Ant-Man, Wasp e la nuova generazione di eroi: qual è il futuro della Marvel? - La Stampa

L’Universo Marvel dei film è nato in modo diverso da quello dei fumetti. Quello dei comics nel 1961 con il numero uno dei Fantastici Quattro mentre il cosiddetto Marvel Cinematic Universe nel 2008 con il primo Iron Man. In attesa dell’arrivo della Prima Famiglia della Marvel (ma alcuni segnali si sono già visti lo scorso anno in Doctor Strange nel multiverso della follia) nell’universo condiviso dei film ne fanno le veci Ant-Man e Wasp, come loro sono una famiglia di esploratori.

Lo scienziato Hank Pym (Michael Douglas), inventore delle particelle grazie alle quali ci si può rimpicciolire o ingrandire è l’Ant-Man originale, la moglie Janet van Dyne (Michelle Pfeiffer) è la prima Wasp (anche lei dotata di poteri rimpicciolenti) mentre la seconda generazione è formata dal nuovo Ant-Man, Scott Lang (Paul Rudd) e la nuova Wasp, Hope (Evangeline Lilly), figlia di Hank e Janet.

A questi in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, diretto da Peyton Reed e al cinema dal 15 febbraio si è aggiunta Cassie Lang (Kathryn Newton) la figlia adolescente di Scott che vuole fare anche lei la supereroina. È il terzo film con Ant-Man e Wasp (il primo è uscito nel 2015 e il secondo nel 2018) e quello nel quale finalmente i nostri eroi esplorano l’universo quantico dell’infinitamente piccolo.

La pellicola inaugura anche la cosiddetta fase cinque del Marvel Cinematic Universe, dopo la deludente fase quattro, che ha presentato film e serie tv in genere sotto le aspettative. In effetti la costruzione grandiosa culminata in Avengers: Engame (2019), che chiudeva la terza fase si è un po’ arenata, qui viene presentato un nuovo supercattivo, il viaggiatore spaziotemporale Kang (Jonathan Majors) che nelle intenzioni della produzione vorrebbe sostituire Thanos, ma, almeno in questo film, non possiede lo stesso carisma. Fra l’altro il Kang dei fumetti ha una continuity molto complicata: pur se proveniente dal futuro dovrebbe anche essere il nonno di Reed Richards, il capo dei Fantastici Quattro, ma essendo l’attore nero probabilmente la sua origine sarà spiegata in modo diverso, oppure si tratterà di una versione del personaggio di un’altra dimensione.

I Nostri viaggiano attraverso vari mondi, forse memore di Wall Street (1987), nel quale interpretava lo squalo della finanza Gordon Gekko, lo sceneggiatore Jeff Loveness fa ironicamente dire a Michael Douglas-Hank Pym che gli umani dovrebbero prendere esempio dal socialismo delle formiche.

È sempre più evidente che a causa dell’invecchiamento degli attori in futuro verranno rimpiazzati in buona parte dai figli, come accadrà con Ant-Man, è la cosiddetta “legacy” (il nome dell’eroe passa a un’altra persona), più diffusa fra i personaggi della DC Comics (nei fumetti ci sono più versioni di Flash e Lanterna Verde e sia Superman che Batman hanno dei figli) però finora si tratta di ragazzini geniali patiti per la tecnologia, come Cassie o la Ironheart vista di recente in Black Panther: Wakanda Forever (lo stesso Spider-Man dei film attuali, appena maggiorenne, è molto diverso da quello ultratrentenne dei fumetti), lontani ad esempio dal carisma dell’Iron Man interpretato da Robert Downey Jr.

Inoltre le tematiche inclusiviste hanno spesso la priorità sull’esigenza di narrare una buona storia, come si è visto ad esempio nella recente serie di She-Hulk, che avrebbe dovuto essere un mix fra supereroi ed Ally McBeal ma la protagonista era ben lontana dalla simpatia e dal carisma del personaggio a fumetti e dell’avvocata interpretata da Calista Flochart.

Ci si sta anche progressivamente distaccando dai fumetti, non soltanto da quelli d’antan, ma pure dai comics attuali, basti vedere la caratterizzazione farsesca di Thor degli ultimi film, specie in Love and Thunder uscito lo scorso anno.

Certo, i lettori di fumetti sono pochissimi rispetto agli spettatori e il successo di film e serie tv Marvel non hanno incrementato le vendite degli albi (anche per le differenze di caratterizzazione nei diversi media), però in certi casi anche i non esperti rimangono perplessi. A giugno nel film di Flash Michael Keaton tornerà a interpretare l’Uomo Pipistrello a oltre trent’anni da Batman-Il ritorno (1992) di Tim Burton e i fan lo attendono con entusiasmo, c’è voglia di film di supereroi meno standardizzati e banali come i primi di Batman. Fra l’altro in Batman-Il ritorno c’era anche la Catwoman più affascinante mai vista, interpretata proprio da Michelle Pfeiffer, sempre carismatica anche in Quantumania. Magari Kang ci ha portato in universo di film Marvel banali e scontati e forse torneremo a Terra Prima con pellicole che, seppure lontane da essere capolavori, si riveleranno più interessanti e coinvolgenti.

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