Battaglia di Waterloo: Napoleone Bonaparte e la sua sconfitta | Studenti.it

Napoleone Bonaparte e la battaglia di Waterloo

L'importanza storica della battaglia di Waterloo, come venne organizzata da Napoleone Bonaparte e cosa successe in quegli anni

Napoleone Bonaparte e la battaglia di Waterloo
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Napoleone Bonaparte: la battaglia di Waterloo

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Fra le battaglie che hanno segnato la storia c’è senza dubbio quella di Waterloo. Uno scontro, fra i più sanguinosi di sempre, che cambiò per sempre le sorti dell’Europa, raccontato non solo sui libri di storia, ma anche in romanzi celebri come I miserabili” di Victor Hugo che scrisse: “Se non avesse piovuto nella notte dal 17 al 18 giugno 1815 l’avvenire dell’Europa sarebbe stato diverso. Poche gocce di pioggia in più o in meno hanno messo in bilico Napoleone”.

La battaglia di Waterloo si svolse il 18 giugno 1815 nel corso della guerra della settima coalizione fra l’esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte, le truppe prussiane del feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher e quelle britannico-olandese-tedesco del Duca di Wellington.

La battaglia di Waterloo in realtà ebbe luogo presso il villaggio di Mont-Saint-Jean, a pochi chilometri dalla cittadina di Waterloo, in cui era situato il quartier generale del Duca di Wellington. In bilico e combattuta sino all’ultimo, segno la sconfitta definitiva di Napoleone e il suo esilio sull’isola di Sant’Elena.

Gli antefatti

La battaglia di Waterloo
Fonte: ansa

Il 31 marzo 1814, in seguito alla sconfitta di Lipsia, le forze Alleate entrano a Parigi e costringono Napoleone Bonaparte alla resa. Il 14 aprile 1814 viene firmato il trattato di Fontainebleau con cui l’Imperatore abdica al trono, accettando il Regno dell’Elba, dove sbarcherà il 4 maggio, scortato dagli inglesi.

Ma la sua fine non è stata ancora scritta: il 1 marzo 1815 Napoleone evade dall’Elba, in gran segreto, e sbarca a Cannes, diretto verso Parigi. La notizia scuote le grandi potenze europee, riunite al congresso di Vienna per restaurare i vecchi regimi.

Napoleone viene dichiarato nemico pubblico e si stringe un’alleanza militare per contrastarlo: la Settima coalizione. Ogni paese, secondo gli accordi, metterà a disposizione ben 150mila soldati. Le forze inglesi, guidate dal duca di Wellington, si riuniscono in Belgio con le truppe belga-olandesi.A poca distanza si trova l’esercito prussiano del feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher. Lo scopo è quello di guadagnare tempo per consentire al resto dell’esercito austriaco, russo e prussiano di raggiungere i contingenti.

Da vero stratega, Napoleone si riorganizza velocemente. Riunisce 200mila uomini, soprattutto veterani delle guerre napoleoniche e 76mila richiamati. Le sue forze risultano dunque piuttosto inferiori rispetto a quelle dei nemici. Nonostante ciò l’esercito francese resta temibili grazie alla capacità dell’artiglieria, all’esperienza, ma soprattutto all’entusiasmo che è capace di infondere Napoleone.

Lo scopo dell’Imperatore è quello di sorprendere l’esercito che si trova in Belgio con un’azione rapida. Dunque il 12 giugno lascia Parigi seguito da Nicolas Jean-de-Dieu Soult, capo di stato maggiore, dai marescialli Michel Ney ed Emmanuel de Grouchy, e dai vecchi compagni d’armi Drouot, Drouet d’Erlon, Reille e Mouton. Le vittorie francesi però non sono determinanti: le sorti della guerra si decideranno la domenica successiva, ossia il 18 giugno 1815.

La battaglia

All’alba del 18 giugno sia Wellington che Napoleone organizzano i contingenti. Il generale inglese si stabilisce a Mont-Saint-Jean, vicino Waterloo, in attesa dell’arrivo dei soldati prussiani di Blücher. Per questo schiera le truppe lungo un fronte di quattro chilometri per bloccare la strada verso Bruxelles ai francesi.

Il piano di Napoleone, invece, è quello di battere il nemico sul tempo, con la convinzione che la vittoria sarà semplice e rapida. “L’intera faccenda sarà semplice come bere un bicchier d’acqua”, dirà. Il suo piano però viene ostacolato dalle condizioni climatiche: la nebbia e il terreno pesante rendono difficili gli spostamenti della cavalleria.

La battaglia inizia la mattina, alle undici e mezza. I francesi si concentrano a Hougoumont e La Haye-Sainte, con lo scopo di conquistare due fattorie fortificate che permetteranno l’avanzata. La lotta continua per tutta la giornata, ma le truppe francesi falliscono.

Allo stesso tempo l’esercito di Napoleone contrasta la fanteria del duca di Wellington. L’artiglieria francese, superiore a quella degli alleati, diffonde il panico abbattendo moltissimi uomini, mentre la fanteria avanza seguendo il ritmo dei tamburi, scompaginando i nemici.

Alcuni ufficiali temono che la battaglia sia ormai perduta, mentre Wellington si rifugia in un battaglione dopo che il suo stato maggiore è stato tutto ferito oppure ucciso. Le punte francesi però non riescono a rompere il fronte. Inaspettatamente anche la temibile Guardia Imperiale di Napoleone fallisce. All’attacco finale viene decimata dagli alleati e, all'improvviso, retrocede.

 

La sconfitta di Napoleone a Waterloo

Alle tredici e trenta appare il primo corpo d'armata prussiano, mentre alle sedici e trenta arrivano le avanguardie di Blucher. Quest’ultimo giungerà sul campo di battaglia con il resto dell’esercito alle diciannove. Ormai accerchiati, i francesi iniziano a soccombere di fronte alle forze avversarie. L’ultima resistenza, disperata ed eroica, è quella della Guardia Imperiale guidata dal generale Cambronne.

L’ultimo quadrato avviene di fronte alla locanda La Belle-Alliance, ormai però la sconfitta è imminente. Alle otto, Napoleone ordina la ritirata e torna a Parigi, preceduto dalla notizia della sua disfatta. Una settimana dopo firma l’abdicazione, cercando invano di imbarcarsi in direzione dell’America. Infine si consegna agli inglesi e viene esiliato a Sant’Elena dove morirà il 5 maggio 1821.

Le conseguenze della battaglia di Waterloo

La battaglia di Waterloo ha segnato il destino dell’Europa e, ovviamente, dell’impero napoleonico, con un ritorno all’ordine prerivoluzionario. L’influenza di Napoleone sulla storia europea, d’altronde è stata enorme, con la diffusione rapidissima delle idee progressiste nate dalla Rivoluzione francese e la capacità di creare in tempo breve un impero in grado di inglobare la maggioranza del continente europeo.

Perché Napoleone perse la battaglia di Waterloo

Perché Napoleone perse la battaglia di Waterloo? Le cause principali furono le condizioni atmosferiche avverse. Il terreno delle campagne, solitamente asciutto, quel giorno ostacolò le azioni dell’artiglieria e della cavalleria. Le piogge dei mesi precedenti infatti limitarono le manovre dei cavalli, mentre le palle di cannone, appena toccavano terra, affondavano.

Questa condizione, unita a scelte militari sbagliate dello stesso Napoleone, sicuro della vittoria, portarono l’Imperatore verso la sconfitta.

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