fiorenza. E quella curva, la Fiesole, progettata e nata come diga contro i venti del nord che scendono per la gola della Faentina.

Correvano tempi felici, quando decisi di passare alla tua sponda, eravamo euforici per il tricolore cucito sulle maglie dei nostri ragazzi. Eppure, come in ogni epoca calcistica, e soprattutto del calcio in riva d'Arno, quella magia - anche se noi non ce ne accorgevamo, o facevamo finta - e quella bellissima bolla di incanto stavano cominciando a incrinarsi. Qualcuno dei ragazzi prendeva altre strade - già, anche allora tirava forte il vento del Nord - e cominciava a mancare il coraggio di investire per far durare l'alchimia.

E così si mischiano ricordi incredbili. Ci fu lo spettro della B. Ero lì quando i laziali ci prendevamo a sassate e arance. Ero lì, giù, quando un coglione interista mi berciava negli orecchi "marüda, marüda", che in quella lingua incomprensibile voleva dire "matura, matura", per dire che loro stavano per segnare... ero lì quando quel diavolo di uno Zoff riuscì a deviare con la punta del dito medio l'incornata di Ugone Ferrante che sarebbe valsa il 2-2 con il Napoli, ed ero lì, giù, anche quando invece Pino Brizi mise dentro il pallone di quell'insperato incredibile 2-2 contro l'Inter che volle dire salvezza.

Ed ero lì, però lassù in cima, quando sotto un pazzesco nubifragio di un pomeriggio intero Nestor Combin fece il ... Diavolo, e il Milan ce ne rifilò una cinquina. Giocavano Ferrario, Botti, D'Alessi, Ghedin, Ghiandi, Macchi, Florio, un vecchio Sormani... Cominciavano a spuntare altri ragazzi in gamba, Roggi Caso Guerini, poi arrivarono le sventure, l'incidente tremendo del novembre 1975, e quel maledetto agosto 1976 a Viareggio, e i bravi ragazzi sparirono risucchiati dal gorgo delle sventure.

Che ti avrebbe visto sempre in prima linea, Curva Fiesole, a omaggiare i Nostri Grandi Scomparsi, ahimé quante volte, fino agli utlimi, il Capitano Davide e Joe il diggì amatodiato, e tanti dei tuoi e dei nostri, quanti fiori, quanti striscioni, quante lacrime...

I miei ricordi con te si perdono lontano. Ci siamo allontanati, c'è stata una B, c'è stato il fallimento e poi la C2 ma li ho visti in sedie più comode, la vista del resto non migliorava con l'anagrafe ingrata, anche se negli anni recenti ci hanno pensato due dei miei figli a riallacciare qualcosa ma ormai l'incanto s'era rotto, tanto di te non ho condiviso anche se tanto di te ho sempre rispettato, di quello che viveva in te e veniva da te. Ma l'emozione stasera sarà fortissima. Un'altra era che chiude, allo stadio e nella vita di ognuno di noi. Ciao vecchia giovane Curva Fiesole carissima, comuque e sempre "di Firenze vanto e gloria".

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