Nell’immaginario cristiano, l’inferno è sempre stato il club più esclusivo dove nessuno vuole entrare. Ma il fascino sinistro di questa destinazione finale ha ispirato generazioni di teologi, artisti e poeti che hanno contribuito a crearne una reputazione da incubo… letteralmente!
Origini bibliche e teologiche
L’Antico Testamento non ci fornisce un biglietto d’ingresso chiaro all’inferno. Troviamo però “Sheol,” (letteralmente il regno dei morti situato nel cuore della terra) un luogo dove tutte le anime, giuste e malvage, riposano in pace… o almeno in un pacato torpore. Nel Nuovo Testamento, però, arriva un aggiornamento decisamente più “caldo”: la figura di Gesù introduce Gehenna, un luogo associato a fuoco eterno e punizioni inflitte con precisione millimetrica.
I grandi teologi ci mettono la ciliegina
Sant’Agostino, non contento di offrire solo la separazione totale da Dio, dipinge un quadro vivace e dettagliato di fiamme e tormenti. Viene poi il turno di San Tommaso d’Aquino, che con un altro colpo di pennello suggerisce che i dannati non avranno modo di annoiarsi mentre provano un terrore senza fine.
Dante e la sua Commedia
Ma è Dante a surriscaldare davvero l’inferno con la Divina Commedia, l’epopea in cui l’autore si lancia oltre la tradizione biblica per inventare una destinazione turistica infernale, popolata da ogni tipo di peccatori afflitti da svariate sadiche torture.
Ed è proprio nel Medioevo che il concetto di inferno nel Cristianesimo subisce una trasformazione significativa, al punto da diventare un tema dominante nelle credenze religiose e nella cultura popolare dell’epoca. Anche l’arte subì quest’influsso malevolo, con scene infernali che cominciarono a comparire nei manoscritti miniati, nelle sculture delle cattedrali e nei dipinti murali, raffiguranti demoni e peccatori in pose drammatiche e tormentate.
L'inferno come strumento di controllo sociale
In questi anni la Chiesa, che è sempre stata molto attenta a cogliere tendenze e credenze, usò la dottrina dell’inferno come strumento per mantenere il controllo sociale. Minacciando di dannazione di chi metteva in dubbio l’autorità ecclesiastica, i papi che affollarono il medioevo tentarono di scoraggiare l’eresia e l’insubordinazione delle masse. Con ottimi risultati, direi!
Insomma, l’inferno medievale rappresentava la giustizia divina in un mondo dominato da forti gerarchie. I peccatori ricevevano punizioni tra le più svariate, riflettendo un ordine morale che sosteneva il sistema feudale ed ecclesiastico vigente.
L'Inferno è un’invenzione del cristianesimo?
Per rispondere alla domanda iniziale di quest’articolo, quindi, l’inferno non è un’invenzione esclusiva del Cristianesimo, ma un concetto che si è evoluto nel corso della storia e che ha precedenti in diverse culture e religioni. Tuttavia, nel Cristianesimo il concetto ha assunto una forma specifica e dettagliata, che è sopravvissuta all’illuminismo arrivando fino ai giorni nostri.
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