Ecco il decalogo di Sunak che silenzia l’identità di genere a scuola – Il Foglio

Ecco il decalogo di Sunak che silenzia l’identità di genere a scuola

Il primo ministro inglese ha vietato l’indottrinamento in aula, incoraggiato anche dal recente rapporto Cass. I nuovi corsi di educazioni sessuale e il consenso richiesto ai genitori per ogni step

Dopo anni e anni che organizzazioni transattiviste come Stonewall e Mermaids hanno fornito chiavi in mano l’educazione sessuale nelle scuole britanniche di ogni ordine e grado – la stessa arietta spirava nel defunto ddl Zan, là dove perigliosamente si parlava di “offerta formativa” –; dopo che a centinaia di genitori inglesi è capitato di apprendere del tutto casualmente, se mai lo hanno appreso, che il loro adorato John in classe era diventato Joanna (carriera alias), il primo ministro inglese Rishi Sunak ha portato a termine il lavoro annunciato qualche mese fa, quando è stata avviata una revisione indipendente sull’educazione sessuale nelle scuole britanniche. E ha vietato l’indottrinamento in aula: da oggi a scuola non si parlerà più di identità di genere. “Sia chiaro”, è scritto nelle nuove linee guida, “che il concetto di gender identity è fortemente in discussione e non dovrà più essere insegnato”. Avendo “valore di legge” le linee guida dovranno essere adottate prima possibile e senza eccezioni dagli istituti scolastici del Regno Unito.




Titolo “Che cosa si intende per corsi di educazione sessuale nelle scuole”, il nuovo decalogo è stato pubblicato ieri e dettaglia rigorosamente i contenuti dei corsi sul sesso per fasce d’età: dai 9 agli 11 anni, concepimento e nascita; dagli 11 ai 13, consenso, molestie, revenge porn, stalking, grooming – adescamenti sessuali in presenza e online – e matrimonio forzato; dai 13 anni contraccezione, malattie sessualmente trasmissibili, violenza sessuale e aborto. Novità rilevante: i genitori dovranno esprimere il loro consenso a ogni step e non saranno più esautorati e accusati di bigottismo transfobico come sta capitando da anni. Nelle scuole britanniche è successo di tutto: un gruppo di genitori di cosiddetti “bambini trans” ha fatto causa al Department of Education per aver instradato i figli verso la transizione medica, accusando il ministero di non aver fatto nulla per impedire che in migliaia di scuole prendesse piede l’ideologia di genere spinta dai gruppi di pressione lgbt. L’associazione Our Duty ha raccolto decine di esperienze di genitori di bambini con disforia rivelando come erano stati spinti sulla strada Transgender dai compagni con la connivenza degli insegnanti e spesso all’insaputa delle famiglie.



Un esempio per tutti: la storia di un ragazzo con autismo, Adhd, epilessia, gravi problemi di salute mentale e difficoltà di apprendimento convinto dalle compagne a vestirsi da donna. “Gli portavano delle gonne da indossare e lo incoraggiavano ad andare in bagno e a cambiarsi. Quando usciva lo applaudivano… Anche l’insegnante lo ha applaudito. La scuola mi ha contattato per dirmi che si voleva fare una colletta per comprargli un vestito lungo per il ballo”.

Sunak si è detto “inorridito” dai risultati della review e ha deciso un brusco stop, incoraggiato anche dal monumentale rapporto Cass che già lo aveva indotto a interrompere la prescrizione dei puberty blocker ai minori. Tra le moltissime altre cose, il rapporto afferma infatti che “coloro che effettuano la transizione sociale in età precoce (…) hanno maggiori probabilità di procedere con un percorso medico”.

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