Un anno da principe di Galles. Se per re Carlo è un anno nei panni di nuovo sovrano, per il figlio William questo autunno 2023 segna anche il primo anno come nuovo principe di Galles. E le parole del figlio della principessa Diana e di Carlo, di ritorno dal viaggio a Singapore per i suoi «Nobel verdi», gli Earthstot Prize dopo aver incontrato il premier Lee Hsien Loong, aiutano a capire cosa ha in mente l’erede al trono. Come si muoverà negli anni futuri che lo porteranno a raccogliere il testimone del padre. «Social leadership, ecco la direzione nella quale mi sto muovendo», ha detto William sul volo di ritorno a Londra. E ancora: «Non voglio seguire mille cause, ma concentrarmi e assicurare dei risultati tangibili su alcuni temi».
E a giudicare dalle sue mosse in questi primi 12 mesi da erede, i temi che ha a cuore il principe di Galles sono principalmente quelli dell’ambiente a cui ha dedicato gli Earthshot Prize arrivati alla terza edizione con i premi assegnati quest’anno da William con la diva Cate Blanchett, ma anche i temi di salute mentale, una battaglia sulla quale si trova (stranamente) sulla stessa lunghezza d’onda del fratello Harry. In fondo anche Harry, in estate in Giappone per il summit dell’International Sports Promotion Society, non a caso aveva dichiarato: «La mia via è charity, lo è sempre stata e lo sarà sempre».
William a Singapore, i «Nobel verdi» con Cate Blanchett
E soprattutto, nel cuore di William c’è la battaglia ereditata dalla madre Diana, contro il dramma degli homeless, i senza fissa dimora. Quando William era un bambino, Diana lo conduceva spesso con lei in visita ai senza fissa dimora accampati alla stazione di Waterloo. E quando William dice di «voler andare più a fondo su certi temi», lasciare un segno tangibile, lo dimostra proprio con il grande progetto Homewards lanciato in estate.
Quarantuno anni, della madre Diana ha raccolto infatti la sensibilità per le cause degli ultimi e quel suo scendere in strada ogni anno con i ragazzi della charity Centrepoint che cerca di assicurare un tetto agli homeless, dice tutto quel legame e quell’affinità elettiva. Di più, il principe ha detto di voler costruire sui terreni del ducato di Cornovaglia che gli spetta ora in quanto nuovo principe di Galles, un centro di accoglienza proprio per gli homeless, un progetto di social housing dovrebbe così sorgere sui 130 mila acri del ducato ereditato da William.
E’ appunto il progetto Homewards: progetto a 5 anni sostenuto dalla Royal Foundation che fa capo a William e Kate, per cambiare concretamente la vita di centinaia di senza fissa dimora trovando loro una casa e un ruolo nella società. «Voglio realmente costruire case per loro, voglio assicurare loro sostegno e aiuto mentale, educazione, formazione per un lavoro», come spiega il principe.
«Combat Kate», la principessa di Galles sul mezzo militare
William, un erede che è già il più amato dagli americani. Il personaggio pubblico più apprezzato, fra quindici dei principali (compresi Trump e Zelensky). Lo dice un sondaggio dell’istituto Gallup. E Diana è parte infatti della spiegazione del successo di simpatia popolare del principe, erede al trono dei Windsor dopo l’incoronazione di re Carlo III. William è figlio di Diana, la «principessa del popolo» secondo la definizione di un giovane Tony Blair nelle ore drammatiche della scomparsa della principessa con l’incidente mortale sotto il tunnel dell’Alma a Parigi. Ed è nipote della regina più amata di sempre, Elisabetta II. Gli Usa sono sempre stati innamorati di The Queen che quando accolse a Buckingham palace negli anni ’60 la coppia presidenziale JFK e Jacqueline, brillò come una stella – per nulla offuscata dal fascino della First Lady.
Per capire il cambio di passo che ha in mente William bisogna mettere a confronto i numeri. I numeri delle charities che segue oggi re Carlo con il numero delle charities seguite dalla regina Elisabetta e da Filippo. Se oggi Carlo segue 400 charities e ne ha create 20 nuove nel suo percorso da principe di Galles, la regina e il principe Filippo assieme seguivano oltre mille progetti di charity. William forse si concentrerà su un numero persino più ristretto delle centinaia di progetti seguiti dal padre Carlo. «Devi restare concentrato, se ti disperdi non puoi assicurare l’impatto sperato».