MUGELLO – L’aringa è uno dei pesci più importanti nella storia dell’alimentazione umana. Durante il medioevo era certamente il pesce più consumato, fino a diventare sui mercati una vera e propria merce scambiata con panni pregiati, filigrane d’oro e d’argento e armi decorate. Per questo piccolo pesce furono fondate città come Amsterdam e Copenaghen e la sua pesca è stata di grande importanza nelle tante guerre combattute tra inglesi e olandesi nel XVII secolo.

Grazie anche alla sua conservazione al sale, in certi momenti della nostra storia l’aringa ha contribuito a sfamare intere popolazioni, specialmente quando i raccolti erano scarsi o durante i periodi di guerra, salvando di fatto moltissime vite.  Fino ai primi decenni del ‘900 ha rappresentato l’accompagnamento consueto della polenta nelle abitudini alimentari dei contadini e il piatto della festa per tutte le famiglie povere.

I nostri contadini erano soliti acquistare le aringhe al mercato scambiandole con i prodotti del loro lavoro. La preparazione di Polenta e aringa diventava quasi un rito, con l’aringa servita con molta parsimonia oppure, come ci ricorda ancora qualche anziano, appesa con un filo al lume sopra la tavola, affinché ogni commensale potesse strofinare la sua fetta di polenta, soltanto per darle il sapore senza consumarne troppa.

Come è successo per tanti altri prodotti “popolari”, anche l’aringa oggi è diventata un alimento da chef. Alcuni amano cucinarla semplicemente grigliata in padella con un tocco di panna o senape, mentre altri continuano a preferire la preparazione all’aceto dei filetti di aringa arrotolati con cipolle o sottaceti.

Firenzuola dedica a questo pesce la “Festa dell’Aringata”. E’ una vecchia tradizione che ha radici profonde ed unisce il sacro con il profano. Si tratta di una sfilata di carri allegorici per le vie del paese, che una volta si svolgeva il primo giorno di Quaresima e dava inizio ad un periodo di penitenza per i peccati commessi. Alla fine degli anni venti del secolo scorso fu introdotta l’usanza di sfilare con dei vecchi ombrelli alle cui stecche si appendevano delle aringhe su cui si sfregavano le fette di pane. L’aringa fu presa come simbolo della festa per mettere ancora più in risalto l’impegno assunto di fare penitenza. Si trattava infatti di un alimento povero, che veniva consumato da tutti, durante tutto l’anno. Allora erano gli stessi commercianti di Firenzuola che si recavano nelle campagne per vendere o scambiare le aringhe con uova, polli, conigli, formaggi, e
cacciagione.

“Festa dell’aringata”: una tradizione lontana, dedicata ad un alimento della cucina popolare che Pellegrino Artusi considerava comunque “delicato”:

Signori bevitori, a questa aringa posate la forchetta;
non è fatta per voi che avete il gusto grossolano.
(Pellegrino Artusi)


ARINGA AFFUMICATA MARINATA

Ingredienti:

  •  Aringa affumicata n.1
  • Latte q.b.
  • Prezzemolo
  • Aglio
  • Olio E.V.O.
  • Limone

Procedimento:

Eliminate la testa dell’aringa, spellatela e sfilettatela.

Disponete i filetti in una terrina e copriteli con il latte.

Lasciateli a marinare per una notte intera in frigorifero.

Il giorno seguente scolate i filetti, tamponateli con carta da cucina e adagiateli in un vassoio.

Preparate un battuto con l’aglio e il prezzemolo e insaporite i filetti con il battuto.

Aggiungete l’olio e qualche goccia di limone.

ARINGA AFFUMICATA CON DADOLATA DI VERDURE

Ingredienti:

  • Aringa affumicata n.1
  • Latte q.b.
  • Carota
  • Cipolla
  • Sedano
  • Peperone rosso
  • Olio E.V.O.
  • Pepe nero macinato

Procedimento:

Eliminate la testa dell’aringa, spellatela e sfilettatela.

Disponete i filetti in una terrina e copriteli con il latte.

Lasciateli a marinare per una notte intera in frigorifero.

Il giorno seguente scolate i filetti, tamponateli con carta da cucina e adagiateli in un vassoio.

Tagliate le verdure a dadini piccoli, disponetele sopra i filetti di aringa, aggiungete l’olio e del pepe macinato.


Patrizia Carpini vive a Barberino di Mugello e si occupa da anni di cucina. Dopo essersi formata con i più grandi cuochi e pasticceri di Italia da qualche anno organizza anche corsi di cucina nel Mugello.

Da qualche tempo Patrizia ha aperto anche un blog, una ricca raccolta di ricette e curiosità che vale veramente la pena “sfogliare”.

Patrizia Carpini Cooking Experience
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 aprile 2024

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *