La vetrina dei libri. I sei scelti da Huffpost
di HuffpostIL POPOLO È IMMORTALE
Vasilij Grossman
Il suo Vita e Destino è ormai considerato una delle più alte vette della letteratura novecentesca. Il popolo è immortale, uscito a puntate su Krasnaja zvezda nell’estate del ’42, ne costituisce l’antefatto. Come Stalingrado, lavoro che di Vita e Destino è la preparazione, è però un romanzo sovietico, e cioè scritto e corretto per scampare alla censura stalinista. Significa che le vette di cui si parlava prima, Grossman non può raggiungerle, ma è pur sempre grande letteratura, per lo sguardo epico e poetico sul popolo piegato dalla tragedia della guerra. (Adelphi, 285 pp, 20 euro)
CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA
Giacomo Matteotti
Una sbornia: il centenario della morte di Matteotti ha scatenato studiosi e biografi, talvolta improvvisati, in una produzione che in questi mesi si è fatta esorbitante. Ma questo libriccino è necessario: contiene tre discorsi parlamentari del leader socialista che costituiscono il più fedele breviario del suo pensiero politico. Il primo, un’analisi ampia della violenza fascista; il secondo, la denuncia dello squadrismo del Polesine, epicentro dell’esplosione del fascio; il terzo, il ritratto dell’eversione mussoliniana avviata ai pieni poteri. (Einaudi, 117 pp, 13 euro)
IO SONO INNOCENTE
Trogu, Zuncheddu
Beniamino Zuncheddu è rimasto in carcere trentatré anni per un omicidio che non ha mai commesso. Aveva ventisei anni, ne ha quasi sessanta. Lo scorso gennaio, dopo un processo di revisione arrivato in clamoroso ritardo (ma almeno è arrivato), è stato dichiarato innocente. L’altro protagonista e autore del libro è Mauro Trogu, giovane avvocato che si imbatte per caso nella storia di Zuncheddu e subito capisce che nulla sta in piedi. Non soltanto una vicenda allucinante, ma anche una riflessione sul disastro della giustizia italiana. (DeAgostini, 250 pp, 18 euro)
LA DONNA CHE FUGGE
Alicia Giménez-Bartlett
Appuntamento imperdibile per i numerosi fan italiani della più importante scrittrice spagnola di gialli: è il ritorno di Petra Delicado, l’ispettrice di polizia di Barcellona che dal 1996 (Riti di morte) a oggi è la protagonista di tredici romanzi di Giménez-Bartlett. L’indagine si svolge nel mondo dello street food: un venditore di specialità francesi viene trovato morto, accoltellato, nel suo furgone-bottega. Come in ogni buon giallo, le prime piste si rivelano quelle sbagliate, creando un intreccio inestricabile, ma infine districato dall’“intuito femminile”. (Sellerio, 430 pp, 17 euro)
IL BUONUOMO MUSSOLINI
Indro Montanelli
Poco prima del Natale 1945 – la guerra è finita da otto mesi, l’autore ha trentasei anni – Indro Montanelli riceve la visita di un sacerdote con un manoscritto sottobraccio: è il testamento di Benito Mussolini. Il sacerdote l’ha avuto da un soldato tedesco che era col duce quando fu arrestato a Dongo, e il duce glielo passò furtivamente. Una finzione letteraria, ma che arma il più popolare giornalista dello scorso secolo nella messa in scena dei vizi di Mussolini, del fascismo e naturalmente degli italiani. Una ristampa graditissima. (Rogas, 125 pp, 14.70 euro)
Inviato di guerra prima per il Giorno, poi per l’Espresso, non stupisce i suoi numerosi estimatori che Gigi Riva si dedichi alla narrativa. Un libro che, con le armi del romanzo, indaga un caso della nostra cronaca recente: la morte di Massimo Bochicchio che nel 2022 si schianta in auto contro un muro. Era il broker dei vip. Delle sue truffe sono rimasti vittime i migliori nomi dello sport, dello spettacolo, dell’imprenditoria. Ha incantato e tradito tutti. Chiunque poteva volerlo morto. La ricostruzione da thriller di una vita sfarzosa chiusa nel mistero. (Mondadori, 199 pp, 19 euro)
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