Devozione Mariana. - 11-12-13-14-15 maggio, i Santi del ghiaccio, Eisheiligen. - “Esperienze di viaggio aldilà dell’Oceano” - Pellegrinaggio Alpino per il centenario - Pelosi dalla pelle coriacea. - Cafè chantant. - Il “Compromesso del Missouri”. - Tafferuglio. - La Canestra di frutta...LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE - Valle Soana

Devozione Mariana. – 11-12-13-14-15 maggio, i Santi del ghiaccio, Eisheiligen. – “Esperienze di viaggio aldilà dell’Oceano” – Pellegrinaggio Alpino per il centenario – Pelosi dalla pelle coriacea. – Cafè chantant. – Il “Compromesso del Missouri”. – Tafferuglio. – La Canestra di frutta…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Devozione Mariana Pellegrinaggio annuale al santuario di Belmonte del 1797

“Con l’Ordinato del 21 Aprile del 1797 in Favria giudicialmente infrascritto e congregato…..Convocato e  Congregato l’ordinario Consiglio d’ordinato del Signor Sindaco nel quale previo il solito suono della campana ed verbali avvisi ad uno cadauno recati pel serviente Francesco Dejna, sono intervenuti li Signori Giò Battà Nizia , avvocato Giorgio Antonino Tarizzo, Matteo Chiarabaglio e “speziale” Giuseppe Arrò, il primo il Sindaco e gli altri Consiglieri di amministrazione faccienti il corpo della medesima attesta che il Consigliere Borgiallo non ha prestato giuramento, come qui il serviente riferisce:  esclusivamente in seguito alle  vociferazioni, che si fa di tutto il popolo di volere continuare la devozione, che hanno di portarsi processionalmente al Santuario di Belmonte come di pratica annualmente, onde imperorare da quella Miracolossissima Vergine la Grazia dei Bisogni, e di essere liberati dalle tempeste, epperciò in vista di questa vociferazione li Signori sovra congregati hanno determinato di continuare a portarsi processionalmente al Sacro Santuario in vista anche, che dopo aver già proseguito nello scorso anno detta devozione ha cessato il morbo delle bestie bovine che in quelle fini eravamo attaccati, con fare a detta Vergine Santissima il regalo solito che è di una “muta” e mezza di cera  con la celebrazione di una messa solenne e benedizione, accedente la spesa di tutto a lire 35 circa, come nello scorso anno, e per divenire a tale spesa di supplica, l’Ufficio d’Intendenza a quella permetterà di approvare, e per tale originale.

Firmato Gio Battia Nizia e Crosa manualmente segretario

Favria, 14.05.2024   Giorgio Cortese

Buona giornata. Ogni giorno davanti ad un muro cerco di vedere una porta. Felice martedì.

11-12-13-14-15 maggio, i Santi del ghiaccio, Eisheiligen.

L’espressione santi di ghiaccio o santi dell’ultimo ghiaccio o santi dell’ultimo freddo fa riferimento, nella tradizione popolare, ad un’anomalia del clima, in particolare ad un brusco abbassamento delle temperature che, secondo le antiche osservazioni dei contadini, si dovrebbe verificare annualmente nell’Europa centro-settentrionale in corrispondenza della sesta settimana dall’equinozio di primavera e, più precisamente nelle date dell’11, 12, 13 e il 14 maggio, giorni dedicati rispettivamente a san Mamerto, san Pancrazio, san Servazio e san Bonifacio di Tarso. In pratica avviene da sempre che in concomitanza con la sesta settimana dopo l’Equinozio di Primavera, che ricordiamo il 21 marzo, l’inverno, che sembrava lontano, irrompe di nuovo per una manciata di giorni, portando a un improvviso abbassamento delle temperature e, in alcuni casi, a gelate che mettono a rischio la semina e i germogli appena nati. Questo è uno dei motivi per cui, soprattutto in alcune zone dell’Europa centro settentrionale, dove il fenomeno è più diffuso e intenso, i contadini preferiscano attende che i giorni dei Santi di ghiaccio siano passati, prima di procedere a seminare. Secondo il calendario gregoriano, il periodo di cui stiamo parlando va dall’11 al 15 maggio. Questi cinque giorni sono stati dedicati nei secoli ad altrettanti santi, e la tradizione ad essi legata, a metà tra folklore contadino, saggezza popolare e devozione, è ancora molto diffusa soprattutto, come dicevamo, nel Nord Europa, e in particolare in Germania, Svezia, Polonia, Austria, Svizzera, ma anche Francia, Inghilterra e Ungheria e anche in alcune regioni dell’Italia del nord, il seguente proverbio diffuso una volta tra la popolazione contadina: “Maggio per quanto bello, salva un granello di ghiaccio; un po’ per San Pancrazio, un po’ per San Servazio e il resto per San Bonifazio”.

Infine ecco i detti sui santi del ghiaccio:

11 Maggio: Mamerz hat ein kaltes Herz, San Mamerzo ha un cuore freddo

12 Maggio: Wenns an Pankratius friert, so wird im Garten viel ruiniert. Quando si gela di San Pancrazio, molte rovine avvengono nei campi.

13. Maggio: Servaz muss voruber sein, willst vor Nachtfrost sicher sein, a San Servazio meglio ancora tenere tutto al sicuro dal gelo notturno.

14. Maggio: Vor Bonifaz kein Sommer, nach Sophie kein Frost. Prima di San Bonifacio niente estate, dopo Sophie niente gelo.

Arriviamo al 15 maggio con Santa Sofia la cui memoria liturgica cade però il 17 settembre, e che i tedeschi chiamano die kalte Sophie, la fredda Sofia. 15. Maggio: Vor Nachfrost du nicht sicher bist,  bis Sophie voruber ist. Non sei al sicuro dal gelo notturno, finché Sophie non è finita.

Favria,  Giorgio Cortese

Esperienze di viaggio aldilà dell’Oceano

Docenti: Tiziana Tiraboschi e Rodolfo Panza, mercoledì 15 maggio 2024

ore 15,30 -17,00

Conferenze UNITRE’ di Cuorgnè presso ex chiesa della SS. Trinità –Via Milite Ignoto

Tiziana e Rodolfo hanno scritto “Dopo avere viaggiato per anni in Europa, Africa, Medio Oriente e Asia ci intricava l’idea di attraversare finalmente l’oceano. Così in autunno 2015 siamo partiti alla volta dell’America del Sud per un’avventura che sarebbe durata quasi due anni. Abbiamo scoperto meravigliosi “mondi” sconosciuti di ghiaccio e di fuoco, di acqua e di roccia, animali strani docili o pericolosi, ma soprattutto persone meravigliose che adorano la Pachamama chiamandola Maria.

Pellegrinaggio Alpino per il centenario

Il Gruppo Alpini di Favria  facente parte  della sezione di Torino la Veja, nona zona, per festeggiare degnamente il centenario del gruppo 1924 – 2024 ha programmato  il 2 giugno Festa della Repubblica, inizio dei festeggiamenti ufficiali e presenza alunni Istituto Comprensivo di Favria e autorità; sabato 28 settembre ore 21,00 Concerto Alpino della Filarmonica Favriese; venerdì 2 ottobre Concerto Special Orchestra del Rotary Club di Ciriè; sabato 5 ottobre spettacolo di Cabaret per arrivare al 6 ottobre festeggiamenti ufficiali del Centenario.

Perché il pellegrinaggio al santuario di Belmonte?

Gli alpini di Favria si recheranno ufficialmente domenica 19 maggio in  pellegrinaggio al Santuario di Belmonte per iniziare ufficialmente le celebrazioni del centenario. Il gruppo Alpini di Favria per il loro centenario, hanno nel loro DNA il sogno di pace e fraternità, traducendolo in questi cento anni in opere di solidarietà. Sembra giusto iniziare i festeggiamenti del centenario è naturale per gli Alpini favriesi recarsi in pellegrinaggio alla Madonna di Belmonte, Regina della pace, per testimoniare la loro fede e il loro impegno costante in questa missione di umanità.

Il pellegrinaggio avviene per fare memoria, per ricordare i caduti di tutte le guerre, la volontà di esserci per pregare contro la guerra che soffia in Europa perché il sogno degli Alpini è la pace e concordia, un sentimento che viene dal cuore. Badate bene  è un pensiero che viene dal cuore. Non è una contraddizione che  gli Alpini facenti parte di un corpo d’armi sognino la pace,  perché la pace si costruisce giorno dopo giorno,  costruendola nel fare al servizio della Comunità non solo nelle calamità e nelle emergenze ma anche in piccoli ma generosi gesti quotidiani. Gli Alpini fanno volontariato nella memoria di chi cento anni fa costituì il gruppo. Il centenario è un’occasione unica nel fare memoria, per trasmettere valori e cultura alpina. Qui a Belmonte nell’antichissimo santuario dedicato alla Madonna si respira la storia del  Canavese e si riannodano i legami con Favria che già nel 1700 annualmente promoveva un pellegrinaggio annuale  come scritto in un documento del 1797: “… tutto il popolo di volere continuare la devozione, che hanno di portarsi processionalmente al Santuario di Belmonte come di pratica annualmente, onde imperorare da quella Miracolossissima Vergine la Grazia dei Bisogni, e di essere liberati dalle tempeste,… di continuare a portarsi processionalmente al Sacro Santuario in vista anche, che dopo aver già proseguito nello scorso anno detta devozione ha cessato il morbo delle bestie bovine che in quelle fini eravamo attaccati, con fare a detta Vergine Santissima il regalo solito che è di una “muta” e mezza di cera  con la celebrazione di una messa solenne e benedizione, accedente la spesa di tutto a lire 35 circa, come nello scorso anno…” Qui è   è possibile toccare con mano la storia e renderci consapevoli come Alpini dell’Ana, la nostra forza è nella nostra capacità di  adattamento  compleanno

Programma pellegrinaggio a Belmonte domenica 19 maggio gli Alpini, dove gli Amici degli alpini chiederanno la grazia e benedizione per proseguire con rinnovata fiducia nel proseguire il loro cammino promuovendo i valori alpini di solidarietà, fraternità e di pace. Per chi può partenza a piedi da Favria alle ore

Ore 9:30 – Partenza a piedi da Favria dalla Sede del Gruppo in direzione di Belmonte

(circa 9 km e 400mt. di dislivello) per i soci che lo gradiscono

Ore 11:30 – Congiungimento a Valperga con coloro che intendono aggiungersi al

pellegrinaggio.

Ore 12:30 – Pranzo al sacco al Santuario

Ore 15:00 – Ritrovo di tutti i partecipanti (compresi coloro che vorranno raggiungere

il Santuario di Belmonte in auto). Posa dei fiori al monumento ai caduti ed a seguire

alle ore 16:00 Messa al Santuario.

Al termine della cerimonia verrà offerto a tutti i partecipanti un piccolo rinfresco

alpino.

Gli alpini sono invitati a partecipare indossando il cappello alpino.

Favria, 15.05.2024    Giorgio  Cortese

Buona giornata. Ogni giorno non c’è speranza senza paura né paura senza speranza. Felice  mercoledì

Pelosi dalla pelle coriacea.

Peloso, con la pelle coriacea e dura come cuoio. Così ci immaginiamo l’uomo primitivo. E si la cute è cambiata moltissimo nel corso dell’evoluzione, adattandosi prima all’andatura bipede, poi al progressivo cambiamento delle abitudini di vita dei nostri antenati e alla diversa intensità della luce solare alle varie latitudini. Nel corso dei millenni la pelle della pianta dei piedi è diventata fino a dieci volte più spessa di quella delle palpebre. Abbiamo perso i peli per non soffrire il caldo della savana ma abbiamo mantenuto i capelli, per tenere al fresco e all’ombra la testa, abbiamo modificato il colore della pelle per adattarlo all’irraggiamento solare, passando dal più resistente e riflettente nero degli abitanti dell’Africa al bianco latte degli scandinavi. Per certi aspetti però siamo diventati più vulnerabili, i peli per esempio ci proteggevano meglio dal sole e dall’ambiente esterno, oggi siamo più esposti e la pelle è più fragile se non viene protetta nel modo giusto. Qualche retaggio del passato primitivo però è rimasto, la pelle delle dita immerse a lungo in acqua si raggrinzisce ancora oggi, ma allora ci servivano soprattutto per avere una miglior presa quando cacciavamo o pescavamo. L’importanza sociale della pelle non finisce qui e ci parla, ad esempio arrossisce quando proviamo vergogna. Ed essendo il nostro “contenitore” ci rende quel che siamo: i follicoli piliferi del derma che formano peli e capelli, le cellule che producono melanina per colorare la pelle e si trovano nell’epidermide contribuiscono a darci l’aspetto che abbiamo, a renderci glabri o pelosi, con chiome bionde o more, capelli ricci o lisci, pelle scura o lattea. Pelle e annessi cutanei insomma ci definiscono. E tutte le patologie che alterano l’aspetto della cute hanno un grande impatto sul benessere psicologico peggiorando la vita sociale, pensiamo a chi ha la dermatite atopica, quando la  pelle è spesso arrossata e desquamata oltre che pruriginosa.  Per non parlare del disagio emotivo provocato da malattie cutanee ancora più visibili, come acne o psoriasi. Per stare bene nella propria pelle quindi occorre prendersene sempre  cura.

Favria, 16.05.2024    Giorgio Cortese

Buona giornata. Certo ogni giorno non posso fermare il tempo ma posso cercare la luce nel buio più profondo. Felice giovedì

Cafè chantant.

I cafè chantant erano locali in cui si eseguivano piccole rappresentazioni teatrali e spettacoli con ballerine e cantanti, mentre gli avventori consumavano bibite e generi alimentari. Le primissime forme di questo tipo di locali apparvero a Londra nel XVII secolo, a scopo pubblicitario, con spettacoli di canto, musica e ballo improvvisati. Ma fu soprattutto nella Parigi dell’800 che si diffusero, riscuotendo poi, durante la Belle Époque, un grande successo. Nei caffè parigini ai primi del Novecento, gli artisti si esibivano in performance che spaziavano dal canto ai monologhi comici fino al ballo e al varietà. Experience. I café erano riccamente decorati e offrivano agli spettatori un’esperienza visiva e sensoriale molto coinvolgente. Con il tempo le rappresentazioni divennero più professionali, arricchite da allestimenti complessi e talvolta da innovativi effetti luce, diventando progressivamente  simili a spettacoli teatrali. Nonostante la loro grande popolarità, soprattutto in Francia, i café chantant hanno subìto una lenta decadenza nel corso del XX secolo, con l’avvento di nuove forme di intrattenimento e in seguito al cambiamento dei gusti del pubblico.

Favria, 17.05.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Ogni giorno il timore a volte mette i brividi, ma la speranza almeno per me scalda il cuore. Felice  venerdì.

Il “Compromesso del Missouri”.

Il “Compromesso del Missouri” rappresenta una serie di misure legislative negoziate nel 1820 dal Congresso degli Stati Uniti al fine di arginare le crescenti tensioni legate alla questione della schiavitù nei territori via via acquisiti dall’Unione verso ovest. La  questione si pose in maniera particolarmente urgente nel 1819, quando il Territorio del Missouri chiese di essere annesso all’Unione. Il Territorio era stato colonizzato in prevalenza da bianchi provenienti dagli Stati del sud e, nel 1820, contava circa 6.000 schiavi neri su un totale di circa 66.000 abitanti. Nel febbraio 1819 la richiesta di annessione arrivò all’esame del Congresso e James Tallmadge, deputato di New York, propose di accettarla a patto che il Missouri eliminasse gradualmente la schiavitù. La proposta fu approvata dalla Camera dei rappresentanti, dove gli Stati liberi avevano la maggioranza, ma si arenò al Senato, dove i seggi degli Stati liberi e quelli degli Stati schiavisti erano in parità. Nel 1820 Henry Clay, deputato ed esponente dell’Ovest, propose di risolvere lo stallo con un compromesso: il Missouri fu annesso all’Unione come Stato dove era permessa la schiavitù, ma quest’ultima sarebbe stata vietata al di sopra del 36º parallelo e 30’, corrispondente al confine meridionale del Missouri stesso. Per evitare che l’ingresso nell’Unione di un nuovo Stato schiavista sbilanciasse la parità del Senato a favore di questi ultimi, venne annesso anche un nuovo Stato libero, il Maine, creato ad hoc separandone i territori dal Massachusetts, di cui fino ad allora aveva fatto parte.

Favria 18.05.2024   Giorgio Cortese

Buona giornata. La luce del mattino è per me forte speranza di vita. Felice sabato

Tafferuglio.

La parola oggi è usata soprattutto in senso negativo per definire quelle risse chiassose che si verificano, ad esempio, tra tifoserie avverse in occasione delle partite di calcio. In origine invece il senso era positivo: fedele alla sua etimologia, che deriva dall’arabo tramite il persiano: tafarrug, divertimento, spettacolo di diletto, il termine era nell’italiano antico, nella versione “tafaragio” o “taferugia”, praticamente sinonimo di festa e baldoria.

Favria, 19.05.2024   Giorgio Cortese

Buona giornata. Ogni giorno per calcolare il perimetro della felicità c’è sempre bisogno del lato positivo della vita. Felice  domenica

La Canestra di frutta.

La “Canestra di frutta” dipinta tra il 1597 e il 1600 dal Caravaggio è considerata la più famosa “natura morta” della storia dell’arte. Commissionata al ventitreenne Michelangelo Merisi dal cardinale Federico Borromeo, fu poi donata dallo stesso prelato milanese nel 1607 alla Biblioteca Ambrosiana di Milano da lui fondata e oggi fa parte delle collezioni della Pinacoteca Ambrosiana. Potrebbe risultare strano che un Cardinale così colto e raffinato come il Borromeo abbia voluto arricchire la sua collezione con una semplice raccolta di frutti, alcuni anche bacati, distraendo per un attimo le sue attenzioni dalle scene sacre. Ma la cosa sarebbe giustificata dagli innumerevoli significati che la Chiesa attribuisce a ciascun frutto presente nella tela caravaggesca: il limone è simbolo di purezza per l’acidità del suo succo; la pesca, composta da polpa, nocciolo e seme è simbolo della Trinità e la forma della sua foglia richiama quella della lingua, invito a pronunciare la verità. Ma i frutti più pregnanti sono la mela e l’uva. In primo piano è visibile sulla mela il foro prodotto da un verme, che destina il frutto alla sua fine precoce, mentre le foglie dell’uva compaiono fresche sulla sinistra e secche a destra. Si tratta di evidenti Memento mori, che Caravaggio esalta con un sapiente uso della luce e della superficie pittorica (le foglie sulla sinistra sono fresche e costellate di rugiada, quelle a destra sono ormai secche, fino a diventare soltanto ombre). Il successo di questo quadro fu talmente immediato da produrre la nascita di un genere, indagato dalla mostra “La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta” in corso al Palazzo Mazzetti di Asti fino al 7 aprile.

Favria, 20.05.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Il sorriso dura un istante, ma il suo ricordo può durare tutta la vita. Felice lunedì.