TRIVULZIO, Gian Giacomo in "Dizionario Biografico" - Treccani - Treccani

TRIVULZIO, Gian Giacomo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 97 (2020)

TRIVULZIO, Gian Giacomo

Paolo Pedretti

– Nacque a Milano il 22 luglio 1774, secondogenito del marchese Giorgio Teodoro e di Maria Cristina Cicogna Mozzoni.

Fu educato dall’abate Vincenzo Buttori, da Giuseppe Biamonti, dal domenicano Carlo Rovelli e dal barnabita Francesco Luigi Fontana. Tra il 1796 e il 1798 ricoprì alcune cariche minori nelle milizie della prima Repubblica Cisalpina.

Negli anni Novanta del Settecento fu l’animatore di un cenacolo poetico, l’Accademia degli Inesperti. A Trivulzio, sotto i nomi di Inanto Storemo e Licida Attico, è attribuibile con certezza un piccolo corpus di componimenti d’occasione. Negli stessi anni trascrisse molti componimenti di Giuseppe Parini: due manoscritti della Biblioteca Ambrosiana di Milano (S.P. 6/2 III, 1 e 5) e soprattutto un codice della Biblioteca Trivulziana (Triv. 890) testimoniano la volontà di raggiungere un’affidabile formazione letteraria.

Il 23 aprile 1798 sposò Beatrice Serbelloni Sfondrati (1780-1832), figlia del duca Alessandro e di Rosina Sinzendorf. Dalla loro unione nacquero Maria Cristina (1799), Rosina (1800), Elena (1802), Giorgio Teodoro (1803), Vittoria (1808), Alessandro (1814) e Virginia (1817).

All’inizio dell’Ottocento cominciò a dedicarsi alla sua più grande passione, il collezionismo librario. Nel 1804 incamerò la biblioteca di testi di lingua di Giovan Battista Baldelli Boni; nel 1817 la sezione dantesca della libreria del pittore Giuseppe Bossi, che comprendeva, fra i molti articoli, dieci codici della Commedia di Dante Alighieri, incunaboli e cinquecentine; nel 1826 buona parte della raccolta petrarchesca di Antonio Marsand. Forse a metà degli anni Dieci acquistò uno dei soli tre testimoni del De vulgari eloquentia (Milano, Biblioteca Trivulziana, Triv. 1088); tra il 1805 e il 1812 l’attuale codice Triv. 1080 della Biblioteca Trivulziana con la Commedia dantesca, scritto nel 1337; nel 1806 e nel 1808 due codici contenenti le Rime e i Trionfi di Francesco Petrarca (Triv. 905 e 1015); infine, dopo la primavera del 1823, acquistò un manoscritto (Triv. 1050) contenente la Vita nuova di Dante e rime di vari autori.

Nel 1802, morto il padre, ereditò il titolo di marchese di Sesto Ulteriano e Cologno, signore di Corte Palasio, Prada e Terra. In occasione dell’incoronazione di Napoleone Bonaparte a re d’Italia (26 maggio 1805), fece parte della guardia d’onore, con il grado di capitano. Fra marzo e novembre del 1807 viaggiò con la moglie nell’Italia centro-meridionale, fermandosi anche a Ferrara e a Venezia. Alla fine del 1807 fu nominato ciambellano della Casa d’Italia, nel gennaio del 1808 consigliere generale del Dipartimento dell’Olona, nel 1809 conte del Regno d’Italia (titolo che sarebbe stato revocato dal governo austriaco nell’ottobre del 1817) e cavaliere dell’Ordine della Corona di ferro. Nel 1810, eletto membro del collegio elettorale dei possidenti del Dipartimento dell’Olona, partecipò alle nozze, celebrate a Parigi, tra Napoleone e Maria Luisa d’Asburgo.

A partire dai primi anni Dieci, progettò un’edizione di rime dei più antichi poeti italiani. In particolare, si segnala l’interesse per il Poliziano, di cui Trivulzio fece rintracciare e copiare componimenti nelle biblioteche di Firenze, Roma e Modena, come risulta da una copia postillata del corpus polizianeo (Padova 1765, con segnatura Milano, Biblioteca Trivulziana, Triv. I788), da un codice della Biblioteca Trivulziana (Triv. 1035), ora irreperibile, dal carteggio con Giulio Perticari, dalla prima appendice alla Proposta di Vincenzo Monti (1824) e dall’edizione milanese delle Poesie italiane del Poliziano (1825).

Nel 1811 divenne membro del Consiglio comunale di Milano, carica che avrebbe ricoperto anche con il cambio di regime, fino al 1820. Nel 1814, dopo l’armistizio di Schiarino-Rizzino tra Francia e Austria, firmò la petizione al Senato per la convocazione dei collegi elettorali e fu scelto come membro della deputazione inviata a Parigi dalla reggenza provvisoria di governo. Nell’aprile del 1816 fu nominato deputato nobile presso la Congregazione provinciale di Milano, carica da cui si dimise dopo quindici mesi.

Dalla metà degli anni Dieci si impegnò per molti anni nell’emendazione della tradizione delle opere minori di Dante in vista di una loro edizione. L’impegno attorno alle rime è ravvisabile in vari punti del carteggio, nei manoscritti Triv. 1100 e 1102 della Biblioteca Trivulziana, ora irreperibili, nella copia postillata delle Rime stampate a Rovetta nel 1823 (Triv. 1070), nella copia postillata delle Rime di diversi antichi autori (Venezia 1740, con segnatura Rari Triv. I216). In questa impresa si giovò della collaborazione del ‘circolo filologico’ milanese (Monti e Giovanni Antonio Maggi in particolare), con l’apporto di Perticari, di Salvatore Betti, di Angelo Pezzana, del dantista prussiano Karl Witte, oltre che dell’acquisto dei manoscritti e dei libri appartenuti a Bossi. L’edizione delle rime venne progressivamente accantonata e sostituita da quella del Convivio, a partire almeno dal 1819, e della Vita nuova danteschi. I lavori d’équipe sul Convivio si sono sedimentati in volumi a stampa postillati, codici di servizio e nell’epistolario: Delle opere (Venezia 1741, con segnatura Triv. Dante 97/4, con postille di Trivulzio, Monti e Maggi), il manoscritto Triv. 1069 della Biblioteca Trivulziana, le collazioni di manoscritti laurenziani e marciani e il Saggio diviso in quattro parti (Milano 1823) di Monti. Il Convivio fu, infine, stampato dal tipografo Pogliani nel 1827 in sessanta copie non venali, a servizio degli editori padovani della Minerva, che lo avrebbero ripubblicato. Anche la Vita nuova, emendata sui manoscritti Triv. 1050 e 1058, uscì per i tipi di Pogliani in sessanta copie nel 1827. Trivulzio si interessò anche all’opera maggiore di Dante, come si desume, oltre che dagli acquisti librari già ricordati, dal finanziamento della stampa del Comento sui primi cinque Canti dell’Inferno di Lorenzo Magalotti (1819), dalla collaborazione per l’edizione minervina della Commedia dedicata a Monti e pubblicata nel 1822, dalla collazione dei manoscritti Triv. 1073, 1080 e 1083 con l’edizione cominiana del 1726-1727 (è il postillato della Biblioteca Trivulziana, Triv. Dante 85) e dall’edizione del poema a lui dedicata da Quirico Viviani (Udine 1823-1828).

Tra febbraio e marzo del 1820 Trivulzio fu sorvegliato dalla polizia, che lo aveva incluso in una lista di indiziati di cospirazione. Nel marzo del 1822 Federico Confalonieri, agli arresti da alcuni mesi, dichiarò che Trivulzio, da lui indicato come ministro degli Affari esteri di un’auspicabile reggenza, non poteva dirsi all’oscuro delle intenzioni dei patrioti federati, in particolare riguardo alla formazione di una guardia nazionale. Tra settembre e ottobre viaggiò con il figlio Giorgio Teodoro fra Veneto e Friuli. Di nuovo, fra ottobre del 1823 e marzo del 1824, padre e figlio fecero un lungo giro della penisola: da Genova, attraverso la Toscana e l’Umbria, fino a Roma e Napoli.

Per gli anni successivi si segnalano i numerosi spostamenti tra Piacenza, Parma e Modena, dove vivevano le figlie Elena, Rosina e Vittoria, e i viaggi in Toscana, Veneto, Friuli e Istria (1826-30). Nel 1827 Trivulzio fu eletto membro dell’Accademia della Crusca, in sostituzione di Carlo Rosmini.

Morì a Milano il 29 marzo 1831.

Fonti e Bibl.: Tra i più cospicui nuclei epistolari si segnalano: Milano, Archivio Fondazione Trivulzio, 2046 e Carteggi, busta G.G. Trivulzio; Milano, Biblioteca Trivulziana, Triv. 2044; Bassano del Grappa, Biblioteca civica, Epistolario Remondini, da XXII.10.6371 a XXII.10.6440; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham 1720, vol. LV, cc. 31r-171v, vol. LXIV, cc. 33r-205v, vol. LXV, cc. 174r-185v; Modena, Biblioteca Estense e universitaria, Autografoteca Campori, f. Trivulzio G.G.; Parma, Biblioteca Palatina, Carteggio Michele Colombo, vol. V, pp. 17-24, 29-38, 49-52, 57-90; Perugia, Biblioteca comunale Augusta, 1527, cc. 250v-349r; Roma, Biblioteca nazionale, Fondo Autografi, A.9.43 e A.82/4-7; Stresa, Archivio dell’Istituto storico della carità, arm. I, t. XVI, parte II, cc. 539r-580v; Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, E.9, già G.2.2.6 (7). Per la ricostruzione della biografia: Archivio di Stato di Milano, Processi politici, cart. 31, f. II-III; Milano, Archivio Fondazione Trivulzio, Araldica, busta 43 (G.G. Trivulzio), f. 847; Carteggi, busta G.G. Trivulzio, f. Varie; Culto - Pompe funebri, busta 10 (1664-1856), f. 86; Eredità Testamenti Donazioni, busta 6 (1770-1937); Eredità Ventilazioni, busta 41 (Ventilazioni 1783-1816) e busta 43 (1820-1917); Matrimoni, busta 7 bis, f. 103.

G.A. Maggi, Trivulzio (Gianiacopo), in Biografia degli italiani illustri..., a cura di E. De Tipaldo, II, Venezia 1835, pp. 470-478; G.B. Zannoni, Elogi di G.G. T..., in Storia della Accademia della Crusca..., Firenze 1848, pp. 383-386; F. Arese, Genealogie patrizie milanesi, in D.E. Zanetti, La demografia del patriziato milanese..., Pavia 1972, pp. 175-182; E. Pagano, Il Comune di Milano nell’età napoleonica (1800-1814), Milano 1994, pp. 314 s. Sugli studi e sulle collezioni librarie di Trivulzio: Lettere del marchese G.G. T. al cav. Salvatore Betti, in Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti, CXXVII (1852), pp. 124-170; B. Wiese, Aus Karl Wittes Briefwechsel, in Romanische Forschungen, XXII (1907), pp. 841-869; A. Giulini, Spigolature di un carteggio inedito Trivulziano, in Archivio storico lombardo, s. 7, I (1934), pp. 260-269; G. Nicodemi, Giuseppe Bossi. Un diario..., ibid., s. 8, X (1960), pp. 587-648; G. Bologna, Carteggi ottocenteschi dei Trivulzio nell’Archivio storico civico di Milano, in Libri & documenti, I (1989), pp. 24-30; Il Fondo Petrarchesco della Biblioteca Trivulziana..., a cura di G. Petrella, Milano 2006; A. Colombo, I lunghi affanni ed il perduto regno..., Besançon 2007, pp. 143-181; P. Pedretti, Le rime di Dante: un progetto ottocentesco di edizione, in Itadokt. Dal testo alla rete..., a cura di E. Szkárosi - J. Nagy, Budapest 2010, pp. 72-82; A. Colombo, È sempre un giorno di festa per me. G.G. T. e Karl Witte tra filologia e letteratura, in Le carte vive. Epistolari e carteggi del Settecento..., a cura di C. Viola, Roma 2011, pp. 251-270; I manoscritti datati dell’Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana di Milano, a cura di M. Pontone, Firenze 2011; V. Monti, Saggio diviso in quattro parti dei molti e gravi errori..., a cura di A. Colombo, Bologna 2012, pp. IX-CVI; P. Pedretti, La vendita della biblioteca di Giovanni Battista Baldelli Boni a G. G. T., in Libri & documenti, XXXIX (2013), pp. 151-178; Id., La vendita della collezione dantesca di Giuseppe Bossi a G.G. T., in G. Frasso - M. Rodella, Pietro Mazzucchelli studioso di Dante. Sondaggi e proposte, Roma 2013, pp. 349-390; Id., G.G. T. (1774-1831) e gli studi sul Boccaccio, in Verso il centenario del Boccaccio..., a cura di M. Ballarini - G. Frasso, Milano-Roma 2014, pp. 193-228; S. Brambilla, Lettere di Giulio Perticari a G.G. T., in Verbum, XVI (2015), pp. 129-165; Ead., Lettere di G.G. T. a Giulio Perticari, in Studi di erudizione e di filologia italiana, IV (2015), pp. 137-166. Si vedano, infine, i volumi XL-XLI (2014-2015) di Libri & documenti, dedicati al collezionismo di Dante in casa Trivulzio.

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