Il documento dei presidenti e la risposta alle critiche
Partito socialista

Il documento dei presidenti e la risposta alle critiche

Laura Riget e Fabrizio Sirica lanciano la loro candidatura alla testa del PS: presentato il programma politico – L’alleanza con i Verdi prosegue, ma bisognerà dare sostanza al progetto – La deputata risponde agli attacchi di Adriano Venuti
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
17.05.2024 18:45

Una ventina di pagine per riassumere il passato recente del partito, il presente ma anche il futuro. Nel documento programmatico con cui Laura Riget e Fabrizio Sirica hanno ufficializzato la loro candidatura per un nuovo mandato da co-presidenti in vista del Congresso di giugno del Partito socialista, ci sono parecchi spunti di riflessione e qualche critica puntuale rivolta principalmente all’interno. Un «manifesto» a tutti gli effetti che dovrà accompagnare la linea del PS per il prossimo quadriennio. Quasi impossibile, infatti, che ne verrà presentato un altro: quella di Riget e Sirica è l’unica candidatura giunta in segreteria a poche ore dalla chiusura delle proposte.

Serve continuità

Prima di capire i contenuti principali del documento, facciamo però un piccolo passo indietro. Oggi, la Regione ha pubblicato delle mozioni che Adriano Venuti (dimessosi dalla vicepresidenza del PS all’ultimo Comitato) intende presentare al Congresso. Venuti – molto critico con l’attuale dirigenza –, chiede «una piattaforma stabile di confronto tra le forze progressiste e ambientaliste», così come una verifica dell’operato della presidenza dopo 18 mesi dall’entrata in carica. «Le mozioni sono arrivate in segreteria ma non ho ancora avuto modo di leggerle nel dettaglio», premette Riget. «Trovo però molto interessante e condivisibile la proposta sul progetto rossoverde. Anch’io penso sia importante concretizzare questo disegno, metterci dei contenuti e non focalizzarci su una mera alleanza elettorale». La chiave, dunque, è dare continuità al progetto d’area. L’altra questione sollevata da Venuti riguarda invece un bilancio di metà «legislatura». «Siamo aperti ai bilanci, ma dobbiamo ancora analizzare più nel dettaglio la mozione», riprende la co-presidente. «Che cosa comporta la mozione? Essere eletti per 18 mesi per poi dover procedere con nuove elezioni?». Dettagli non di poco conto e che vanno chiariti. Ciò che è certo, però, è che Riget non condivide gli attacchi di Venuti riguardo a malcontento diffuso nel PS riguardo ai due co-presidenti: «Questa critica così forte e ampia non l’ho avvertita, nemmeno durante il penultimo Comitato svolto a porte chiuse», spiega la deputata. Che rilancia: «Se fosse vero che questo presunto malessere è così diffuso, perché non sono arrivate altre candidature alla presidenza?».

Dopo il botta e risposta, torniamo al documento programmatico, e alla già citata alleanza rossoverde. Dopo il tris di elezioni («non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati», scrivono i co-presidenti), è ora di guardare al futuro dell’area. «Il progetto rossoverde è nato dalla convinzione che solo collaborando e unendoci è possibile affrontare le sfide più grandi della nostra generazione: crisi climatica, le disuguaglianze che aumentano, il sempre più fragile mercato del lavoro», sottolinea ancora Riget. «Queste convinzioni ci sono ancora, ed è quindi giusto proseguire su questa strada nonostante risultati elettorali al di sotto delle aspettative». Se il Congresso confermerà l’attuale co-presidenza, nei prossimi anni bisognerà quindi dare sostanza politica al progetto. «In modo da arrivare rafforzati al prossimo appuntamento elettorale», dice Riget. Per farlo, si dovrà tuttavia evitare di andare con liste «sparpagliate» alle Comunali. Un elemento, quello della mancanza di una regia cantonale, che ha contribuito al poco brillante risultato del 14 aprile. «L’ultima tornata elettorale, se vogliamo, è stata un po’ un esperimento», conferma la co-presidente. «Alcune cose hanno funzionato, altre no. Ora è il momento di decidere se si vuole continuare insieme: se sì, serve però rafforzare il progetto. Senza per questo andare nella direzione di un partito unico. Possiamo essere forti collaborando ma valorizzando anche le differenze».

Uno spazio da occupare

Un altro punto rilevante del documento è il capitolo dal titolo «Uno spazio social-liberale». Uno spazio che, «con lo spostamento a destra del PLR», per Riget e Sirica è diventato terra di nessuno. Uno spazio politico che fa gola, quindi. «La mancanza di una nicchia moderata nella politica l’ho avvertita negli scorsi mesi durante le manifestazioni di piazza», spiega la deputata. «Alcune persone storicamente vicine al PLR mi hanno detto di non sentirsi più rappresentati dai liberali, anche se facevano fatica a vedersi come socialisti. Quindi lì c’è uno spazio interessante rimasto scoperto, e potrebbe essere interessante fare delle proposte concrete per queste persone. Penso alla difesa del servizio pubblico oppure alle mobilitazioni contri i tagli». E se ad aver occupato quel posto fosse l’ex socialista Amalia Mirante, fondatrice di Avanti? «Secondo me non è così», risponde Riget. «E lo dico guardando alle proposte politiche che ha fatto finora, così come ai dati del panachage riguardanti il suo partito. Anzi, direi che Mirante è andata più sul centro-destra che sul centro-sinistra».

Troppo poco a sinistra?

Rimanendo sul tema delle visioni politiche, una critica che alcuni PS muovono alla direzione è di non essere abbastanza «a sinistra», radicale. Un aspetto, questo, che potrebbe palesarsi durante il Congresso. «In politica non si può mai fare contenti tutti», rilancia Riget. «Quattro anni fa ci dicevano che eravamo troppo a sinistra, o di essere due giovani provenienti dalla Gioventù socialista che volevano prendersi il partito. Questa volta c’è chi propone una narrazione opposta. Io e Fabrizio vogliamo un partito profilato, capace di fare opposizione e presente nelle piazze. Ma allo stesso tempo riconosciamo che siamo un partito di Governo, e ciò comporta responsabilità istituzionale».

Una linea che si intravvede anche nel documento presentato, con una chiara direttrice da seguire per i prossimi quattro anni: «Un capitolo si intitola ‘‘La fine del mese’’», conclude Riget. «È un concetto importante, e che come PS dobbiamo concretizzare con proposte politiche apposite su questo tema. Per molte persone è sempre più difficile arrivare a fine mese: da un lato salari e rendite insufficienti, dall’altra costi con casse malati e affitti in continuo aumento. La difesa del potere d’acquisto sarà centrale nei prossimi anni».