Rivive la Casa delle ninfee al Giardino Inglese, nuovo angolo di bellezza da condividere con la città - la Repubblica

Palermo

Rivive la Casa delle ninfee al Giardino Inglese, nuovo angolo di bellezza da condividere con la città

Rivive la Casa delle ninfee al Giardino Inglese, nuovo angolo di bellezza da condividere con la città

Opera di Giovan Battista Filippo Basile, dopo 15 anni di abbandono e degrado, più volte vandalizzata, è stata finalmente restaurata e da oggi è tornata fruibile
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Non diventerà né un ristorante né un luogo mondano. L’ottocentesca serra all’interno del Giardino Inglese intitolato dal 2020 a Piersanti Mattarella, opera dell’architetto Giovan Battista Filippo Basile, dopo 15 anni di abbandono e degrado, più volte vandalizzata, è stata finalmente restaurata e da oggi è tornata fruibile.

Il merito del restauro della Casa delle ninfee, questo il nome del progetto, va all’impegno dell’associazione Vivi Sano. Una storia di bellezza ritrovata, un bene culturale e ambientale che rivede la luce grazie a un’opera di restauro minuzioso diretta dallo studio Provenzano Architetti associati, monitorato dalla Soprintendenza alla quale ha partecipato, per la parte botanica, anche l’Orto di Palermo. «Dopo il parco della salute e il parco dei suoni – dice Daniele Giliberti, responsabile del progetto – la Casa delle ninfee è anche un progetto di inclusione e la serra sarà un luogo di benessere aperto alla città, che purtroppo non brilla sotto il profilo della vivibilità, dove verranno organizzate attività ludico sportive rivolte a tutti. Inoltre, verranno organizzati laboratori di educazione ambientale per i bambini nei quali sverranno coinvolte anche le scuole».

La serra, interamente progettata in ghisa e vetro ci racconta di un’epoca in cui Palermo apparteneva alla contemporaneità del suo tempo. Dal punto di vista architettonico, la serra rappresentava un esempio alla moda di greenhouse, di grande interesse anche dal punto di vista tecnologico. «Pur essendo un modello che la collega alla tradizione della contemporaneità europea – spiega Sebastiano Provenzano, direttore dei lavori – questa serra è profondamente “palermitana”. L’origine è infatti testimoniata dal suo basamento realizzato in tufo, probabilmente cavato in una pirrera qui vicina e dal coronamento in pietra di Billiemi che è intimamente la nostra pietra».

Un luogo della memoria dunque estremamente palermitano circondato dal grande ficus paragonabile per bellezza a quello di piazza Marina. «È stato inaugurato uno spazio – aggiunge Provenzano – che speriamo di riuscire a tenere preservato e funzionale. L’elemento di innovazione è rappresentato dal fatto che questo luogo non sarà un ristorante, né un pub, sarà semplicemente una serra che aderisce alla sua originale funzione. È un aspetto virtuoso che non dobbiamo trascurare». La Casa delle ninfee, dove sono state messe a dimora pomelie e gaure dal vivace colore rosa, dedicate a Dario e a Ghendy, volontari e amici di Vivi Sano scomparsi prematuramente, sarà curata da sei giovani con disabilità intellettiva che provvederanno alla manutenzione della Casa delle ninfee e all’accoglienza dei visitatori. «L’obiettivo del progetto è stato quello di creare un percorso di inclusione sociale e lavorativa – spiega la psicologa Dalila Capone, referente del progetto – Per i giovani con diagnosi di disabilità intellettiva. I nostri ragazzi hanno acquisito le giuste competenze per badare a un bene comune. Innaffieranno le piante, si prenderanno cura dei pesci all’interno della vasca e inoltre, viste le competenze relazionali acquisite, accoglieranno i visitatori. Dalle loro mani la serra sarà donata alla comunità».

Inoltre, i giovani accompagneranno i visitatori alla scoperta del Giardino Inglese non appena i lavori di riqualificazione, ad opera del Comune avviati grazie ai fondi del Pnnr, saranno completati. «Il parco tornerà alla comunità entro la fine dell’anno, se non prima, ad ottobre», assicura l’assessore comunale al Verde, Pietro Alongi. «Il Comune da solo non va da nessuna parte – ammette l’assessore – ma raggiunge degli obiettivi quando insieme ai cittadini e alle associazioni riesce a fare rete. La Casa delle ninfee è l’esempio di questa collaborazione. A Palermo il tema del verde è molto complicato soprattutto per il problema del personale e dei mezzi. Noi abbiamo circa 120mila piante, ma possiamo contare soltanto su sei potatori e tre cestelli».

Il 24 aprile intanto è stata aperta una porzione del parco su via Libertà al confine con l’area ancora occupata dalle giostre. «È stato restituito un primo cammeo – dice il sindaco Roberto Lagalla – e l’iniziativa ha valore in sé, ma soprattutto ha valore nella misura in cui essa è la rappresentazione di un nuovo modo con il quale l’amministrazione intende andare avanti, cioè quella di una collaborazione sempre più intensa tra il pubblico e il privato».

«Intanto speriamo che i lavori di restauro e recupero si concludano velocemente. Nell’attesa che il parco ritorni interamente alla città – aggiunge Daniele Giliberti – noi continueremo a occuparci della manutenzione della serra e a organizzare il lavoroall’interno della struttura con le scuole insieme alle associazioni partner».

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