La Brexit costerà oltre 5 miliardi solo per i controlli di frontiera sulle merci
rotate-mobile
Venerdì, 31 Maggio 2024
get brexit done / Regno Unito

La Brexit costerà oltre 5 miliardi solo per i controlli di frontiera sulle merci

Secondo un calcolo interno a Westminster, i ritardi accumulati nella definizione delle nuove regole dopo l'uscita di Londra dall'Ue hanno fatto inutilmente lievitare le spese (sia pubbliche che private)

Ritardo dopo ritardo, l'attuazione degli accordi di frontiera sulla Brexit ha presentato il conto. Si tratta di un conto piuttosto salato per lo Scacchiere di Sua Maestà, cioè il Tesoro britannico, e non è nemmeno detto che sia l'ultima spesa del genere. 

Stando a quanto riporta il sito di informazione europea Euractiv, che cita fonti del Parlamento di Londra, le stime relative ai costi per l'implementazione degli accordi di frontiera che l'esecutivo conservatore di Rishi Sunak dovrà sostenere ammontano almeno a 4,7 miliardi di sterline, cioè 5,5 miliardi di euro. Non certo noccioline.

La lievitazione di questi costi è dovuta almeno in parte ai ritardi accumulati dai successivi governi del Regno Unito nella definizione delle nuove regole da applicarsi dopo l'uscita dall'Unione europea e, soprattutto, dall'unione doganale. Nonostante il referendum con cui il Paese ha scelto di uscire dal blocco risalga ormai a otto anni fa (era il giugno del 2016), trovare la quadra circa il complesso dossier relativo al commercio con l'Europa è stata un'impresa titanica, e solo quest'anno Londra è riuscita a individuare una serie di norme per gestire, tra le altre cose, le catene di approvvigionamento e le frontiere doganali.  

La prima fase del cosiddetto "modello operativo per gli obiettivi di frontiera" è entrata in vigore lo scorso 31 gennaio e prevede delle certificazioni sanitarie aggiuntive per alcune tipologie di merci considerate a rischio medio e alto e provenienti dal mercato europeo (cioè con origine in Paesi Ue o Efta, l'area di libero scambio europeo). Tali prodotti includono ad esempio bovini, cavalli e api, carne di capra, anatra e cosce di rana.

Una seconda fase ha avuto inizio il 30 aprile, e ha introdotto dei controlli fisici nei porti. Infine, la terza fase è prevista per il 31 ottobre, e richiederà ulteriori dichiarazioni di sicurezza. 

Ma dalla fine del periodo di transizione per l'uscita del Regno Unito dall'Ue (scaduto il 31 dicembre 2020), Londra ha ritardato per ben cinque volte l'attuazione dei controlli. Aumentando l'incertezza per le imprese, i rischi relativi alla sicurezza dei prodotti (data la poca chiarezza normativa su quali certificazioni adottare) nonché i costi tanto per lo Scacchiere quanto per le autorità portuali. Una serie di spese "non necessarie", secondo il National audit office

Lo stesso ufficio ha così calcolato che andranno spesi almeno 5,5 miliardi di euro per portare a compimento solo i 13 programmi più importanti con cui il governo dovrà gestire il passaggio delle merci europee attraverso il confine.

Continua a leggere su Europa Today.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Brexit costerà oltre 5 miliardi solo per i controlli di frontiera sulle merci

Today è in caricamento