Salone del Libro di Torino 2024: Joël Dicker e Augias ospiti oggi dell’Arena Robinson - la Repubblica

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Salone del Libro di Torino 2024. Joël Dicker all’Arena Robinson. Augias e il grande errore della sinistra. Ezio Mauro: “L’altra faccia della censura siamo noi”

Con noi Joël Dicker e Jeff Kinney. Oggi Augias, Ezio Mauro, Ceccarelli su Berlusconi. Barreau svela la sua vera identità. Tutte le notizie e i protagonisti della manifestazione e dell'Arena Robinson di Repubblica
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Oggi tra gli ospiti della terza giornata del Salone del Libro Ezio Mauro, Corrado Augias, Jeff Kinney, Francesca Giannone e Alessia Gazzola, nel retropalco, anche il re delle classifiche Joël Dicker.

Il programma completoTutti video

Carofiglio: "La politica che propone verità assolute ai cittadini è come un culto"

"Dobbiamo imparare a maneggiare sistematicamente lo strumento potente delle domande. Le verità della politica oggi sono rivelate da un'autorità che sempre più pretende di evitare la mediazione fra i cittadini. Mediazione che in una democrazia sana la fanno i partiiti, non esiste una democrazia evoluta senza partiti", così Gianrico Carofiglio intervenendo all'Arena Robinson-Repubblica al Salone del Libro di Torino, dove ha presentato il suo ultimo libro 'L'orizzonte della notte'.

di Daniele Alberti e Paolo Popoli

Carofiglio: "La politica che propone verità assolute ai cittadini è come un culto"

Pegah Moshir Pour: "Sono partita a 9 anni da Teheran, in Italia ho trovato un futuro"

"La notte sopra Teheran racconta la mia infanzia ma anche il momento in cui arrivo in Italia. Io nasco a Teheran e quando ero piccola non mi rendevo conto di quante difficoltà ci fossero e soprattutto quante ne avrei incontrate crescendo". Pegah Moshir Pour, consulente e attivista per i diritti umani e digitali premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presenta all'Arena Repubblica Robinson il libro in cui racconta quello che succede in Iran, soprattutto dal punto di vista politico, grazie alle lettere scambiare con la cugina, e parallelamente quello che accade nel nostro Paese, in particolare le difficoltà legate all'integrazione.

Il video:

Arena Robinson, Pegah Moshir Pour: "Sono partita a 9 anni da Teheran, in Italia ho trovato un futuro"

Il fenomeno Jeff Kinney all’Arena Robinson

L’autore cult da 300 milioni di copie, torna in Italia e ci racconterà perché per lui il nostro Paese è così speciale.

Agnelli giudice a X-Factor: “Non confermo e non smentisco”

“Stefano Senardi è uno dei pochissimi discografici che amavamo e rispettavamo perché era molto più rock’n’roll di molti altri discografici. E aveva un rispetto nei confronti della materia e dei musicisti che fa davvero la differenza. In questi ultimi anni è stato una figura molto importante per me in molte cose mi ritrovo nei suoi punti di vista”. Così Manuel Agnelli ospite all’Arena Robinson per presentare il libro “La musica è un lampo” di Stefano Senardi già presidente della Polygram e fondatore della sua etichetta NuN Entertaiment. Senardi ha ricordato anche Franco Battiatodi cui ha prodotto tre album: “Noi siamo fortunati a essere stati contemporanei di Franco Battiato. Io sono stato fortunatissimo non solo a essere suo discografico, ma sono riuscito anche a diventare suo amico con lui ho fatto un sacco di viaggi. Nella vita sonk riuscito a conciliare il mio lavoro e la mia passione”.

Arena Robinson - La musica? È un lampo che ti cambia la vita

“Io mi sento obbligato a prendere posizioni – dice – Mi sento privilegiato ad avere un megafono e penso di doverlo usare come essere umano e cittadino. Secondo me è importante dire in maniera responsabile come la si pensa, oggi anche di più. Sento la mancanza di una generazione (che poi è anche la mia) dove prendere posizione era un piacere e una gioia. Non è scontato avere la libertà di prendere una posizione”.

“Sui Maneskin si sono dette tante cose ed è stata un’occasione persa secondo me. Chissenefrega se piacciono o non piacciono: per la prima volta c’è un prodotto italiano che arriva all’estero e approfittiamone. Per la prima volta abbiamo occasione di attirare attenzione su quello che succede qui. Cerchiamo di avere una visione meno provinciale. C’è una sorta di lobby di farisei che per anni, nella musica e nella cultura, ha decretato cosa era giusto o sbagliato, bisogna smetterla” e sul suo probabile ritorno come giudice a X-Factor: “Non confermo e non smentisco”.

di Martina Tartaglino

Ezio Mauro: “L’altra faccia della censura siamo noi”

La costituzione italiana abbiamo potuto scriverla perché è nata da un comune patto di rifiuto del fascismo, della dittatura. E questo patto viene rinnovato, non perché si cercano vendette o umiliazioni ma semplicemente nel nome della libertà e della democrazia. Si rifiuta il fascismo perché ha calpestato la libertà e la democrazia. Il disegno della Meloni di rifiutare la cultura dell’antifascismo punta invece a rendere la Repubblica neutra e sterile senza una cultura di riferimento. Creando un nuovo fiume in cui tutte le culture storiche a pari titolarità e a pari grado sono influenti, compreso il fascismo storico. Questo è quanto dobbiamo decidere se accettare o non accettare perché l’altra faccia della questione dipende anche da noi. La censura vive se passa tra i cittadini senza incontrare reazioni. L’altra faccia della censura siamo noi.

Abbiamo una presidente del consiglio che gode di un consenso molto ampio tra i cittadini e che è padrona assoluta della sua maggioranza anche per mancanza di competitori che fanno scaramucce, ma mai un vero antagonismo alla premier. Quindi cosa cerca nel premierato? Cerca qualcosa di metafisico, di metapolitico. Cerca di compiere su questo terreno per la vera partita finale della sfida dell’egemonia culturale.

di Ottavia Giustetti

Viola Ardone: “Parlo per te, sorella”

Il monologo:

Arena Robinson, il monologo di Viola Ardone: "Il diritto a non abortire lo abbiamo avuto per anni come quello a non votare"

Carofiglio e l’avvocato Guerrieri all’Arena Robinson

Carofiglio: “L’avvocato Guerrieri de ‘L’orizzonte della notte’ è disincantato come forse lo era già prima, ma ora deve fare i conti con la sua malinconia, la sua tristezza e il senso di mortalità. È un libro che si lega per qualche aspetto al primo della serie perché anche lì il personaggio dimostrava qualche fragilità esistenziale alla soglia dei quarant’anni. Ora deve fare i conti con una nuova crisi alla soglia dei Sessanta. È un libro che ha come tema fondamentale la ricerca della felicità”.

Arena Robinson - L'orizzonte della notte. Il ritorno di Guido Guerrieri

Non vogliamo lavorare

La sociologa Francesca Coin e l'attivista e scrittrice Djarah Kan dialogano all'Arena Robinson del Salone del libro di Torino sui cambiamenti nel modo di valutare e vivere il proprio lavoro in Italia. Il panel, intitolato "Non vogliamo lavorare", parte dal libro di Francesca Coin "Le grandi dimissioni".

Il video dell’incontro

Arena Robinson - Non vogliamo lavorare

Libri, Gazzola: “Non lo abbiamo visto arrivare, ma TikTok ha dato una spinta importante”

“La cosa più importante è leggere, non esiste la serie A o la serie B dei libri, dei generi e degli scrittori. Io da scrittrice di libri cosiddetti leggeri non mi sento un passo indietro. Il romance piace e non è più una cosa da serie B, anzi fotografa un momento importante che sta vivendo l’editoria”. Così Alessia Gazzola all’Arena Robinson intervistata da Sara Scarafia. “Abbiamo abbracciato un decennio pesantissimo e abbiamo bisogno di evasione mentale, di libri che ci servono a leggere la contemporaneità con la prospettiva della leggerezza. Il libro è diventato un bene rifugio perché guardandosi intorno è diventato tutto un po’ deprimente. Forse non lo abbiamo visto arrivare, ma credo che TikTok abbia impresso davvero una spinta importante”.

Dal 2011 Gazzola ha scritto 9 libri della serie ‘L’Allieva’ dai quali sono state tratte le tre stagioni della fiction Rai con protagonisti Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale: “È molto bella l’affezione nei confronti di Alice, la protagonista dell’Allieva, ma genera un po’ di pressione e un po’ di competizione con me stessa. Quando annuncio altri progetti mi si chiede sempre di Alice, ma Alice spesso mi pesa. Ora sto scrivendo una cosa che forse è il più distante possibile dall’Allieva”.

di Martina Tartaglino

Il video dell’incontro

Arena Robinson -Dal giallo al rosa, tutte le sfumature del successo

Storie di fede e liberazione, con Sabrina Efionayi. Modera Djarah Kan

“Penso che tutto ciò che facciamo, in una maniera tutta nostra, sia qualcosa di politico. Io non sono brava a essere in prima fila, ma una cosa che sento e che voglio poter fare è scrivere: è la mia dimensione, il mio modo di poter stare al mondo” lo ha detto Sabrina Efionayi in dislogo all’Arena Robinson con Djarah Kan per presentare il romanzo “Padre Nostro” (Feltrinelli), un libro che parla di famiglie, di religione, di donne, ma che è anche una storia vera ambientata a Castel Volturno luogo spesso raccontato come landa desolata, di scarichi umani, di immigrazione clandestina. “In “Padre nostro” volendo raccontare una storia vera con situazioni reali per quanto ho dovuto in qualche modo ridurre, ma la letteratura, la mia letteratura non è solo affrontare temi che trattano la diversità o le migrazioni. Sembra che io debba essere portatrice di un determinato target invece mi sento legittimata a scegliere i protagonisti, la loro provenienza, il loro modo di stare al mondo, ma soprattutto la loro storia. Quella narrata in “Padre Nostro” è una storia italiana con protagonisti italiani” ha sottolineato l’autrice che ha iniziato a scrivere giovanissima, a 13 anni, e a pubblicare i suoi romanzi sulla piattaforma online Wattpad.

Arena Robinson - Storie di fede e liberazione

Chi è davvero Nicolas Barreau? Non è francese e non è neanche un uomo. Con noi svela la sua vera identità

“Trovo che il tema di questo Salone del Libro “Vita immaginaria” si adatti alla mia storia e alla mia vita vera. Sono sono una piccola editrice tedesca e questo mi ha portato a scrivere con un nom de plume”. All’Arena Robinson c’è Daniela Beatrice Thiele, l’autrice dietro i bestseller di Nicolas Barreau che per la prima volta incontra il pubblico italiano e internazionale.

Thiele, che aveva già rivelato in un’intervista a Repubblica la sua vera identità spiega la genesi del suo nome fittizio. “Io e mio marito abbiamo da sempre lavorato per grosse case editrici e quando abbiamo fondato il nostro piccolo marchio non eravamo abituati a fare i conti con le grande spese per l’acquisizione dei diritti. Volevamo pubblicare a ogni costo una storia ambientata a Parigi e quindi la necessità aguzza l’ingegno” Thiele con lo pseudonimo di Nicolas Barreau ha firmato quasi una decina di libri, tra cui “Gli ingredienti segreti dell’amore”.

Arena Robinson - Barreau, Je t'aime: la commedia sentimentale si racconta

“Venendo qua ero molto agitata pensando a come avrebbero reagito le mie lettrici e i miei lettori a questa mia prima apparizione pubblica. Magari le persone si aspettavano un giovane uomo francese e ora si ritroveranno davanti a un’attempata signora tedesca. Ma dopo la paura iniziale posso dire che è stata una sensazione bellissima incontrare dal vivo le persone. Credo che per un’autore o un’autrice questo sia veramente tutto, altrimenti scriveremmo solo diari. Elena Ferrante? Ho amato moltissimo i suoi libri e ho provato il desiderio di sapere chi fosse, ma rispetto il suo desiderio di anonimato: un autore non è una pop star e regala già attraverso i suoi libri il suo mondo intimo e fatto sentimenti. Se potessi le direi che per me rivelare la mia identità è stato molto bello”.

Alla domanda se Nicolas Barreau sopravviverà come autore a questo svelamento: “Nicolas Barreau è vivo, vivissimo nella mia fantasia e continuerà a scrivere romanzi per il semplice fatto che è quello che sa fare meglio. Forse anche Daniela scriverà presto una storia della sua famiglia e del suo legame con Parigi.

Siviero e Gancitano ricordano quando Roccella abortì da attivista

Il femminismo come scommessa politica: con Giulia Siviero. Modera Maura Gancitano. Il video dell’incontro

Arena Robinson - Il femminismo come scommessa politica

Joël Dicker all’Arena Robinson: “In Italia mi sento a casa”

Ad Arena Robinson Repubblica al Salone del libro di Torino arriva Joël Dicker, lo scrittore svizzero di lingua francese diventato un caso editoriale mondiale con "La verità sul caso Harry Quebert" che torna in libreria con "Un animale selvaggio", ancora per Nave Di Teseo, che ha già scalato le classifiche. Il campione dei libri mozzafiato, dice però di essere pieno di dubbi sulle sue storie: "Mi chiedo se il lettore arriverà alla fine". Dicker racconta il suo rapporto speciale con l'Italia: "Mia nonna è di Trieste, quando passo il confine mi sento a casa". Marcus Goldman tornerà? "Mi piacerebbe sapere la risposta"

di Sara Scarafia

Arena Robinson, arriva Joël Dicker: "In Italia mi sento a casa"

Corrado Augias: “Uno degli errori della sinistra, uno dei tanti, è lasciare l’idea di patria ai neofascisti”

“Uno degli errori della sinistra, uno dei tanti, è lasciare l’idea di patria ai neofascisti”. Parte l’applauso per Corrado Augias ospite dell’Arena Robinson. “Io ne sono convinto, mio padre era un militare, stava in Libia. L’idea di patria è diversa dal concetto di nazione che la nostra presidente del Consiglio cita a ogni occasione, perché lei viene da quel mondo lì, che ha fatto i disastri che ha fatto”. E cita una pagina di Leopardi: una terra dove sono sepolti i nostri padri, che ci unisce nella lingua, che crea la piazza.

“Se declino nazione viene nazionalismo, che è una cosa negativa, se declino patria diventa patriottismo che è una cosa positiva. Quando vivevo a Parigi e New York riconoscevo gli italiani da lontano e riconoscersi supera le differenze. Per questo è stato un errore della sinistra non difendere i paracadutisti di El Alamein che sono morti e sono sepolti nella sabbia. È stato un errore e se ne sono impadroniti i fascisti. E lo stesso è avvenuto con le foibe. Errori, perché i partigiani titini facevano parte della costellazione della sinistra e le colpe andavano nascoste. Errori che oggi, crollate le ideologie, non si fa più”.

“La definizione di questo libro me l'ha data un collega della Gazzetta di Parma: è la costruzione di un cittadino nell'Italia che cambia. Per chi ha vissuto così a lungo dice "ossignore eravamo noi quelli degli anni sessanta un po' bigotti...", il periodo in cui i partiti politici prendevano il 70-80%. Eravamo noi e oggi siamo diversi, nel bene e nel male. Le cose positive superano quelle negative, ma quelle negative rischiano di diventare pericolose.

Sulla Rai: “Quello che è successo con il povero Scurati è esemplare per due aspetti: il funzionario che ha detto ‘questo non va in onda’ lo ha fatto perché ha pensato che ci fosse un clima tale che fosse necessaria quella decisione. E poi quando si è detto che era 1800 euro per un minuto è stato un modo per buttare sui soldi, infangare il gesto, sporcarlo. Sono segnali, piccoli. Poi ci sono i grandi segnali come la riforma della costituzione di cui si parla”.

di Federica Cravero

Morandi: “Con la pubblicità della Vespa mi sono comprato casa. Marchesi mi annusò e mi disse ‘ma ti lavi?’”

“Ho fatto una pubblicità per la Vespa”. Ti hanno pagato? “Mi sono comprato la casa”. L’Auditorium del centro congressi del Lingotto straripa, tifo da grandi eventi per Gianni Morandi che nella sezione Leggerezza affidata a Luciana Littizzetto celebra Marcello Marchesi, “quel gran genio del “dottor Divago”. “Fatti mandare dalla mamma a prendere un libro”, canticchia Morandi.

Un incontro a cui partecipa anche il figlio di Marchesi, Massimo. Che, racconta, di non aver nulla a che fare con la televisione o lo spettacolo: “Io vendo vino”. Il figlio racconta di aver trovato disegni, agendine, scritti del padre che passava notti insonni a scrivere: “Ho scoperto moltissimo di mio padre raccogliendo tutto questo materiale che ho consegnato alla fondazione”. Massimo Marchesi ringrazia la Nave di Teseo che pubblica Marcello Marchesi.

Morandi racconta che Marchesi lo aveva cercato: “Mi faceva cantare, era un austero buono. Un giorno mi ha annusato e mi ha chiesto “ma te lo fai lo shampoo? Certo, rispondo io. E con cosa? Con il sapone”.

di Sara Strippoli

Aborto, Giulia Siviero: “Rocella? C’è un’ondata reazionaria”

"Giorgia Meloni aveva detto che non aveva intenzione di abrogare la 194 ma di applicarla fino in fondo. Di fatto è così, perché la legge, che fu un grande compromesso, contiene tutti gli strumenti per essere svuotata". Giulia Siviero, giornalista femminista, porta sul palco dell'Arena Robinson Repubblica il tema dell'aborto. "Quando i movimenti radicali degli Anni Settanta dicevano che l'aborto non è un diritto intendevano che è molto più di un diritto, chiedevano solamente che venire abrogato il reato".

Le contestazioni alla ministra Roccella? “Da ministro e con un grosso megafono parla di censura, quando la censura è un meccanismo nelle mani del potere, dall'alto verso il basso. La censura toglie spazio alla parola, il dissenso apre spazi a parole differenti". "Io penso che ci sia un'ondata reazionaria. C'è una grandissima paura rispetto alle donne che si pensano come soggetti politici, che prendono parola e che scendono nelle piazze".

Così Giulia Siviero sul palco dell'Arena Robinson. "Forse la mediazione con le istituzioni non ha funzionato. Non ha funzionato sull'aborto, non sta funzionando sui consultori, che sono pochissimi, meno numerosi dei centri per la vita. E sono sottodimensionati. Il riconoscimento di un diritto è importante, ma la lotta deve farsi più radicale e forse deve prendere la direzione del fare le cose da sé. La 194 va assolutamente riaperta".

Le autrici: “Scriviamo romance e siamo vittime di preconcetti”

Con Andrea Amadio, @libriconfragole, Lea Landucci, Naike Ror e Paola Chiozza l’Arena torna Romance per parlare di famiglie, sogni, passioni e amore volatile e duraturo. “Mi interessa il rapporto complesso tra genitori e figli - spiega Lea Landucci, che all’Arena ha portato “Lily, #tuttasbagliata” - un incontro di imperfezioni. Li penso come vasi giapponesi: rotti e poi rimessi insieme dall’oro, che li rende più belli”.

Una riflessione anche sulle passioni personali, rivendicate anche come forma di indipendenza: “Il mio amore preferito è quello che nasce dall’odio - aggiunge Paola Chiozza, autrice di “Faster” - cioè da ciò che è più lontano possibile. Quello che scrivo deve sempre appassionarmi e il romance per me si intreccia sempre con la passione, nel mio caso la formula 1”.

“Scriviamo romance - ha chiuso Naike Ror con il suo “House Pain” - e siamo vittime di preconcetti, si dà per scontato che scriviamo cose tutte uguali con trame tutte uguali. Provo sempre a dare un setting strutturato e non faccio ricerche superficiali”, per un amore - hanno concluso le autrici - che è sì importante, “ma non deve annullare l’identità”.

Il video dell’incontro

Arena Robinson - Lettere d'amore: questa Italia che vede rosa

Francesca Giannone: “Io, l'autrice del libro più venduto del 2023”

Francesca Giannone è l'autrice più letta nel 2023 e con Sara Scarafia analizza i motivi del successo. Le scrittrici, soprattutto le italiane, stanno scalzando i colleghi dalle classifiche mondiali. "Quello che ti nutre sono i rapporti umani". Il video integrale dell’incontro.

Arena Robinson - Io, l'autrice del libro più venduto del 2023 con Francesca Giannone

De Giovanni: “Premier forte? Tipo Di Maio, Salvini, Renzi. Mi fermo per carità di patria”

“Autonomia differenziata? Mi piacerebbe se partissimo uguali, ma come faccio a ottenere il mantenimento dei servizi se non li ho? Sono fortemente in opposizione all’autonomia differenziata e al premierato forte, perché ho sufficiente memoria da ricordarmi che avremmo avuto un premier forte tipo Di Maio, Salvini, Renzi, e qui mi fermo per carità di patria. E sono contro alla separazione delle carriere dei magistrati. Il procuratore che mi indaga deve avere l’anima di un giudice non di un poliziotto, devo essere giudicato non perseguito”. Il faro, per De Giovanni, è ancora quel documento “scritto da gente che camminava tra le macerie: la Costituzione”.

di Marta Borghese

De Giovanni: “Io vorrei che i lettori la smettessero di farmi i cazziatoni”

“Io vorrei che i lettori la smettessero di farmi i cazziatoni”. Maurizio De Giovanni, “papà” del Commissario Ricciardi e dei bastardi di Pizzofalcone, esordisce sul palco dell’Arena Robinson con la risata. “Il lettore è il passeggero di un autobus che guidi tu, ma sa dove vuole andare, se tu lo porti da un’altra parte te lo dice”. In dialogo con Angelo Melone, De Giovanni parla dell’affetto per i personaggi e dell’amore per la sua città, Napoli: “Sorge schiacciata tra la montagna e il mare. È costruita su tre crateri: sotto c’è un unico mare di magma, l’inferno. Ma a vederla dall’alto predomina l’azzurro, il paradiso. E allora Napoli è il purgatorio: è il commercio costante con le anime del purgatorio, le uniche che possono dare qualcosa in cambio e che possono cambiare qualcosa in cambio. Il napoletano ha sempre pregato le anime del purgatorio per avere qualcosa in cambio: il miracolo, che non ha bisogno di costruire, è risolutivo. Questo commercio rende la morte un elemento della vita. È questo che fa sembrare allegri i napoletani: l’assenza della paura della morte. Ricciardi incarna questo: i morti sono per strada esattamente come i vivi. Napoli è una città narrativa”. “Se le fiction hanno responsabilità? - chiude De Giovanni - Don Matteo l’hanno visto 11 milioni di italiani, non mi pare ci sia stato un aumento delle vocazioni”.

Giannone: “Stanche di uomini che raccontano come si sentono le donne”

“Per troppo tempo è mancato uno sguardo femminile sulle cose del mondo, da lettrice l’ho sempre sentito e la mia protagonista è stanca di uomini che raccontano come si sentono le donne”. Francesca Giannone è l’autrice italiana che ha venduto di più nel 2023. Sul palco dell’Arena Robinson Repubblica, nell’apertura del terzo giorno di incontri, parla del successo editoriale de “La Portalettere”, ispirata alla sua bisnonna, che negli Anni Trenta divenne la prima postina donna delle Regie Poste. “Una piccola rivoluzione” ha raccontato Giannone, anticipando anche il lavoro al prossimo romanzo: “Domani, domani”. “La portalettere avuto un successo immediato e inaspettato - ha spiegato - e non è ancora uscito dalla classifica. La sera, però, quando vai a letto non ti restano i numeri, ma i rapporti umani. Questo libro, nella relazione con lettrici e lettori, mi ha restituito tutto l’amore che ci ho messo a scriverlo”.

(ansa)

Le prime pagine spiegate ai ragazzi

Terzo giorno di incontri all’Arena Robinson Repubblica al Salone del Libro di Torino. La giornata si apre con un viaggio tra le prime pagine dei giornali di oggi commentate dal giornalista di Repubblica Angelo Milone: le scelte redazionali, i titoli, il modo di dire le cose, che è poi il modo di pensare di un giornale.

Arena Robinson - Lezioni di giornalismo

All’Arena Robinson la libreria di Repubblica. Occhio al nuovo “Heart Bones”

La novità dell’Arena Robinson Repubblica al Salone del Libro di Torino (Pad. 3, R102 S101). La libreria con i titoli della Biblioteca di Repubblica. Per chi li ha persi in edicola, ora c’è anche un sito dedicato allo shopping dei nostri libri. Titolo del momento, l’attesissimo “Heart Bones” della regina del romance Colleen Hoover, in edizione speciale per Repubblica.

Chi è davvero Nicolas Barreau?

Uno degli autori francofoni più amati e popolari in Italia non è francese. E non è neanche un uomo. È un’editrice tedesca, sarà con noi all’Arena Robinson e ci racconterà il perché della sua scelta.

Jeff Kinney e l’Italia

L’autore cult da 300 milioni di copie, torna in Italia e ci racconterà perché per lui il nostro Paese è così speciale.

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