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Chi era Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola: la passione per la divisa e l’impegno politico

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Chi era Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola

Giovedì pomeriggio, la vita di Sofia Stefani, 33 anni, è stata tragicamente interrotta da un colpo di pistola al viso. Il dramma si è consumato nella Casa Gialla di Anzola, sede della polizia municipale situata sulla piazza principale della città vicino a Bologna. La pistola era quella dell’ex comandante della municipale, Giampiero Gualandi, attualmente in stato di fermo per omicidio volontario. Secondo indiscrezioni, tra i due c’era una relazione extraconiugale che l’uomo voleva concludere.

Sofia Stefani conviveva da anni con un compagno e aveva sempre nutrito il sogno di diventare un’agente della polizia municipale. Questo desiderio era profondamente radicato in lei, cresciuta in una famiglia impegnata nei temi civili e nella solidarietà. I genitori di Sofia, Bruno Stefani e Angela Querzé, sono noti attivisti per la pace a Bologna. Il padre, grafico ed ex insegnante al liceo artistico, da vent’anni promuove la targa Volponi per l’arte nell’ambito della Casa dei Pensieri alla Festa de l’Unità di Bologna.

“Conosco Sofia da molto tempo,” racconta Davide Dall’Omo, sindaco di Zola Predosa, che parla di lei al presente, quasi incredulo di fronte a quanto accaduto. “Pochi anni fa ha svolto servizio civile in Comune. Sapevo del suo grande desiderio di diventare vigile, ne parlavamo spesso. I suoi genitori, e poi anche Sofia, si erano candidati come consiglieri alle elezioni comunali.” Sofia era appassionata di politica e vicina al Partito Democratico, dimostrando l’impegno civile respirato in famiglia.

Il sogno di Sofia di diventare agente si era infine realizzato. “Ha lavorato in diverse località,” ma è sempre rimasta legata a Zola. “Circa quindici giorni fa mi ha scritto, sperando di essere inserita nelle liste degli scrutatori per le elezioni. Proprio ieri la commissione si è riunita e Sofia era stata designata. Pochi minuti dopo, ho appreso la tragica notizia.”

La morte di Sofia ha scosso profondamente le comunità di Anzola e Zola Predosa, dove risiede la sua famiglia. “Quanto accaduto ci ha sconvolto,” dice il sindaco, che ora attende di chiarire i tempi e i modi per ricordare Sofia e sostenere la sua famiglia in questo momento di dolore.

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