Il rugby italiano dedica la Festa della mamma ad Adelaide Del Carmen, la madre di Marcos Gallorini - la Repubblica

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Il rugby italiano dedica la Festa della mamma ad Adelaide Del Carmen, la madre di Marcos Gallorini

Marcos Gallorini
Marcos Gallorini 

Ha cresciuto da sola due figli. Uno, oggi, è una colonna del Benetton Treviso ed è cercato da molti club

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«Voglio dirle grazie: per lei non è stato facile, in questi anni. Era da sola, ma c’è sempre stata. E tutto quello che sono, lo devo a lei». Dietro ogni grande rugbista c’è sempre una grande mamma. E quella di Marcos Gallorini, formidabile pilone destro dell’U20 azzurra, è davvero speciale. Adelaida del Carmen: la Federazione ovale le dedica la Festa della Mamma con un emozionante video. Che regalo. A lei, basta vedere felice il suo piccolo. Per le madri i figli sono tutti cuccioli, anche se il suo – a 19 anni – supera il 1.90 di altezza e i 130 chilogrammi. Un gigante su cui tanti prestigiosi club europei hanno messo gli occhi – ma è legato doppio filo al Benetton Treviso -, e che per l’efficacia in campo quando porta l’ovale, la forza fisica e l’abilità in mischia chiusa, ricorda un altro grande numero 3 italiano: Martin Castrogiovanni. Anche se il suo idolo è il cognato di ‘Castro’, il samoano Logovi’i Mulipola. «Oggi però parliamo della mamma, non di me. È la sua festa. Non potete immaginare, quanti sacrifici ha fatto per me. È il vero campione», dice. E la guarda adorante.

Quella di Adelaide del Carmen, originaria di Guayaquil, Ecuador, è una storia esemplare. La racconta lei stessa, vincendo la timidezza. «Sono arrivata in Italia nel ’98, con un figlio – José – e una laurea in Economia che qui non mi è mai stata riconosciuta». Una sorella a Genova, ha dovuto trovarsi in fretta un lavoro. «Donna delle pulizie, ad Arezzo. Ho conosciuto un uomo, toscano, ci siamo sposati. È nato Marcos, che di secondo nome fa: Francesco». Il bambino cresce rapidamente: è molto più alto e robusto dei suoi coetanei. Iperattivo. «All’asilo, dalle suore, la maestra mi ha subito consigliato il rugby». Però Adelaida teme costi troppo, iscriverlo a un corso. Si è separata, deve tirare avanti da sola coi 2 figli. Per fortuna c’è Gianluca – Marcos lo chiama: ‘il fratellone’ -, figlio di primo letto del marito: ci pensa lui a metterla in contatto col Vasari, club aretino. La quota è di 250 euro all’anno, lei ha messo da parte qualche risparmio: si può fare.

Mariella De Maria è la prima allenatrice del bimbo. «Le avevamo provate tutte: calcio, nuoto, basket. Sembrava sempre insoddisfatto, mangiava troppo. Era dura, tenerlo a dieta. Ma quella volta che è tornato a casa dopo il rugby, finalmente l’ho visto esausto. E felice. ‘Mami, mami: voglio tornare a giocare con la zia Mariella’, mi ha detto». Adelaida racconta di aver ringraziato Dio: «Perché quando poi ho conosciuto la squadra, mi hanno subito accolta come fossi una di famiglia. Non mi era mai successo. Un ambiente bellissimo. Ho scoperto uno sport dove tutti erano uguali, e allegri».Il resto, è il percorso di un predestinato. Con la mamma, che come tutte le mamme dei rugbisti è più che altro preoccupata per tutte quelle lavatrici da fare. E il bambino che gioca, stringe amicizie, si rotola nel fango, cresce. «Francesco Belsanti lo ha seguito nel Vasari fino all’esordio in prima squadra, a 17 anni. Poi i vari passaggi nelle Accademie nazionali: quando l’hanno preso a Roma, ha fatto festa tutto il palazzo. Si è impegnato molto, ha fatto tanti sacrifici: aveva il diritto di provarci. Gli ho detto: va bene, ma non smettere di studiare».

Adelaide ha continuato a fare la donna delle pulizie, José lavora come cameriere. Una bella famiglia, unita. «Sono orgogliosa di entrambi i miei figli. Vedo Marcos così sereno: vive lontano da casa, ma ha la testa sulle spalle». Il ragazzo l’ascolta, e nonostante la mole si fa davvero piccolo piccolo. Oggi, che festa. «Il mio regalo è vederlo felice. Seguirlo in queste partite, sognarlo un giorno con la Nazionale dei grandi». Sorride. «Fino a quando gioca a rugby, sono tranquilla».

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