La diplomazia fra Macron e Xi, come una scalata del Tourmalet - HuffPost Italia

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La diplomazia fra Macron e Xi, come una scalata del Tourmalet

La diplomazia fra Macron e Xi, come una scalata del Tourmalet
(ansa )

Non si può certo dire che Emmanuel Macron non le abbia tentate tutte per cercare di “estorcere” qualche concessione al suo omologo cinese Xi Jinping. Compresa una bella dose di quella che è stata definita “diplomazia narcisistica” o anche – dai meno teneri – la tattica diplomatica del “come ti lusingo il tiranno”. E per lusingare il leader cinese più potente dai tempi di Mao, Macron lo ha portato fino alla remota regione degli Alti Pirenei francesi, nei luoghi ai quali è molto legato in quanto vi ha trascorso molta parte della sua infanzia e giovinezza. Certo, il meteo non lo ha aiutato, visto che all’arrivo dei due presidenti all’aeroporto dei Pirenei di Tarbes-Lourdes intorno a mezzogiorno, i due sono stati accolti da un clima non certo invitante: temperatura vicina allo zero, nebbia bassa e gelata che avvolgeva tutto.

Le “lusinghe “ francesi al secondo uomo più potente del mondo dopo il presidente degli Stati Uniti (c’è chi sostiene che sia in realtà il primo…) avevano registrato già una precedente puntata durante la serata di lunedì, con il pranzo allestito in onore di Xi Jinping e della moglie, la celebre cantante lirica cinese Peng Liyuan, divenuta da tempo first lady del Dragone. Tra i quasi 60 imprenditori invitati, spiccava Bernard Arnault, l'imprenditore del lusso tra gli uomini più ricchi del mondo, e sua figlia Delphine. Con scambio di doni da entrambe le parti, come del resto è protocollo in queste occasioni: Macron ha offerto a Xi due bottiglie di Cognac – un Hennessy XO e un pregiato Louis XIII di Remy Martin – insieme a rari volumi di Victor Hugo, il primo dizionario franco-cinese e un vaso di vetro scolpito proveniente dalla città di Amboise, mentre i doni di Xi al presidente francese hanno incluso libri in lingua francese pubblicati in Cina e un raro dipinto. La scelta di regalare proprio del pregiato cognac all’ospite cinese non è stata certo casuale da parte di Macron, visto che uno dei punti in agenda è stato proprio il problema – da punto di vista di Parigi – degli altissimi dazi sulle importazioni di brandy europeo verso la Cina, in particolare proprio il cognac francese.

L’arrivo di Xi nella regione degli Haute Pyrenèes ha rappresentato, ovviamente, per gli abitanti un evento storico, al punto che si sono viste scene davvero bizzarre, come quando i molti giornalisti francesi presenti in aeroporto sono stati intervistati da alcuni giornalisti cinesi arrivati al seguito di Xi. Tra misure di sicurezza imponenti, compresi cecchini appostati sui tetti degli edifici aeroportuali, il corteo si è spostato rapidamente fino al ristorante di alta quota al Col du Tourmalet di un amico d’infanzia di Macron, Eric Abadie. Un tentativo per organizzare un momento in cui i due potessero incontrarsi in un clima meno protocollare e più conviviale, un modo, insomma, per rompere l'imponente protocollo che circonda ogni minimo viaggio del leader cinese e cercare di instaurare un dialogo sincero, in particolare sulla questione chiave dell'Ucraina. E siccome, come si sa, la gastronomia può avere grandi virtù diplomatiche, il Presidente francese si è fidato del suo amico, l'allevatore Eric Abadie, il cui ristorante di montagna L'Étape du Berger ha fatto da cornice, poco dopo le 13,  ad un pranzo in vetta condiviso dalle due coppie presidenziali e dai loro interpreti. Nel menu: spalla d'agnello, prosciutto di maiale nero e fagioli di Tarbes, una selezione di formaggi del miglior produttore di Francia, Dominique Bouchait, e crostata di mirtilli per dessert, su esplicita richiesta di Brigitte Macron. Il tutto accompagnato da vini locali, un Montus rosso e un Saint Mont bianco. 

Sessantuno anni, Eric Abadie ha conosciuto “Manu”, come lo chiama affettuosamente, già da bambino, quando veniva a pranzare nel suo ristorante di fronte alle piste di La Mongie con suo nonno, e la loro amicizia dura ormai da quasi trent’anni: “Quando era ministro dell'Economia”, ha ricordato Abadie, “lo feci dormire su un divano, con Brigitte. Non tutti lo avrebbero fatto”. Le radici del presidente francese sono in questo angolo dei Pirenei: “Le mie radici familiari sono qui […] Appena posso vengo. È un luogo di verità dove arrivo sereno e determinato”, confidò il candidato Macron nel 2017 al quotidiano regionale La Dépêche du Midi. Fu con “Manette” e “Koulou”, i suoi nonni materni Germaine e Jean Noguès, che il giovane Emmanuel scendeva in treno in quella piccola valle ogni anno, una settimana in inverno e un mese in estate. Insegnante e poi preside, la nonna Manette “lo faceva lavorare tutti i giorni”, anche in vacanza, ricordano i locali. Nonostante la morte di Jean nel 2002 e quella dolorosa di Manette nel 2013, Emmanuel Macron non ha mai smesso di frequentare gli Alti Pirenei e va spesso a rendere omaggio alla tomba della nonna a Montgaillard. 

Oggi Macron ha voluto portare proprio lì, nei luoghi che lo hanno visto bambino e adolescente, il presidente cinese: un tentativo di instaurare un contatto personale che vada la di là degli impegni di Stato. I legami tra la Francia e la Cina, del resto, sono antichi e particolari, ed è stato proprio per onorare questi legami che Xi Jinping, per il suo primo viaggio in Europa dal 2019, ha voluto venire a Parigi, per festeggiare insieme a Macron la ricorrenza dei 60 anni di rapporti diplomatici con Pechino. Il quotidiano francese Le Monde, in un editoriale, ha messo  l’enfasi sul quella che ha chiamato “indipendenza privilegiata” nei rapporti tra L’Eliseo e la Città Proibita, scrivendo che negli ultimi 60 anni Cina e Francia hanno sempre aderito a scelte strategiche indipendenti, promuovendo l'apprendimento reciproco tra le civiltà attraverso scambi paritari e rispondendo congiuntamente alle sfide globali attraverso il coordinamento multilaterale. E per quanto riguarda Xi,  è chiaro che il suo intento è quello di utilizzare questa “indipendenza privilegiata” nei rapporti con la Francia come un cuneo per insinuarsi e magari creare una spaccatura nella politica estera comune di Bruxelles nei confronti di Pechino e – più ancora – tra Bruxelles e Washington… 

Macron ha una storia di tentativi di stabilire relazioni personali al di fuori del protocollo con le sue controparti, anche quelle con cui è fortemente in disaccordo, nel tentativo spesso non molto riuscito di ottenere di più da loro. Questa volta non gli è andata meglio, visto che Xi ha detto che accoglierebbe con favore ulteriori colloqui ad alto livello sugli attriti commerciali, ma ha continuato a negare che ci sia un “problema di eccesso di capacità” da parte dell’industria cinese, accusata invece dall’Europa di sommergere i mercati con i suoi prodotti a basso costo. 

Lunedì le aziende francesi e cinesi hanno concluso alcuni accordi che spaziano dall'energia, alla finanza e ai trasporti a margine della visita di Xi, ma la maggior parte erano accordi di cooperazione o rinnovati impegni di lavorare insieme, e non ci sono stati accordi significativi. A dimostrazione di qualche progresso, la Cina consentirà con effetto immediato l’importazione di mangimi proteici di origine suina e di frattaglie di maiale dalla Francia , secondo le dichiarazioni delle dogane cinesi e del ministero francese dell’agricoltura: poca cosa. Anche le speranze europee di ordinare un aereo Airbus in concomitanza con la visita di Xi sembrano essere state deluse, con le due parti che hanno concordato solo di espandere la cooperazione. Nessun progresso nemmeno sul fronte della guerra in Ucraina, sulla quale Macron aveva chiesto a Xi di intervenire sul “grande amico” Putin: Xi ha negato che la Cina abbia mai foraggiato o anche solo appoggiato l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. 

Secondo le prime indiscrezioni trapelate dopo la tappa gastronomica di Xi e della moglie dall’amico d’infanzia di Macron, sembra proprio che il leader cinese abbia particolarmente apprezzato il pranzo, ancor più della cena ufficiale di ieri sera a Parigi. In particolare i formaggi, sui quali ha speso parole di grande apprezzamento, dichiarando di essere lui stesso un “grande appassionato di formaggi”; una dichiarazione che ha spinto Abadie a fargli dono di una forma di formaggio pregiato, dono – assicurano le indiscrezioni – apprezzatissimo da Xi. Da parte sua, Macron ha regalato a Xi una coperta di lana prodotta nei Pirenei, una maglia del Tour de France e un armagnac della vicina regione sud-occidentale, altro brandy a rischio di sanzioni commerciali cinesi.

E sempre a sentire chi c’era, pare che la first lady cinese abbai attirato la curiosità e l’ammirazione dei presenti, con diversi invitati dell’entourage di Macron che – dichiarandosi grandi appassionati d’opera – hanno chiesto a Peng Liyuan alcuni autografi. Dando così, in qualche modo, ragione al presidente cinese quando, appena eletto leader supremo di un miliardo e mezzo di cinesi, aveva detto, scherzando, che “mia moglie è sicuramente molto più famosa di me".

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