C'è ancora domani

Che messaggio vuole trasmettere C’è ancora domani? I temi e il significato nascosto del film

3 Aprile 2024||

C’è ancora domani è il film di Paola Cortellesi che racconta la storia di una donna e il suo commuovente viaggio di resilienza e autodeterminazione. Uscito al cinema il 26 ottobre 2023, il film, che ha avuto un successo strepitoso, diventando il film più visto nel 2023, è tornato a far parlare di sé grazie alla uscita sulle piattaforme di streaming.

Inoltre, seppur le vicende raccontate in questa storia si svolgano a Roma degli anni ’40, i messaggi e i temi del film sono ancora attuali, dal momento in cui tra gli argomenti trattati, vi sono anche quelli che riguardano la violenza sulle donne.

A tal proposito, se vuoi saperne di più sulla trama e sui messaggi del film, sarai felice di sapere che stai leggendo l’approfondimento giusto: nei prossimi capitoli, infatti, ti fornirò una panoramica sulla trama e mi concentrerò, in particolar modo, nell’analizzare i messaggi, il titolo del film e i temi trattati dalla pellicola.

Di cosa parla C’è ancora domani?

Di cosa parla C'è ancora domani?

Il fulcro della trama di C’è ancora domani ruota attorno alla vita di Delia una donna che, costretta ad identificarsi esclusivamente nei ruoli di moglie e madre, sta per scoprire che il futuro le riserverà molto più di quanto avesse immaginato.

La pellicola è ambientata a Roma negli anni ‘40 nel contesto di una città divisa tra le gioie della liberazione e le ombre del recente conflitto bellico, e Delia è una donna il cui unico compito è quello di occuparsi della famiglia.

Divisa tra il marito, Ivano, uomo autoritario e violento che la mette sempre in discussione, rivolgendosi a lei con toni sprezzanti, e Sor Ottorino, il suocero che non le risparmia critiche, additandola di parlare sempre troppo, Delia lavora sempre tanto casa e fuori casa, senza avere mai tempo per sé stessa.

Un giorno, però, diverse notizie porteranno aria di cambiamenti: il fidanzamento della figlia maggiore, e una misteriosa lettera indirizzata esclusivamente a lei, che nasconderà al marito.

Questa serie di eventi innescherà un cambiamento profondo in Delia, spingendola a sognare un futuro migliore non solo per i figli, ma anche per sé stessa e, tra lacrime e risate, la donna inizierà un viaggio di autodeterminazione che rivoluzionerà per sempre il futuro di tutti.

Quale il messaggio del film C’è ancora domani?

Quale il messaggio del film C’è ancora domani?

A seguito della visione della pellicola, coloro che non hanno compreso a pieno il film di Paola Cortellesi, si sono domandati quale sia il messaggio del film.

A tal proposito, l’intento di questa pellicola è quello di affrontare con profonda sensibilità la complessa tematica della violenza contro le donne e l’evoluzione del ruolo femminile. La protagonista è infatti Delia, una donna che deve confrontarsi con le ombre di un marito violento e autoritario.

Partendo da questo personaggio, però, C’è ancora domani vuole proiettare un raggio di speranza sulla lotta delle donne per la conquista la propria indipendenza e libertà nei contesti sociali e familiari, oltre che su quella che serve per ottenere i diritti che le spettano, a partire dal diritto al voto.

Inoltre, il film esplora il concetto di resilienza, mostrando come il personaggio di Delia affronti le difficoltà della vita e trovi la forza interiore per superarla. Infine, il film di Paola Cortellesi include anche un messaggio di speranza, mostrando come anche nelle situazioni più oscure ci possa essere una strada al cambiamento e al rinnovamento, in questo caso grazie alla possibilità di votare per un futuro migliore.

Perché il titolo C’è ancora domani?

Perché il titolo C'è ancora domani?

Il titolo del film ha diversi significati: innanzitutto racchiude un messaggio di speranza e di prospettiva verso il futuro, suggerendo che, nonostante le avversità del presente, ci sia sempre un domani migliore.

Ciò si ricollega anche al tema centrale del film, ossia il diritto al voto: nel film il personaggio di Delia nasconde al marito la lettera per poter votare: il 2 e il 3 giugno del 1946 tutti gli italiani e, per la prima volta, anche le donne, furono chiamati alle urne per il referendum istituzionale.

Delia non riesce ad andare a votare il 2 giugno (a causa della morte di Sor Ottorino) ma, anche in questo momento di difficoltà, per lei c’è ancora domani, sia letteralmente, data la possibilità di votare in due giornate, che metaforicamente, per poter di fare la differenza esprimendo il suo voto, consegnando alle nuove generazioni un domani migliore.

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Irene Podestà

Amo il cinema e divoro Film e Serie TV a colazione. Scrivo recensioni in 280 caratteri. Quando lo spazio non basta, le scrivo sul mio blog. Sono una nerd a tempo pieno: è un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo.

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