Romano Puppo, lo stuntman triestino che portava per osmize l’amico Lee Van Cleef - Il Piccolo

Romano Puppo, lo stuntman triestino che portava per osmize l’amico Lee Van Cleef

Andrea Di Matteo
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Romano Puppo, da “Senilità” di Bolognini alle pellicole di Sergio Leone Foto dalla pagina Facebook

 

Uno schianto improvviso e inspiegabile, dovuto probabilmente ad un attacco cardiaco, con lo scoooter che va a sbattere contro un muro: così l’articolo di cronaca del Piccolo apparso nell’edizione del 12 maggio 1994 annunciava l’incidente che sarebbe costato la vita a Romano Puppo, stuntman, maestro d’armi e attore triestino.

Una beffa del destino, capitata proprio a chi di professione era abituato a scene d’azione pericolose, come la caduta dal treno in corsa nei film western diretti da Sergio Leone.

Puppo, nato a Trieste il 25 marzo 1933, inizia per caso la sua carriera nel mondo della celluloide. Nel 1961, appena rientrato in città dopo un soggiorno in Australia, viene contattato per un piccolo ruolo nel film “Senilità”, tratto dall’omonimo romanzo di Italo Svevo e diretto da Mauro Bolognini, accanto a Claudia Cardinale ed Anthony Franciosa.

Dopo questa breve parentesi, Romano riparte per gestire una boutique a bordo di una nave da crociera che solca i mari caraibici: non solo un’occasione di lavoro ma anche un’opportunità per visitare dei posti fantastici, dato che l’orario del negozio non lo impegna tutto il giorno.

Nel 1964 rientra in Italia e bussa alla porta di Cinecittà, allora considerata la “Hollywood sul Tevere”.

Da questo momento diventa la controfigura ufficiale di Clint Eastwood e Lee Van Cleef, lavorando in celeberrime pellicole western dirette da Sergio Leone, come “Per qualche dollaro in più” e ”Il buono, il brutto e il cattivo”.

Con Lee Van Cleef in particolare nasce una vera e propria amicizia che si consolida al di fuori del set.

Infatti Puppo, in una puntata della trasmissione televisiva “Andar per Osmize” del 1992 andata in onda su TeleQuattro, intervistato da Angelo Baiguera racconta come si fosse creato un solido rapporto con il celebre attore americano che venne in città varie volte fra il 1965 e il 1971. E ogni volta, durante il suo soggiorno triestino, Puppo gli fa da cicerone ma con qualche incursione nelle tipiche osmize per fargli scoprire la magia del Carso.

Il 1972 segna un’importante svolta per Romano che, stanco di mostrarsi solo di spalle e avendo acquisito una certa esperienza, inizia a recitare in numerose pellicole andando però a ricoprire il ruolo del cattivo per antonomasia, sfruttando i suoi marcati tratti somatici e le sue esperienze di cascatore.

In questo periodo Puppo prende parte anche a numerosi film polizieschi, diretto da registi come Michele Lupo e Sergio Corbucci e con Enzo G. Castellari instaura un lungo rapporto lavorativo che lo vedrà recitare in una decina di film.

In quasi centotrenta pellicole all’attivo, lo stuntman triestino ha lavorato anche in una produzione internazionale intitolata “Il segreto del Sahara”, una mini serie Rai diretta da Alberto Negrin con protagonista Ben Kingsley, nella quale Puppo naturalmente interpretava il sergente cattivo della Legion straniera.

Ma non sempre è stato accreditato con il suo vero nome e spesso, soprattutto nel genere western, adottava lo pseudonimo anglofono di Roman Barrett.

Fu buon amico di Fabio Testi e di Giuliano Gemma, che al suo funerale officiò il discorso di commiato.

Oggi un gruppo Facebook mantiene vivo il ricordo di Romano Puppo con foto e ricordi dell’attore.

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