La vita dei gladiatori nella serie "Colosseum". Lo storico: "Non solo violenza, ma riscatto" - la Repubblica

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La vita dei gladiatori nella serie "Colosseum". Lo storico: "Non solo violenza, ma riscatto"

In arrivo su History Channel il racconto in otto puntate del monumento più famoso dell'antichità, realizzato con la consulenza di storici ed esperti di giochi gladiatori. Tra loro, l'italiano Alexander Mariotti, che qui spiega perché ci affascinano così tanto
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Scegliere un monumento come simbolo di un impero e farne il pretesto per raccontare una serie di vicende che illuminano di un momento della storia umana che ci affascina e che continuiamo a indagare. 

È l'obiettivo di Colosseum, la nuova serie in otto episodi, produzione originale di History Channel US, che arriva in prima tv europea su History Channel Italia (canale 411 di Sky) dal 18 ottobre (ore 21.50) e che mette al centro l’edificio dell’antichità più famoso al mondo insieme alle piramidi per raccontare l’età imperiale, dalla costruzione dell’Anfiteatro Flavio, voluta da Vespasiano e terminata sotto Tito (80 d.C.) alla sua decadenza. In otto episodi, alternando la voce degli storici a ricostruzioni di docufiction, Colosseum porta lo spettatore sugli spalti dell’anfiteatro più celebre dell’antichità, e lo spinge a immedesimarsi di volta in volta con i personaggi che lo popolano, dall’imperatore alla gente comune ai gladiatori.

Un fotogramma di "Colosseum"
Un fotogramma di "Colosseum" 

Nelle otto puntate di Colosseum, otto protagonisti della storia dell'anfiteatro romano

La prima puntata è ambientata proprio nell’anno 80 d.C., quando l’imperatore Tito, ansioso di legittimare la dinastia cui appartiene, sceglie di inaugurare il Colosseo con 100 giorni di giochi spettacolari; a battersi nell’arena saranno i gladiatori più amati, il barbaro Priscus, di probabile origine germanica, e il campione romano Verus, come ricorda  nei suoi versi il raccontano I versi il poeta romano Marziale. Nelle puntate successive facciamo conoscenza di altri protagonisti, realmente vissuti o verosimili, la cui vita ruotò intorno al Colosseo: il domatore di animali Carpophorus; il costruttore Haterius; il vescovo martire Ignazio di Antiochia, ucciso durante i giochi voluti da Traiano nel 107 d.C; la gladiatrice Mevia, che rinuncia allo status di libera cittadina pur di combattere; il medico Galeno di Pergamo, chiamato a curare chi si è ferito nei combattimenti; l’imperatore Commodo, che scende nell’arena per tentare di recuperare popolarità, e infine il senatore pagano Simmaco, che vede nel Colosseo l’ultima possibilità di ridare splendore alla Roma del IV secolo, ormai in declino.

Tra i consulenti della serie c'è un italiano esperto di giochi gladiatori

Tra i vari storici e studiosi di Roma antica che compaiono nella serie, oltre a nomi internazionali come Simon Sebag Montefiore, compare anche un'italiano: è Alexander Mariotti, giovane studioso cresciuto all'estero ma con radici nella capitale, già consulente di molti progetti cinematografici e televisivi e grande esperto del mondo gladiatorio. "Sono cresciuto all'estero ma ho passato molto tempo a Roma da piccolo. Mio nonno era cresciuto a via Capo d'Africa, e per me da piccolo il Colosseo era una specie di enorme campo giochi. Credo che il mio amore per l'edificio e per le vicende dei gladiatori sia nato allora. Poi, gli studi di storia e il lavoro presso vari musei mi hanno portato ad approfondire il tema".

Il Colosseo e il mondo dei ludi, i giochi sanguinosi che vi si svolgevano, "fa paura ma al tempo stesso ci affascina. Si tratta di un modello eterno. Pensiamo agli stadi di calcio, o alla ritualità del football americano. Si mette in scena il riscatto dell'eroe, che dal nulla può diventare l'uomo più amato". Una serie come Colosseum serve anche ad approfondire la conoscenza di un mondo che in realtà, al di là dello stereotipo, conosciamo ben poco, spiega ancora Mariotti: "Per i gladiatores l'arena era un terreno di riscatto, e non tutti erano schiavi. Alcuni sceglievano di fare i gladiatori. Se vincevi, se non rimanevi ucciso, significava fare soldi e conquistare la libertà. L'alternativa era non solo la schiavitù, ma un servizio militare che durava moltissimi anni, e in cui rischiavi comunque la vita". Nella serie si immagina, lavorando un po' di fantasia su un frammento di Giovenale, la vita di una gladiatrice: una concessione alla fantasia, che però serve a rimettere in questione il ruolo delle donne nella civiltà romana. Dice ancora Mariotti "Più si conoscono i romani, più si scopre in quanti modi siamo ancora legati a loro, e quanto la loro storia ci aiuta a capire meglio i tempi che stiamo vivendo".

Alla scoperta del Colosseo nel metaverso

Per un effetto ancor più realistico, la serie avrà un'estensione nel metaverso, gratuita per tutti, che permetterà un'esperienza immersiva nell’arena del Colosseo ricostruita in dettaglio per come era all'epoca dei ludi. State pronti a scendere nell'arena.