La mostra archeologica al Liceo Classico Torquato Tasso di Roma

A Roma i licei si trasformano in musei d’arte (e gli studenti naturalmente in curatori)

Si intitola “Il ritmo della vita degli uomini” ed è la prima mostra archeologica ospitata nell'aula magna del mitico Liceo Classico Torquato Tasso. Il progetto riunisce cinquanta reperti recuperati dai Carabinieri

A Roma, nel 1887, in alcuni appartamenti siti in Via Ripetta e Piazza Firenze, venne fondato un Liceo classico con il nome di Ginnasio IV. La scuola fu poi intitolata al celebre Torquato Tasso e, dopo diversi spostamenti, nel primo Novecento trovò sede in Via Sicilia, in un nuovo edificio progettato dall’ingegner Mario Moretti. L’immobile presentava un’edilizia d’avanguardia, comprendendo aule (divise non per classi ma secondo la destinazione d’uso) con biblioteche annesse, un anfiteatro di 90 posti e una palestra capace di accogliere 80 studenti contemporaneamente, tanto da essere premiato con la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Bruxelles nel 1910.

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La mostra “Il ritmo della vita degli uomini” al Liceo Classico Torquato Tasso di Roma

Il Liceo Classico Torquato Tasso di Roma si trasforma in museo

Oggi il Liceo Classico Torquato Tasso rappresenta uno degli istituti storici e celebri della Capitale, anche per questo il Ministero della Cultura ha deciso di trasformare fino al 19 maggio la sua Aula Magna in un museo, ospitando la mostra Il ritmo della vita degli uomini. Si tratta di un progetto pilota nato da un’idea del Direttore generale dei musei, Massimo Osanna, che prevede il coinvolgimento degli studenti nella catalogazione, studio e allestimento di un corpus di opere che, in questo caso, comprende 50 reperti recuperati da tombe scavate clandestinamente grazie all’intervento dai Carabinieri.

La mostra “Il ritmo della vita degli uomini” al Liceo Classico Torquato Tasso di Roma

Tra i numerosi reperti recuperati da musei, collezioni private e istituzioni accademiche degli Stati Uniti, spiccano busti di Eracle e Afrodite, kylikes, anfore, crateri e piatti, databili dal VII secolo a.C. al II secolo d. C. Ad allestire la mostra sono stati gli studenti, restituendo al pubblico una narrazione il più possibile completa (nonostante l’ampio arco temporale delle opere) attraverso la suddivisione in quattro temi: Uomo, Dio, Coraggio e Amore; e attribuendo alle opere versi di Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide e Virgilio. Un valore aggiunto che non snatura le opere ma le valorizza, rendendole testimoni di un’esistenza passata, vista attraverso le sfumature del mito, della devozione e della quotidianità.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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