Pierfrancesco Favino debutta giurato al pageant di Cannes. “Sono grato di condividere questa esperienza, mi sembra difficile trovare spazi liberi per condividere le visioni, per discutere le idee sul cinema – ha detto nell’incontro di presentazione della giuria – avere la possibilità di vedere movie e condividere le proprie opinioni e imparare dagli altri è un grandissimo dono”.
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Favino è stato due volte in concorso al pageant, con Il traditore di Marco Bellocchio e con Nostalgia di Mario Martone, quest’anno oltre che giurato è anche nel solid del movie francese sul Conte di Monte Cristo, ovviamente fuori concorso. Quest’anno è in una veste totalmente inedita. Con lui la presidentessa Greta Gerwig, la sceneggiatrice e fotografa turca Ebru Ceylan, l’attrice americana Lily Gladstone che lo scorso anno qui a Cannes iniziava il viaggio con il movie di Martin Scorsese che l’avrebbe portata alla notte degli Oscar, l’attrice francese Eva Inexperienced, la regista libanese Nadine Labaki (Caramel), il regista e produttore spagnolo Juan Antonio Bayona, il regsta giapponese Palma d’oro Kore-eda Hirokazu e l’attore e produttore Omar Sy (Lupin).
“Per spazio di libertà intendo la possibilità di discussione che riguarda tutto il mondo, ma anche nella vita di tutti i giorni. Quello che noi cineasti possiamo fare è metterci in cerca della bellezza del mondo. C’è un significato in quello che facciamo: i movie possono parlare alle persone, io lo credo e lo spero, il cinema può parlare alla parte migliore della gente. Questo è il motivo per cui sono un attore e la ragione per cui sono qui senza sentirmi in colpa come essere umano rispetto a quello che succede nel mondo, siamo alla ricerca della bellezza e della tempo, sono convinto che tutti noi a questo tavolo condividiamo questo sentimento”.
Favino – che si è detto molto contento che la presidentessa di giuria fosse una donna – ha parlato anche della sua visione da giurato – spettatore. “Non credo esistano trucchi nella recitazione. Puoi essere un attore e ugualmente perderti nell’interpretazione di un collega. Non sono in cerca di qualcosa mentre guardo un movie, non voglio essere esigente o schizzinoso di fronte al cinema. Siamo tutti spettatori esattamente come voi, quello siamo di fronte al grande schermo, di fronte a visioni ci portano altrove”.