Michel Platini trascina la Francia al primo titolo continentale nel 1984 - Luccaindiretta

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Michel Platini trascina la Francia al primo titolo continentale nel 1984

Italia eliminata malamente nel girone di qualificazione. Spagna sconfitta in finale, Danimarca e Portogallo fra le protagoniste

Dopo i trionfali mondiali di Spagna tramonta nel peggiore dei modi l’era di Enzo Bearzot. Le qualificazioni degli europei del 1984, la cui fase finale si disputerà in Francia, infatti, sono uno dei punti più bassi della storia azzurra dopo l’eliminazione dalle fasi finali dei mondiali del 1958 e prima del doppio appuntamento fallito con la rassegna iridata nel 2018 e nel 2022.

La formula si è consolidata: sette squadre arrivano alla fase finale dai sette gironi di qualificazione (sette da cinque e tre da quattro). In Francia si giocano due gironi da quattro, ma vengono introdotte le semifinali incrociate prima contro seconda mentre viene abolita la finale di consolazione per il terzo posto.

Nel suo raggruppamento l’Italia mondiale di Bearzot vince sono l’incontro casalingo contro Cipro (con cui pareggia sull’isola) poi pareggia in casa con Belgio e Romania e cade nelle altre partite, compreso nel doppio confronto con la Svezia (2-0 a Goteborg, 0-3 a Napoli). A passare il turno sono i rumeni, per la prima volta a una fase finale.

Qualche sopresa arriva dagli altri gruppi, che regalano anche delle importanti conferme. Come quella del Belgio che primeggia nel girone con Svizzera, Germania Est e Scozia. Un emergente Portogallo estromesse dalla fase finale l’Unione Sovietica, che pure batte i lusitani in casa per 5-0. A fare la differenza è un pareggio di troppo in Polonia, mentre il Portogallo fa percorso netto. Fanalino di coda la Finlandia. Torna alla fase finale dopo vent’anni la Danimarca, in un girone di ferro in cui mette alle spalle l’Inghilterra (battuta in casa di misura), la Grecia, l’Ungheria e il Lussemburgo. In Francia vola anche la sempiterna Jugoslavia, che deve vincere la resistenza del Galles con cui colleziona due pareggi (fra cui il 4-4 di Podgorica). Sono le sfide contro Bulgaria e Norvegia a decidere la griglia finale a favore degli jugoslavi, che pareggiano una gara in meno dei gallesi. Solo la differenza reti permette ancora una volta alla Germania Ovest di giocarsi il titolo finale. A tentare lo sgambetto, vincendo sia in casa sia fuori contro i tedeschi, è l’Irlanda del Nord, che però paga le sconfitte esterne in Austria e Turchia e un pareggio senza reti in Albania. L’ultima a volare in Francia è la Spagna, grazie a due gol in più realizzati rispetto all’Olanda. Le due squadre, infatti, nel raggruppamento in cui ci sono anche Irlanda, Islanda e Malta, fanno l’identico percorso e si aggiudicano uno scontor diretti a testa. La Spagna pareggia un match in Irlanda, l’Olanda lo fa in Islanda e alla fine a decidere è un inevitabilmente sospetto 12-1 nell’ultima gara che gli spagnoli affrontano contro Malta, permettendo così di passare da -10 gol fatti rispetto all’avversaria diretta a +2-

Si vola in Francia, dunque, per la prima manifestazione continentale che si giostra su ben sette stadi: Parigi, Marsilia, Lens, Nantes, Strasburgo, Lione e Saint Etienne. C’è davvero da diversiri anche per la grande qualità delle squadre in lizza, con l’esordio in una fase finale di Portogallo e Romania.

Nel primo girone si capisce da subito che si gioca per il secondo posto. I padroni di casa della Francia nelle prime due sfide superano Danimarca e Belgio, trascinati da Michel Platini, che segna la rete decisiva contro i danesi e una tripletta contro i belgi. Con la Jugoslavia già eliminata (e sconfitta dalla Francia nella terza gara con un’altra tripletta di Platini) a decidere l’altra semifinalista è un match di quelli che entra di diritto negli annali fra Danimarca e Belgio: Ceulemans e Vercauteren portano i belgi sul doppio vantaggio, Arnesen accorcia su rigore per i danesi sul finale di frazione. Dopo il quarto d’ora della ripresa il sorpasso degli scandinavi con Brylle e Elkjaer Larsen, che l’anno successivo avrebbe conquistato lo scudetto in Italia con la maglia del Verona.

Decisamente più equilibrato il gruppo B che si apre con due pareggi fra Germania Ovest e Portogallo (senza reti) e fra Spagna e Romania. Il girone sembra pendere verso i tedeschi dell’Ovest dopo il successo con doppietta di Voeller contro i rumeni mentre il derby della penisola iberica finisce senza vincitori. Le sorti del girone, però, cambiano nei dieci minuti finali dell’ultimo turno, giocato in contemporanea per evitare calcoli (come era successo fra Germania e Austria nel girone di qualificazione dei mondiali di Spagna 1982 e, proprio con la Spagna, nelle qualificazioni di quell’europeo). All’81’ Nenè regala i tre punti al Portogallo sulla Romania, al 90’ Maceda confeziona il sorpasso della Spagna sulla Germania Ovest, nel match e anche nel girone. Per differenza reti iberici primi, lusitani secondi e accoppiati in semifinale contro la Francia.

Anche le semifinali sono di grande pathos e terminano entrambe oltre i tempi regolamentari. Il 23 giugno 1984 a Marsiglia, in un Velodrome caldo e appassionato, i transalpini mettono la freccia con un calcio di punizione di Domergue, si fanno raggiungere da Jordao, imbeccato da uno scatenato Chalana, a un quarto d’ora dalla fine. Si va ai supplementari ed è lo stesso Jordao (ancora su cross di Chalana) a portare avanti il Portogallo, permettendo alla sua squadra di chiudere in vantaggio il primo tempo supplementare. Ci si avvia verso una delle tante ‘tragedie nazionali’ patite dalle nazionali organizzatrici quando Domergue in una mischia furibonda impatta al 9’ del secondo tempo supplementare. Francia all’arrembaggio ed è le Roi Platini, servito da Tigana in un’azione tambureggiante a mettere alle spalle di Bento e a regalare la finale ai francesi.
A Parigi ci arriva anche la Spagna dopo un’altra partita vietata ai deboli di cuore: la Danimarca si illude con il gol di Lerby al 7’, pareggia il ‘solito’ Maceda a metà ripresa. Non cambia nulla neanche ai supplementari, nonostante l’espulsione di Bergreen ai supplementari, e si decide tutto ai tiri dal dischetto: gli spagnoli sono infallibili, anche i danesi fino all’ultimo calcio di rigore fallito da Elkjaer.

La finalissima si gioca il 27 giugno al Parco dei Principi di Parigi ed è forse la sfida meno emozioonante del torneo. Dopo un primo tempo in cui è la Spagna ad avere le migliori occasioni nella ripresa una punizione quasi senza pretese di Platini coincide con il primo errore del torneo del portiere Arconada. La palla gli carambola addosso e finisce in rete. È il nono gol nelle fasi finali del numero 10 transalpino, abbastanza per inserirlo di diritto nell’Olimpo del torneo. La Spagna ci prova, confidando in particolare nelle doti aeree di Santillana. Il finale è un vero e proprio arrembaggio, specialmente quando a due minuti dalla fine viene espulso il francese Le Roux. Ma è Bellone al 90’, servito ancora una volta da un immenso Tigana, a fare il 2-0 che consegna il titolo alla Francia, l’unica squadra che nella storia della manifestazione è riuscita a trionfare in casa. Capocannoniere del torneo, con 9 gol, Michel Platini, che anche quell’anno (così anche nel 1983 e nel 1985) conquistò il Pellone d’Oro.

Il tabellino della finale

Francia – Spagna 2-0
FRANCIA: Bats, Battiston (28’st Amoros), Le Roux, Bossis, Domergue, Giresse, Tigana, Fernandez, Platini, Lacombe, Bellone (35’st Genghini). A disp.: Rust, Bergeroo, Ferrari, Bravo, Six, Rocheteau, Tusseau, Bergeroo. All.: Hidalgo
SPAGNA: Arconada, Urquiaga, Salva (40’st Roberto), Gallego, Señor, Francisco, Victor, Camacho, Julio Alberto (30’st Sarabia), Santillana, Carrasco. A disp.: Zubizarreta, Buyo, Goicoechea, Gordillo, Marcos, Maceda, Butragueño. All.: Munoz.
ARBITRO: Christov (Cecoslovacchia)
RETI: 12’st Platini, 45’st Bellone
NOTE: Ammoniti Gallego, Carrasco, Fernandez, Le Roux. Espulso Le Roux al 40’st

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